QUARANTACINQUE

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Arrivo fino alle macchinette strisciando i piedi dall'ansia. Non so cosa Coglionathan voglia dirmi, ma sicuramente sarà un colpo basso, come suo solito. Per la prossima missione mi assicurerò di essere mandata in un posto senza adolescenti di sesso maschile. A pensarci bene forse è meglio senza adolescenti, punto.

Lo vedo appoggiato alla macchinetta delle bibite che mi aspetta. La tensione si taglia col coltello ancora prima che io possa spiccicare parola.

"Hai finito di sputare limonata dal naso, principessa Eleonore?" mi prende per il culo.

Divento bordeaux in faccia.

"È colpa tua che hai l'abitudine di merda di arrivarmi alle spalle"

"Veramente sei tu che ogni volta che mi avvicino stai parlando di me in modo poco casto signorina" mi dice, con una vocetta irritante.

Il bruciore alle guance aumenta e nel frattempo un piccolo John Cena ha cominciato ad usare il mio stomaco per allenarsi col salto alla corda.

"Arrivi sempre al momento sbagliato"

"O al momento giusto, dipende dai punti di vista"

"O mi dici cosa vuoi o torno nel mio angolino a sputare limonata dal naso"

Lui incrocia le braccia e solleva un sopracciglio.

"Veramente dovresti dirmelo tu che succede, prima mi dici che non ti fidi, poi mi baci così a caso, poi mi eviti... Mi vuoi spiegare?"

Non dire cazzate. Non dire cazzate. Non dire cazzate.

"Sono schizofrenica"

Ma porca puttana.

"Okay, seriamente, qual è il tuo problema? La tappa dell'imbarazzo dovevamo averla già superata"

"E questo chi lo avrebbe deciso?"

Nathan si guarda un attimo intorno, probabilmente per essere sicuro di non farsi sentire.

"Lo abbiamo deciso io e te sul tuo divano. Ci mancava poco che mi slacciassi i pantaloni o sbaglio?"

La tonalità rosso pomodoro della mia faccia viene ufficialmente bypassata, raggiungendo un bel colorito melanzana. Qualcuno prenda una pala e mi sotterri, adesso.

"Beh in effeeetti... non senti anche tu un po caldo?!"

Comincio a tirarmi il colletto della maglietta. Sto sudando peggio di un toro portoghese e per la prima volta in vita mia mi mancano davvero le parole.

Nathan mi osserva confuso per qualche secondo, poi scoppia a ridere di gusto. Io non so che ci trovi di divertente.

"Che c'è?!" chiedo a denti stretti.

"Quando ti imbarazzi diventi peggio di un cartone animato, sei assurda"

"Io non sono imbarazzata..." dico con la voce strozzata. Faccio pena a recitare quando sono nervosa, lo ammetto.

"Ah no?" chiede lui, con tono di sfida.

"No" rispondo puntualmente. Mannaggia al mio orgoglio del cazzo.

Nathan coglie la palla al balzo e si avvicina precipitosamente. Io strizzo gli occhi, riluttante e allo stesso tempo speranzosa di un contatto tra le nostre labbra. Dopo qualche secondo però apro un occhio e noto che il ragazzo mi ha perculato alla grande. Mi sta fissando da vicino, con un sorriso vittorioso. Scoppia a ridere poco dopo.

"Sei un cretino!" commento scocciata.

"Dovresti vedere la tua faccia" ridacchia, divertito.

Gli tiro un buffetto sul braccio, ma per poco non scappa da ridere anche a me.

"Ma perché non ammetti che ti piaccio e basta? Sarebbe tutto più semplice" mi chiede alla fine.

"Te l'ho detto, non sono più interessata dopo la nostra litigata"

Menzogne. Calunnie e maldicenze. Enormi, giganti menzogne.

"Mmmh... io non ne sono così convinto"

"Beh abituatici"

Ma perché sono così cocciuta?!

"Beh, c'è un solo modo per capire chi ha ragione. O meglio, per farti capire che ho ragione io"

Gli rivolgo uno sguardo fintamente annoiato. Il solito egocentrico maniaco.

"E quale sarebbe?"

Il suo sorriso si trasforma in un'espressione malvagia e perversa. Non so cosa abbia in mente, ma credo di essermi fregata con le mie mani.

"Lo scoprirai durante la gita. Se avrai ragione non succederà niente. Se avrai torto..."

Sgrano gli occhi. Questo pazzo scellerato mi manderà al manicomio.

"E cosa avresti intenzione di farmi di preciso? Vorrei ricordarti che lo stupro è ancora illegale"

"Sai che non faccio certe cose. Inoltre anche se fosse, non servirebbe. Verrai tu da me, vedrai"

Aggrotto le sopracciglia.

"E me lo stai dicendo con così tanta sicurezza perché...?"

"Vedrai"

Detto questo fa per andarsene come se niente fosse.

"Ehi,ma dove vai,aspe.."

La campanella di fine pranzo suona e io rimango appesa ai miei dubbi come un pesce lesso.

"Ci vediamo Brontolo" mi dice solo, prima di sparire tra i centinaia di studenti sparsi per i corridoi.

Grandioso. Dovrò portarmi lo spray al peperoncino in gita.

Qualcosa comunque mi dice che non finirà bene per niente.

A WHITE HAIR SECRETDove le storie prendono vita. Scoprilo ora