Il misterioso vagabondo

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Kyui entra nella stanza prima di quanto mi aspettassi portando con sé la notizia.

«Lord Freezer, c'è un guerriero a bordo di una piccola nave che chiede di lei.»

«Di chi si tratta?»

«Non ha voluto dirci altro se non di volerle parlare. Sono ai suoi ordini.»

«Fallo entrare.»

Una premessa del genere è già poco allettante di per sé, ma decido di assecondarlo. Se ricordo bene chi sia potrei avere qualche sorpresa.

Lo portano da me in pochi minuti e appena lo vedo lo riconosco immediatamente: è uno dei pochi temerari che, durante l'asta, si sono presentati da soli in rappresentanza non di un pianeta ma di se stessi. Un atteggiamento che mi trasmette un'infinita superbia ma al contempo non è molto diverso da quello di Zarbon, che si è preso la mia fiducia e la mia ammirazione con la forza.

Arriva dinnanzi a me avanzando ad ampie falcate. Lo osservo: il suo volto rettiliano è sorridente e sembra non aver paura. La pelle squamata, nera come la notte, è così intensa da catturare il mio sguardo. Gli occhi rotondi sono scuri tanto da confondersi con il resto del viso se non per la luce che riflettono. Pian piano ricordo anche il suo combattimento, la reale motivazione che mi ha spinto a notarlo. È vero che Dodoria non brilla esattamente per intelligenza, ma lui è riuscito a colpirlo diverse volte cogliendolo di sorpresa con una gran rapidità.

Si ferma dinnanzi a me, schiena dritta, braccia incrociate, sguardo fiero.

«Chi saresti?»

La sua lingua sottile guizza da destra a sinistra, lasciando una densa scia di bava sulle labbra coriacee.

«Conta davvero come mi chiamo? Non sono venuto per questo. Sono venuto a sfidarti, potente Freezer.»

Superbo, troppo. Presuntuoso, anzi. Crede davvero di poter affermare qualcosa del genere con tanta leggerezza?

«E perché mai?»

Si stringe nelle spalle.

«Ho sentito ciò che narrano di te e ho partecipato all'asta perché voglio un pianeta e tu sei in cerca di guerrieri validi. Mutuo interesse. Non mi hai scelto, ma forse se ti dimostro che me lo merito me lo concederai ugualmente.»

«Vorrai almeno dirmi da dove vieni.»

«Ho smesso di ricordare il nome di quel pianeta molto tempo fa. Diciamo che mi piace cambiare.»

Forse vuole risultare divertente ma non ci riesce affatto. Irritante, ecco cos'è.

«Non hai nome, non hai razza. Dimmi, in che modo dovrei rivolgermi a te?»

«Un vagabondo, ecco come potresti definirmi.»

«Un vagabondo insolente.»

Lo scruto da capo a piedi. Sembra potente, i muscoli che gli affiorano sotto la pelle scura sono irrorati da una fitta rete di vene. Tuttavia non pare essere neanche vagamente una minaccia.

«Sei certo di aver sentito tutto ciò che narrano di me? Dalla tua sicurezza non si direbbe.»

«Non dovresti sottovalutarmi» sorride lui. Sfacciato, sì, ma anche sicuro di sé: troppo per i miei gusti.

«Ti ho visto combattere e so che non sei minimamente alla mia altezza.»

«Dimostrerò il contrario.»

«E sia. Se ci tieni tanto a sfidarmi avrai ciò che vuoi. Sappi però che ci sono delle condizioni, e purtroppo non sono sempre convenienti per te.»

Freezer: Origins | DragonBallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora