TRENTUNO

8.7K 465 73
                                    

Si vede che oggi non avevo niente da fare? Si, si vede.
Buon noncompleanno.

Ti passo a prendere alle 8.

Continuo a ripetermi l'orario in mente, girovagando per la camera e massacrandomi le dita con la bocca. Oggi pomeriggio i mitici quattro mi hanno praticamente ispezionato l'armadio e mi hanno istruito alla perfezione su stasera, scegliendomi addirittura un abito nero e un paio di zeppe tremendamente alte, ma nonostante questo mi sento tremendamente in ansia. Sono negata per queste cose.
Sento bussare alla porta e per poco non mi viene un coccolone.

"Ehi Reel sei.."

Scott entra in camera e non fa in tempo a finire la frase che rimane a bocca aperta.

"Oh mio dio..."

Probabilmente sta per farmi una ramanzina su quanto sia pericoloso andare in giro troppo svestita per la mia salute o peggio.

"La mia bambina è diventata una donna"

Cerco di sorridergli, ma il mio sorriso viene tramutato in una smorfia inquietante a causa dell'ansia.

"Un momento... Tu non ti vesti mai così... Che devi fare signorina?"

Prendo un lungo respiro e mi siedo sul letto.

"Ho un appuntamento"

Scott mi guarda incredulo per qualche secondo, e poi comincia a balbettare.

"T-t-tu che cosa?! Oh mio dio, un appuntamento? C-con un ragazzo?"

"Certo che è con un ragazzo, se no perché sarei conciata così"

Vedo gli occhi di Scott diventare lucidi per una frazione di secondo.

"Sei bellissima Reel"

"Grazie" dico, commovendomi un pochino. Scott è l'unica persona di cui mi fido, per cui vederlo in queste manifestazioni di affetto è piuttosto bello ogni tanto.

"Vieni, voglio darti una cosa"

Mi alzo dal letto e lo seguo fino in camera sua. Vedo che fruga in fondo all'armadio ma non capisco che cosa stia cercando. All'improvviso tira fuori una scatoletta di velluto.

"Che cos'è? "

"Aprila"

Mi porge la scatola e appena spalanco il coperchio noto che contiene una collana finissima in oro rosso, con un pendente in opale nera.

"Era di tua madre. È uno dei pochi cimeli che si è salvato dall'incendio. La catenina originale era stata rovinata, quindi ne ho fatta fare una nuova, ma il ciondolo è quello vero"

Non fa neanche in tempo a finire di parlare che mi fiondo su di lui, abbracciandolo più forte che posso.

"Grazie mille Scott"

"Di niente piccola. Non sarò quello vero ma sono pur sempre il tuo papà"

Ci stringiamo forte per un attimo che sembra infinito, dopodiché sciogliamo l'abbraccio e ci asciughiamo le lacrime a vicenda. È bello poter avere qualcuno su cui contare. Mi faccio allacciare dolcemente la collana e devo dire che è proprio nel mio stile. Sono figlia di mia madre dopo tutto.

"E comunque prima di uscire io e te dobbiamo parlare"

Sollevo un sopracciglio. Oh no, questo tono non mi piace.

"Promettimi che userete le protezioni"

Divento bordeaux in faccia. Oh no, non affronterò questo discorso con lui.

"Scott!"

"È per il tuo bene"

"Lo so come funziona, accidenti"

Esco dalla stanza con lo spirito colmo di vergogna, mentre sento Scott che se la ride ancora dentro la sua stanza. Certe volte ha la capacità di pizzicare dei nervi fin troppi scoperti. È proprio uno sbirro.

All'improvviso sento suonare al citofono e per poco il mio cuore non implode. Mi sento male.
Vado in camera a prendere la borsa, ma quando sto per andare ad aprire noto che Scott è stato più veloce di me. Appena la soglia viene spalancata i miei occhi si incrociano con quelli di Nathan e per poco non mi cedono le ginocchia. Accidenti come si è tirato a lucido: una maglia bianca semplice, dei jeans neri, orologio al polso e il solito sorriso da cazzone.
Saluta Scott stringendogli la mano e poi posa lo sguardo su di me.
Appena mi vede sgrana gli occhi dallo stupore. Ecco lo sapevo, il vestito fa schifo. Voglio morire.

"Ciao" lo saluto timidamente.

"Ciao" mi saluta lui.

"Allora noi andiamo" dico a Scott, facendogli l'occhiolino.
Lui ci saluta e tutti e due ci avviamo in silenzio alla macchina.

"Sei.. Sei stupenda" mi dice Nathan, con un tono basito e piacevmente sorpreso.

Io, come se nulla fosse, apro la portiera della macchina e poi mi volto a guardarlo pregando Dio, Buddha, Allah e Ganesh che la mia faccia da culo non tradisca la mia terribile, terribile ansia.

"Una possibilità bel fusto. Io i tacchi una seconda volta non me li rimetto"

A WHITE HAIR SECRETDove le storie prendono vita. Scoprilo ora