Nella tela del ragno

245 15 54
                                    

Anno 737


Non c'è nulla che mi rende più furioso di chi non collabora, a maggior ragione quando collaborare è la sua unica opportunità e costui si ostina a resistere.

Schiaffeggio questo sporco Saiyan con la coda e lui sputa del sangue che mi imbratta il pavimento. Ormai le gambe gli cedono, non riuscirebbe neanche a stare in piedi se Dodoria non lo sorreggesse tenendolo per i polsi a braccia aperte; il mio Comandante non pare meno schifato di me a quel contatto.

«Credi di essere un eroe? Sei davvero convinto che qualcuno si ricorderà di te dopo che ti avrò fatto a pezzi?»

Mugola, non articola nulla di sensato e questo mi fa imbestialire. Penso che Ginew non mi sia mai mancato tanto. Purtroppo però quando ho deciso di affidargli la sua Squadra Speciale e di regalare loro il pianeta Freezer numero venticinque ho accettato implicitamente di non poter più utilizzare lo Sdoppiamento a mio piacimento per la tortura e, nonostante gli abbia imposto di cercare qualcun altro della sua razza per sostituirlo in questo compito, pare che non mentisse quando diceva di non ricordare da dove arrivi. O forse vuole solo essere unico e insostituibile, chissà.

Adesso l'unica cosa che so è che questo Saiyan non si sta comportando come dovrebbe.

«Sai cosa ti accadrà se non parli immediatamente» lo minaccio. «Farai la stessa fine di Granium. E credimi, non ho alcuna pazienza di attendere prima di ridurti in quello stato.»

Trema visibilmente ma tenta di reprimere le sue emozioni.

Ormai tutti conoscono la leggenda del consigliere traditore che, dopo anni di torture, fu legato alla nave e trascinato nello spazio aperto finché la carne non divenne cenere e le ossa non sfuggirono alle corde a cui era stato legato, perdendosi per sempre nel vuoto. Quando decisi di concludere in questo modo la sua inutile esistenza mi assicurai di porre il suo corpo in un punto ben visibile dall'interno, presso delle grandi vetrate che permettessero a chiunque passasse di vedere il suo corpo sventolare nel cosmo. Solo così quel verme di Granium è riuscito ad acquisire una minima utilità: quella di fare da ottimo deterrente per chiunque pensi di mancarmi di rispetto.

Eppure stavolta anche quest'orrore pare non fare effetto e mi chiederei il perché se non lo sapessi così bene: lo stemma della casa reale risplende ancora sul petto del Saiyan, lucido, impresso anche oltre la battle suit. Non ho mai visto nessuno di più fedele al proprio sovrano di questi primati e quest'essere inutile sa bene che se parlasse la sua intera razza sarebbe in grave pericolo.

Maledetto Re Vegeta e maledetti scimmioni...

A un certo punto sembra tentare di accennare qualcosa. Le sue labbra si contraggono, emette dei sussurri. Quando capisco cosa sta dicendo lui non ha più alcuna possibilità di salvezza.

«Vaffanculo.»

A me...

Stringo i pugni fino a immergere le unghie a sangue nella carne. Quest'insolenza è qualcosa che non posso tollerare, non da un essere infimo come lui.

«Voglio sentire le sue urla fin dalla sala del trono» impongo a Dodoria e non ho intenzione di perdere tempo a guardare. Mi volto, saltando nella poltrona e spingendola lontano dalle mie palestre personali che, in quest'ultimo periodo, hanno assunto il ruolo di sala delle torture. Eppure ero certo che, prima o poi, qualcuno di loro avrebbe parlato. Questo Saiyan è il terzo che muore per la testardaggine di non voler svelare le intenzioni del suo Re: in fondo posso comprenderlo, data la pesantezza di ciò che dovrebbero rivelarmi, ma è assurdo quanto siano impavidi anche di fronte alla morte come se ciò cambiasse qualcosa.

Freezer: Origins | DragonBallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora