Anoria mi porta un calice, rapido come sempre. Me lo porge con fare servile calando la testa dinnanzi a me e a Dodoria e non esitando a voltarsi e uscire appena lo prelevo dal vassoio d'ossidiana su cui era poggiato.
Faccio un corposo sorso godendomi il retrogusto amaro di quella bevanda che ha sempre il potere di rendere più lucida la mia mente.
«Non ha senso continuare» dice Dodoria dando voce ai miei pensieri. «Ma io sono certo che quei luridi bastardi abbiano qualcosa da nascondere.»
Annuisco anche se sto pensando ad altro. Qualche anno fa sarebbe stato impensabile farlo ragionare in questo modo: la vicinanza con Zarbon e le innumerevoli missioni che hanno svolto assieme prima che gli fossero assegnate le loro squadre personali gli ha fatto più che bene, oltre ad avergli sciolto la lingua. Non è ancora all'altezza del nemaniano, tuttavia presto ascolto volentieri anche ai suoi consigli: il punto di vista di un essere rozzo come lui, così diverso dal nostro, può sempre rivelarsi utile.
In ogni caso ha ragione. Negli scorsi tre giorni, nonostante mi fossi ripromesso di smetterla, non ho potuto fare a meno di torturare un ennesimo Saiyan ottenendo il medesimo risultato: un altro buco nell'acqua, un'altra vita che si è conclusa inutilmente così com'era iniziata.
«Hanno di certo qualcosa da nascondere» confermo. «Ma sono d'accordo con te: ha poco senso continuare. Prima o poi i Saiyan si accorgerebbero che mancano alcuni di loro e potremmo davvero aspettarci una rivolta.»
Un altro sorso, un'altra stilettata di lucidità che mi attraversa il cervello. Val si estende dinnanzi alla mia enorme finestra col suo terreno chiaro e la sua atmosfera cupa che lascia calare a malapena la luce dell'Astro Nero sui sottili fili d'erba ricoperti di brina. In lontananza scorgo le truppe intente ad allenarsi sul suolo del pianeta sfruttando la gravità aumentata, anche se in minor misura rispetto a quella del pianeta Vegeta.
Il gruppo di Saiyan che ho portato con me non è così grande: è composto da circa un migliaio di uomini e io so che non avrebbero alcuna speranza se decidessero di unirsi tutti assieme contro il mio esercito. Tuttavia mi costringerebbero a eradicarli senza pietà. Se la voce di un massacro ai loro danni arrivasse su Vegeta questa sarebbe esattamente la scusa che il Re Scimmione attende per potermi attaccare, e non sarò di certo io a fornirgliela.
E inoltre...
Reprimo questo pensiero.
«In questi anni i Saiyan hanno conquistato per te più di cento pianeti» dice Dodoria e sembra riflettere. «Non ti consiglio di farteli nemici.»
Annuisco. Non mi sta dicendo nulla di nuovo, sto iniziando ad annoiami.
«Che mi dici del principe?»
«È arrivato qualche ora fa» mi conferma, proprio come credevo. «Appena è atterrato assieme alla sua guardia del corpo gli abbiamo riferito della sua missione e lui non ha perso tempo prima di buttarsi nelle palestre.»
Mi viene da sorridere.
«Vegeta, Vegeta...» sussurro, roteando il calice e osservando il liquido sanguigno scorrere lungo le pareti di vetro.
Sono davvero lieto di constatare che non è affatto cambiato. Per fortuna la lontananza da me non lo rammollisce come avevo temuto la prima volta che, secondo i patti, fui costretto a lasciarlo sul suo pianeta dopo un anno di permanenza tra le mie truppe. Ammetto che fu difficile distaccarmi da lui: ormai ci allenavamo assieme molto di rado nonostante lui mi cercasse con particolare insistenza, ma quelle poche volte era sempre un piacere schiacciarlo fino ad annichilirlo. Finalmente potrò giocare con lui molto presto.
Sto per parlare quando la porta meccanica si apre e attraverso il vetro della finestra scorgo Zarbon farne capolino. Avanza fino ad affiancare Dodoria alle mie spalle e s'inchina.
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Freezer: Origins | DragonBall
FanfictionMolti anni prima della storia che tutti conosciamo Freezer era principe sul pianeta Cold numero uno, alla corte di suo padre. È da qui che inizia la sua ascesa grazie al suo immenso potere, alla sua ambizione e alla superbia che lo porterà a primegg...