ZhengQuan // Zhu Zhengting x Li Quanzhe [ON HOLD]

Capitolo XII

Io amo Wenjun, non ho nulla contro di lui sia chiaro.
Io amo tutti in Idol Producer, sono tutti come figli per me.

偶像练习生-偶像练习生-偶像练习生

«Buongiorno Zhengting, buongiorno Quanzhe, tutto bene ?» si avvicinò Wenjun sorridendo.
«Si tutto bene te ?» rispose Zhengting.
«Bene, Quanzhe come stai da ieri ? Come va ora con la canzone ?» gli chiese Wenjun accarezzandogli la guancia.
«Tutto bene grazie a te» rispose innocentemente baciandogli la guancia come simbolo di ringraziamento.
Zhengting sentì una morsa al petto nel vederli così intimi fra loro, ma prese un respiro profondo e, con un braccio, avvolse le spalle di Quanzhe.
Lui lo guardò stupito per poi sorridere e avvicinarsi a lui mentre continuava a parlare insieme a Wenjun di qualcosa a cui Zhengting non importava.
Arrivarono alla mensa e si sedettero, la Yuehua si riunì lì e Zhengting da bravo leader chiese a tutti come stessero andando le loro performance.
Tutti sorridevano dicendo che stavano andando bene.
«Hey ! Zeren ! » disse Yanchen sedendosi accanto a lui.
Zeren arrossì nel vederlo sussurrando un leggero "Buongiorno".
Tutti iniziarono a ridacchiare sussurrandosi nell'orecchio a vicenda.
«Neanche fossimo in Mean Girls, dai parlate» disse Zeren in tono fintamente serio.
«L'ho sempre saputo» disse con risolutezza Xinchun.
«Cosa ?» domandarono all'unisono Zeren e Yanchen.
«Non fate i timidi l'hanno notato tutti» rise Quanzhe.
«Sono così fiero che tu ti sia trovato qualcuno come lui» disse orgoglioso Zhengting.
«Qualcuno spieghi»
«Da quanto state insieme ?» chiese Justin felice.
Fan Chengcheng si sedette e senza nemmeno chiedere fece un sorriso malizioso a Justin indicando con lo sguardo Zeren e Yanchen.
A Zeren mancava poco che uscivano gli occhi dalle orbite e Yanchen che stava tranquillamente bevendo sputò tutto in faccia a Wenjun.
«Questo cosa dovrebbe significare ? Ah, non volevate che lo sapessimo, ma dai è palese, siete così carini insieme e poi sul serio Zeren, pensavi veramente di poter nascondere qualcosa al tuo migliore amico ?» disse Wenjun ridendo mentre con un fazzoletto si asciugava la faccia, i vestiti più o meno erano salvi.
«Beh...ecco noi in realtà...» iniziò Yanchen.
«Siamo solo amici» disse con risolutezza Zeren riprendendo a mangiare.
«Ah, scusate credevamo...» iniziò Zhengting.
«Credevate male» disse Zeren alzandosi e andandosene via.
Wenjun si alzò e andò a rincorrerlo, Yanchen invece non fece altro che guardarlo, con le lacrime che minacciavano di uscire si alzò pure lui per raggiungere Zeren.
Wenjun riuscì a raggiungere Zeren e gli prese il polso
«Hey ! Scusaci è che noi credevamo-si fermò guardando il viso rigato dalle lacrime di Zeren- ma, perché piangi? Non pensavo—»
«Il problema è che tu non pensi mai ! Non ti sei mai accorto di qualcos'altro che non fosse Quanzhe, da quando lo hai conosciuto per te sono diventato un completo sconosciuto, non ti sei accorto intanto che mi facevi soffrire, come ti sentiresti se la persona che ami non ti considera per un'altra, come ti sentiresti se fossi rifiutato così malamente e sopratutto indirettamente, come ti sentiresti ! Lo capisci o no che Quanzhe non ti guarderà mai come vorrai tu, è inutile cercare di convincersi del contrario !» urlò a pieni polmoni Zeren.
Wenjun si bloccò stupito, Zeren lo amava e lui non aveva fatto altro che ucciderlo internamente.
Lui che c'è sempre stato, che l'ha sempre aiutato e supportato, ora gli stava urlando contro.
Zeren corse via e Wenjun non provò nemmeno a raggiungerlo, si accasciò a terra e si mise a piangere senza motivo, Zeren aveva ragione, aveva ragione su tutto e lui non se ne era mai accorto.
Era stato così stupido, ceco e stava facendo soffrire Zeren, il suo migliore amico.
Yanchen gli corse accanto cercando di raggiungere Zeren.
"Perdonami Zeren, scusami, non mi sono mai accorto di quello che provavi per me e ti ho fatto soffrire, non lo meriti questo trattamento, tu non devi amare una persona acida come me, senza cuore.
Yanchen ti prego, rendilo felice per me, trattalo come merita di essere" questo era quello che gli voleva dire, ma al posto di alzarsi, correre e raggiungerlo, strinse le ginocchio al petto e pianse.