Da bravi fratelli

385 19 66
                                    

Il pianeta numero uno di Cooler è totalmente diverso da come me l'aspettavo. Conoscendolo me l'ero immaginato molto simile a quello di mio padre: non avrei potuto essere più lontano dalla verità. Il pianeta Cold numero uno ha un'atmosfera immobile, quasi come se fosse immerso in una stasi gelida; questo invece sembra ribollire di vita e voler esplodere da un momento all'altro. L'unica cosa che ha in comune con il pianeta di mio padre è il freddo pungente, la prima cosa che mi colpisce appena esco dalla nave levitando sul mio trono. E mi colpisce letteralmente: vengo travolto da un vento imperioso, una sorta di tornado che solleva sabbia chiara e rende i dintorni sfocati dietro una cortina polverosa.

La seconda cosa che attrae la mia attenzione è il cielo, rosso come il sangue di molti degli alieni a cui l'ho stillato. Non ho la minima idea di cosa mio fratello trovi di conveniente nel rimanere in questo luogo irritante, a maggior ragione perché è stato lui a voler spostare qui la sua residenza. Il suo reale pianeta numero uno, quello che nostro padre gli ha assegnato il giorno in cui è andato via, deve esser stato davvero pessimo perché questo gli sembrasse più attraente.

Spingo il trono nella tempesta seguito da Zarbon e Dodoria. Mi presenterò ben comodo sulla mia poltrona, ovviamente, giusto per ricordare al mio caro fratello che la possiedo e che lui non l'avrà mai.

Mentre stiamo avanzando percepisco qualcosa e mi fermo di scatto: qualcuno si sta avvicinando a noi oltre la nebbia. Come credevo dopo qualche secondo ne emerge un gruppo di uomini variopinti in battle suit, che ci precede e si posiziona dinnanzi a noi a formare una semiluna. Attendo che ne compaiano altri ma non accade: sono soltanto in tre. Non posso fare a meno di chiedermi chi siano e presto loro confermano la mia teoria.

«Lord Freezer, le diamo il benvenuto sul pianeta Cooler numero uno» si inchina uno dei tre e i suoi capelli biondi danzano nel vento insistente. «Lord Cooler ci ha mandati ad accoglierla con tutti gli onori.»

Mi chiedo dove siano gli onori nell'essere accolto da un branco di feccia come loro, ma soprassiedo.

«Siete la sua élite?» domando. Non può essere altrimenti: è l'unica cosa che dia un minimo senso alle parole di questo soldato.

Colui che ha parlato resta per qualche attimo interdetto; forse è la parola élite ad averlo confuso, perché dopo qualche attimo annuisce.

«Sì, siamo i suoi Alti Guerrieri» conferma il biondino.

Trattengo a stento le risa. Alti Guerrieri: che il buongusto di mio fratello latitasse era ormai assodato, eppure non smette mai di stupirmi.

Lo osservo chiedendomi chi mi ricordi dato che pare avere un viso conosciuto: devo aver incrociato da qualche parte qualcuno della sua razza, evidentemente. Tuttavia questi pensieri non durano molto: il vento inizia a infastidirmi quasi quanto questi ridicoli convenevoli.

«Quanto altro tempo passeremo in balìa dell'uragano? Portami da lui» gli intimo.

Lui sembra scosso dalla mia veemenza ma quell'attimo di tentennamento svanisce subito. Non deve esserne abituato: di certo mio fratello li avrà abituati poco a prendere ordini, anzi non mi sorprenderebbe se desse loro anche qualche carezza di incoraggiamento prima di ogni missione. La sua mollezza mi ha sempre dato il voltastomaco.

L'Alto Guerriero si volta senza una parola e io lo seguo, assicurandomi che alle mie spalle Zarbon e Dodoria riescano a stare al passo.

* * *

Il Palazzo è molto imponente anche se più piccolo di quel che pensassi; del resto su un pianeta del genere sarebbe impossibile piantare una corte come quella che avevo commissionato su Netiko. In ogni caso, però, non fa che deludermi proprio come mi aspettavo: le pareti sono spoglie, scavate nella roccia di una montagna, il pavimento è nero come il cosmo e se ci poggiassi i piedi forse mi sembrerebbe di crollare nel vuoto abissale.

Freezer: Origins | DragonBallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora