Echi dal passato

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«Freezer...»

È a terra, agonizzante, disteso sul ghiaccio che pian piano si scioglie. Il sangue scuro che ruscella lungo il suo petto si divide in molti rivoli, insinuandosi tra le dita della mano con cui sta cercando di tamponare la ferita. Invano.

«Freezer...»

Mi è bastato un solo raggio letale per trapassarlo da parte a parte, un solo colpo. L'ho visto penetrare nel suo petto. L'ho percepito attraversare il cuore e farne esplodere le pareti.

«Perché mi hai fatto questo, Freezer?»

Perché gli ho fatto questo?

Alzo gli occhi. Tutt'attorno, sulle facciate della grotta che è diventata il nostro nascondiglio, sembrano dipingersi delle visioni. Le lastre di ghiaccio smettono di riflettere la mia immagine e diventano una tela su cui si muovono nuovi corpi. Il vento inizia a sibilare delle parole. Rimbalzano sulle pareti. Le sento.

«Ne vale davvero la pena?»

Mi rivedo nascosto con le spalle contro una parete di ghiaccio dietro la quale si muovono due corpi. Ho i polmoni vuoti, i piedi e la coda che non sfiorano il suolo per non fare rumore.

Mi sembra di riascoltare quei sussurri controllati, di avvertire il loro timore di farsi sentire e la loro urgenza. Erano convinti che io non ci fossi dato che mi avevano mandato in raccolta di cibo, ma i loro segnali non mi sono passati inosservati. Volevano restare soli, volevano allontanarmi... e per loro sfortuna sono stati poco attenti a nascondersi. Ci sono eccome.

«...ne vale davvero la pena? Se lo consegnassimo potremmo tornare tra i cinque clan. Potremmo dire che era fuggito e che abbiamo lavorato in segreto per catturarlo: così ci salveremmo la faccia e gli arcosiani ci accoglierebbero di nuovo tra i regnanti. Come se nulla fosse successo.»

Una voce più forte, tremante dalla rabbia.

«Hai idea di cosa stai dicendo? Se lo consegnassimo lo eliminerebbero! La sua immensa potenza andrebbe sprecata e perderemmo tutte le nostre possibilità di conquistare l'Universo intero. E poi è mio figlio. Quando l'ho plasmato sapevo i rischi che avrei corso. Non potrei mai fare una cosa del genere adesso.»

Il primo che ha parlato sbatte la coda a terra in un impeto d'ira. La caverna trema, alcune stalattiti si staccano dalla volta e vanno a infrangersi sul permafrost.

«E a noi? A me e a Cooler non pensi? Se uno di noi due dovesse venir preso t'importerebbe o non siamo abbastanza potenti da meritare la tua apprensione?»

Re Cold si irrigidisce, incrocia le braccia, i suoi occhi guizzano lontano. Non può dargli torto ma non ha altra scelta.

«Questa situazione non è ciò che meritate, ma neanche lui merita ciò che tu chiedi.»

«Padre, ti chiedo perdono, ma questa ti sembra una condizione accettabile? Per colpa di Freezer siamo costretti a fuggire per evitare che ci uccidano! E abbiamo anche perso la nostra nobiltà... eravamo re e lui ci ha resi schiavi!»

Un altro pugno sulla parete, che si spacca perfettamente a metà alle mie spalle. Forse le parole sono solo pronunciate, ma nella ristrettezza della grotta sembrano urlate.

«Smettila di pensare al tuo trono più che a tuo fratello, dannazione! Lui non ha colpa per ciò che è!»

«Io ne ho ancor meno. E in ogni caso se sapessi di essere un tale problema per la mia famiglia mi consegnerei di mia spontanea volontà. Non avrà la colpa d'essere un mutante, ma ne ha di essere un codardo.»

Freezer: Origins | DragonBallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora