Il Principe e l'Imperatore

348 19 47
                                    

Ho scoperto un'altra cosa che accomuna tutti gli esseri viventi dell'Universo: nessuno sa resistere al fascino di un dono. Assurdo come un sovrano possa essere accolto come un dio se presenta al popolo un regalo, ovviamente se il popolo è così ingenuo da non accorgersi che questo, in realtà, è una trappola tesa per lui.

La mia idea si è dimostrata più che vincente, non che ne avessi dubbi: la quantità di pianeti che hanno risposto alla mia chiamata è stata davvero incredibile. Avendo possedimenti limitati ho dovuto addirittura indire una sorta di asta per scegliere chi se li sarebbe aggiudicati; sul piatto della bilancia, ovviamente, c'è la potenza dei popoli.

Ho chiesto che si presentino a bordo della mia astronave i più forti guerrieri di tutti i pianeti compratori: i migliori offerenti, cioè coloro che mi offrono i soldati più forti, vincono l'asta e si aggiudicano il pianeta. Mi sembra equo, dato che combatteranno per me, che almeno ne siano all'altezza; inoltre in questo modo il reale vincitore sono io, che mi aggiudico senza sforzo i pianeti che sarebbero più difficili da prendere: quando sono loro a venire da te pregandoti di governarli è tutto molto più comodo. Quelli che restano, i più scarsi, li conquisterò facilmente con le mie forze.

Un nuovo spettacolo è appena terminato. Il combattente inerme viene portato via dai miei uomini, che lo rianimeranno nelle vasche quel minimo per cui possa mettersi in piedi e andarsene. I suoi due compagni lo seguono a testa bassa: purtroppo non si è rivelato all'altezza ma li terrò in considerazione se non dovesse esserci nulla di meglio.

Dodoria tende i muscoli contratti dalla lotta e poi li rilassa, mentre Zarbon al mio fianco si passa una mano tra i capelli sistemando qualche ciocca sfuggente.

«Non male, ma comunque nulla di eclatante» sentenzio. «Il prossimo.»

La porta scorrevole si apre ed entrano nella sala i tre guerrieri successivi. Li osservo mentre avanzano: sono vestiti di fitte armature che riflettono la luce; la loro pelle chiara fa un incredibile contrasto con i lunghi capelli neri, scuri più dello spazio aperto. Mi sembrano più grezzi di quello che appaiono, soprattutto data la loro camminata piena di spocchiosa boria. Testa alta, sguardo fiero... ma ciò che più mi colpisce di questi tre è colui che cammina loro nel mezzo: un ragazzino che pare avere sei, sette anni. Non di più.

Si fermano dinnanzi a me a braccia conserte, senza inchinarsi. Non hanno neanche aperto bocca e iniziano già a innervosirmi.

«Salve. Sareste?»

«Salve a te, Freezer.»

Abbasso la testa verso il ragazzino. È stata già una sorpresa che fosse lì presente... non mi aspettavo che osasse addirittura parlare.

«Siamo i tre guerrieri provenienti dal pianeta Vegeta» continua «Siamo qui per l'asta.»

Le mie labbra si piegano in un sorriso beffardo.

«Oh, bene. Benvenuti.» alzo la testa verso i suoi accompagnatori. «Sapete che questo non è un posto per mocciosi, vero?»

Uno dei due, quello dai capelli corti, sembra innervosito dal mio tono.

«Quello che hai di fronte non è un moccioso. È il nostro principe, figlio del grande re Vegeta» interviene. Il suo tono di voce mi fa pensare che lo prenderei volentieri a schiaffi.

«Capisco. Invece quello che voi avete di fronte è il vostro Imperatore, figlio del grande re Cold» li scimmiotto. «Spero che il marmocchio non abbia paura del sangue perché potrebbe vederne un po', tra poco. Problemi vostri se scoppia a piangere.»

I due si irrigidiscono, visibilmente oltraggiati; una reazione che mi soddisferebbe se il ragazzino, intanto, non stesse sogghignando.

«Cos'hai da ridere?»

Freezer: Origins | DragonBallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora