Freezer: Origins | DragonBall

Meteore

«Sei pronto a provare l'umiliazione di aver perso contro tuo fratello nel suo stato depotenziato, Cooler?»

«Questo è da vedere.»

Mi guarda, ridendo beffardo. Sa che stiamo giocando come abbiamo sempre fatto, ma ora il gioco è diventato più maturo. Siamo cresciuti entrambi dall'ultima volta che abbiamo combattuto: ci siamo lasciati che eravamo principi, adesso siamo Lord. Eppure non posso negare che il brivido della lotta contro di lui sia sempre qualcosa di speciale.

Mi sgranchisco la coda facendola roteare alle mie spalle.

«Rendiamo le cose più interessanti?»

«Oh, no, non iniziare con le tue scommesse» ride lui. «Cosa vuoi se perdo? La mia nave? Il mio pianeta? La mia testa?»

«Non essere ridicolo» lo schernisco. «La tua nave e i tuoi uomini non mi servono. Il tuo pianeta è inutile. E la tua testa me la prenderò da solo. No, dato che sei arrivato fin qui ad avvisarmi voglio farti divertire... ho l'impressione che tu non abbia gradito lo spettacolo.»

«Tu parli troppo. Cosa c'è in palio?»

«La vita del traditore. Che ne pensi? Il vincitore deciderà come eliminarlo.»

Sorride, scuotendo il capo.

«Io non sono un sadico. Infliggere dolore non mi fa godere come accade a te.»

Mi stringo nelle spalle, ma dentro di me mi sento punto nell'orgoglio.

«Allora se vincerai potrai dargli una fine dignitosa. Sappi che altrimenti la sua sofferenza non sarà paragonabile alle pene dell'inferno.»

Sembra rifletterci. Lui dice di non essere come me, ma io so bene che in fondo siamo molto simili. Infine annuisce.

«Oltre a questo, se vinco mi cederai quello.»

Indica il mio trono con un cenno del capo.

«Non pensarci neanche, quello è fuori dai giochi.»

«Dai già per scontato di perdere, vedo.»

Dannazione.

Mi metto in posizione d'attacco.

«Bene. Le regole sono formulate. Si comincia?»

«A te il primo passo, signorina.»

La rabbia che mi infiamma è così potente che a stento riesco a evitare di evolvere nella seconda forma. Mi trattengo: voglio atterrarlo in questa mutazione e dimostrargli che non deve sminuirmi.

Mi lancio verso di lui in un impeto, lasciandomi dietro una scia di energia che viene pian piano inghiottita dal vuoto siderale. Carico un pugno ma lui lo para con entrambi gli avambracci, mettendosi in posizione di difesa. L'impatto è così forte da lasciar sfuggire qualche scintilla di energia.

«Non male» dice. Prima che possa rispondergli lo vedo svanire e il mio braccio, privo d'appoggio, slitta in avanti facendomi sbilanciare. Mi rimetto dritto quasi subito, voltandomi di scatto.

Come credevo è alle mie spalle. Il suo colpo di coda è così rapido che riesco a stento a scansarlo scivolando di lato.

Iniziamo davvero, davvero male. Non sono ancora riuscito a colpirlo e già mi fa resistenza. Provo a rispondere a mia volta con un colpo di coda che stavolta s'infrange sul suo fianco costringendolo ad arretrare. Non è stato un colpo potente, ma gli ha fatto male.

«Sei bravo a copiare le mosse altrui» mi provoca.

«Taci!»

Mi lancio di nuovo verso di lui ma stavolta poco prima di colpirlo lo sorprendo: sparisco, ricomparendo alle sue spalle, e gli sferro un potente pugno al centro della schiena che lo costringe a piegarsi in avanti per riprendere fiato.