Il segreto dei Saiyan - fine del primo atto

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La mia nave è già pronta a partire. Lo è stata per un giorno intero, in realtà, e sono lieto di averla lasciata in attesa perché non resterò su questo dannato suolo polveroso un secondo di più.

Metto piede all'interno molto prima di Zarbon e Dodoria che ancora vagano nel vento. Ritornare sulle mie gambe dopo esser partito comodamente seduto su una poltrona è umiliante: spero che nessuno abbia l'ardire di farmelo notare (spero per lui, intendo) e mi auguro che a Gichamu sia già arrivata voce di produrmene un'altra. In meno di qualche giorno avrò un trono nuovo di zecca ma so già che l'attesa sarà snervante.

Un lato positivo tuttavia c'è: devo ammettere che non solo mi sento riposato e vigoroso come non mai ma anche che, per qualche motivo, ogni sentimento di mollezza mi sta abbandonando. Non mi ero mai sentito così leggero, ma non ho intenzione di indagare sul perché. Da quando ho voltato le spalle a Cooler per l'ultima volta mi sono lasciato dietro molto di più di quell'idiota di mio fratello: ho abbandonato il passato, e spero di non rincontrarlo mai più anche se in fondo so che non mi libererò mai di quelle sgradevoli sensazioni.

Scuoto il capo per scacciare questi pensieri: ora ho delle faccende da sbrigare, in primis nei confronti della mia élite. Se ho subito quest'assurda, inaccettabile umiliazione la colpa è di una persona soltanto.

Il primo a entrare è Dodoria: si scrolla la polvere di dosso con le grosse mani callose, poi mi si affianca sorpreso di vedermi in attesa. Non lo voglio qui: gli affido subito un compito da svolgere.

«Ordina la partenza immediata. Inoltre voglio Vegeta nelle palestre immediatamente, ho in serbo per lui un allenamento speciale.»

«Sarà fatto.»

So che questa volta sarà difficile controllarmi ed evitare di ucciderlo ma ho così tanto bisogno di sfogare la mia furia che non posso farne a meno. Desidero distruggere, dilaniare, godermi un po' di sana sofferenza altrui: il mio bambolotto sarà perfetto a intrattenermi un po'.

Zarbon entra dal portello poco dopo passandosi una mano prima tra i capelli scompigliati e poi sull'uniforme per spolverarla. Mentre Dodoria sparisce tra i corridoi alle mie spalle il nemaniano si avvicina a me ma sembra esitare. Sa bene di dovermi delle scuse e teme ciò che ho da dirgli, è evidente. Fa bene a tremare.

«Lord Freezer...» esordisce appena arriva a un passo da me, ma non ha modo di continuare.

Non mi muovo: è la mia coda che scatta con una rapidità inaudita e si avvolge attorno al suo collo, trascinandolo verso il basso per costringerlo a inginocchiarsi. Lui non oppone resistenza: senza neanche tentare di liberarsi si piega poggiando i palmi aperti a terra e sono pronto a scommettere che sia certo che la sua esistenza sia ormai giunta al capolinea.

«Sai di chi è la colpa di tutto questo, vero Zarbon?»

Tenta di annuire.

«Non c'è nulla di più inutile di un Consigliere che non sa consigliare, non trovi?» lo minaccio. «Hai fatto un errore così grande che mi viene voglia di staccarti quel bel faccino dal collo e lasciarlo a Cooler come ricordo della sua vittoria.»

«La prego, Lord Freezer...»

La sua voce - quel poco che riesce a fuoriuscire - è tremante e piagnucolosa, pregna di terrore. Musica per le mie orecchie.

«Ovvio che mi preghi. Hai idea di cosa io abbia dovuto subire a causa tua? Hai la minima idea dell'umiliazione che ho provato?» stringo la presa sul suo collo fino a percepire l'aria bloccata nella trachea e lui subisce in silenzio, sottomesso e devoto fino alla fine, consapevole del suo errore e pronto a pagarne con la vita. Desidero ucciderlo, non posso negarlo: quando il suo corpo sussulta in preda agli spasmi devo far ricorso a tutta la mia forza di volontà per costringermi ad allentare la presa.

Freezer: Origins | DragonBallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora