Il pianeta degli Scimmioni

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La prima cosa che noto di questo pianeta è la gravità incredibilmente intensa che mi pesa sulle spalle come se qualcuno vi facesse pressione. Ovviamente per me non è che un fastidio, mentre per i miei uomini sembra essere molto più insopportabile tanto che le loro gambe tremano nello sforzo di mantenersi eretti. Almeno adesso una cosa mi è chiara: la velocità che quel ragazzino mi ha mostrato durante il combattimento non è frutto della sua abilità. Deve essersi sentito una piuma a gravità zero sulla mia nave.

Il pianeta Vegeta non è né più variegato né tantomeno più entusiasmante di quanto apparisse dalla nave. Tutto è proprio come si intuiva dallo spazio, dagli ampi deserti al grande oceano che si intravede in lontananza attraverso l'atmosfera brulla e i rilievi rossicci. Mi ricorda quasi Nemanan e forse è così anche per Zarbon perché lo vedo scrutare i dintorni con circospezione, le braccia strette al petto. Una sola cosa è certa: questa roccia non è candidata a essere il mio pianeta numero uno.

Com'è ovvio la mia venuta era attesa. Appena esco dalla nave mi accoglie una piccola delegazione di Saiyan in divise orribilmente rozze che mi attende in semicerchio poco più in là. Non riesco a fare a meno di notare le code pelose che fuoriescono dall'armatura e si attorcigliano alle loro spalle.

Oltre a disgusto di quella visione provo una certa nostalgia. Era un po' che non discendevo personalmente su un pianeta, ammetto che la cosa iniziava a mancarmi.

«Lord Freezer, è un piacere accoglierla sul nostro pianeta.»

«Non è una frase che sento dire spesso.»

Lo vedo sorridere. È già più sfacciato di quanto desiderassi, non che sia una sorpresa.

«Il mio nome è Gherkin e sono il primo consigliere del Re Vegeta. Se me lo permette l'accompagno al suo cospetto.»

Queste parole mi fanno sorridere. Mi sembra di avere a che fare con un bambino ingenuo che non ha idea di ciò che dice, ed è solo perché in qualche modo ciò mi diverte che gli risparmio la vita. Per ora.

«Accompagnami» lo assecondo.

Si accorgerà presto di chi è il re, tra me e quello scimmione che è il suo.

* * *

La sala del trono è davvero maestosa, degna di un sovrano più di quanto mi sarei mai atteso.

Mentre avanzo sul largo tappeto rosso, che mi piace immaginare sia stato steso apposta per accogliermi, il mio sguardo si perde verso l'alto nel tentativo di vedere la fine delle alte colonne che costeggiano la sala creando due navate laterali. Non hanno una fine. Gli alti capitelli sono celati da drappi chiari che pendono tra una colonna e l'altra dando all'intera stanza un'aria pomposa quanto quella di colui che siede sul trono.

Se trono possiamo chiamarlo. È null'altro che una sedia ricoperta di velluto, sovrastata da una decorazione a punta che ricorda vagamente un incendio in atto. L'unico suo lato positivo è che sembra abbastanza comoda, ma credo che avrò modo di constatarlo di persona.

Mi avvicino affiancato da Zarbon, Dodoria e la piccola delegazione saiyan con alla guida quel consigliere dal nome ridicolo. La sala è piena di uomini e tutti i loro occhi indugiano su di me, ma nessuno osa parlare finché non arrivo di fronte al trono e posso finalmente guardare negli occhi colui che vi siede.

«Lord Freezer» mi saluta.

Resta perfettamente dritto sulla sua seduta, le mani strette ai pomelli, gli occhi che non si distaccano dai miei. Tutto nella sua figura mi trasmette la tensione che lo sta divorando. In effetti non deve essere tanto piacevole avere dinnanzi a sé, sul proprio pianeta, un rinomato conquistatore e usurpatore di re.

Freezer: Origins | DragonBallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora