SETTE

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Mi incammino col mio ombrello sotto alla pioggia scrosciante, pregando di arrivare a casa almeno con le mutande asciutte.
Cammino piano piano verso la mia metà, carica della borsa della spesa peggio dei Re Magi diretti verso Betlemme, finché non vedo una macchina nera affiancarmisi e tirare giù un finestrino. Vorrei mettere una mano sul taser che mi porto sempre dietro per le evenienze, ma purtroppo ho le mani occupate, il che vorrebbe dire che dovrei mollare per terra la borsa e far bagnare tutto il ben di dio che ho sudato per andare a comprare.

Appena il finestrino si abbassa però, davanti a me compare la faccia del ladro di Waffles, che sorride all'asciutto.

Io continuo a camminare, ma il tizio si rifiuta di lasciarmi stare, continuando a seguirmi.

"Bisogno di un passaggio, Brontolo?"

"Se è un modo per riprenderti i Waffles sappi che non funzionerà" dico, annoiata, non fermandomi neanche a guardarlo.

"Un gentiluomo non può fare una proposta altruista ad una donzella?"

"Certo, ma purtroppo per me non vedo gentiluomini qui intorno"

Il ragazzo sbuffa sonoramente, per poi tirarmi un'occhiata annoiata e divertita.

"Dai Brontolo, sali. Giuro che non toccherò i tuoi amati Waffles"

Lo guardo di soppiatto, e siccome comincio a sentire i piedi che galleggiano decido di assecondarlo.

"Se hai intenzione di stuprarmi o di vendermi al mercato nero almeno prima lasciami mangiare i Waffles"

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"Se hai intenzione di stuprarmi o di vendermi al mercato nero almeno prima lasciami mangiare i Waffles"

Il ragazzo mi tira un'occhiata stranita.

"Sei sempre così diffidente?"

"Sono previdente. È diverso"

Gli indico la strada per tornare a casa e per fortuna non ho bisogno di usare il taser. Sembra innocuo dopo tutto.

"Ecco è questa" dico, indicando la mia umile dimora.

"Questa? Oh, quindi sei tu la nuova vicina che ha tentato di zittire mio fratello con un peluche"

Vicina?

Aggrotto la fronte.

"Tu sei il fratello di Manny?"

" L'unico e il solo. E comunque è Mason"

"Si, quello insomma"

Il ragazzo ride leggermente. Devo ammettere che i feromoni di questo tizio fanno un certo effetto anche a me.

Faccio davvero pena a ricordarmi i nomi se non si tratta di lavoro.

"Comunque io sono Nathan"

"Piacere Nathan, o forse dovrei chiamarti solo ladro di Waffles"

"E tu Brontolo? Hai un nome?"

"Si" dico semplicemente.

Nathan attente impaziente un proseguio di frase che in realtà non arriva.

"E posso saperlo?"

Sorrido gentilmente.

"No"

Il giovane sospira e gli scappa una risatina.

"Vorrà dire che continuerò a chiamarti Brontolo"

Gli lancio un'occhiataccia e apro la portiera.

"Grazie del passaggio, Lupin. A mai più rivederci"

"È stato un piacere anche per me, Brontolo"

Lo pianto lì come se niente fosse e rientro in casa, adagiando il mio prezioso sacchetto sull'isola della cucina.

Decido di immettermi nella doccia, togliendomi di dosso tutto lo schifo della pioggia. È bello stare sotto l'acqua calda dopo una giornata simile.

Finito di lavarmi, mi metto a preparare qualcosa da mangiare, e mi gusto il pasto davanti alla televisione. Quando mi mandano in questo tipo di missioni mi sembra di essere sul serio una persona normale, con una vita ordinaria.

Eppure dietro all'angolo c'è sempre un'ombra oscura pronta in agguato. Sarà meglio tenere alta la guardia.

A WHITE HAIR SECRETDove le storie prendono vita. Scoprilo ora