TRENTATRÉ

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Il giorno dopo esco da casa con un sorriso a 32 denti. Sono felice di come è andata ieri, e non so sinceramente che cosa aspettarmi dalla giornata di oggi. Mi sento bene.

Vedo la macchina di Alan parcheggiata davanti a casa mia e salgo con fare rilassato. Appena entro nella vettura mi trovo gli occhi dei miei quattro consiglieri addosso.

"Che c'è?"

"Come che c'è, c'è che adesso devi raccontarci com'è andata!"

Arrossisco violentemente. Non sono abituata a parlare di queste cose.

"Beh siamo andati a giocare a biliardo e abbiamo fatto una scommessa, ma io ho perso perciò ho dovuto ammettere ad alta voce che Nathan mi piace, e ci siamo baciati e niente... Solite cose"

"Wow, quindi è andata bene!" esclama Wade.

"Batti il cinque sorella!" dice Ben, porgendomi la mano. Io lo assecondo, ridendo lievemente.

"Fermi, fermi, fermi"

La voce di Alan interrompe l'euforia del momento.

"Perché? È una cosa positiva no?" domanda Mason.

"Siamo solo all'inizio. Adesso ti devi preparare per la seconda fase"

Io sollevo un sopracciglio.

"Sarebbe?"

"Andare a letto con lui no?"

"OH NO, NON PARLEREMO DI QUESTO DAVANTI A ME, PARTI!" esclama Mason schifato.

Alan scoppia a ridere, e mette in moto l'auto, continuando a parlare.

"È per aiutare un'amica, Mason"

"Lo so, ma non voglio immaginare mio fratello che fa sesso, avanti risparmiatemelo"

"Non c'è pericolo, non succederà a breve" dico io, ridendo.

In realtà ci siamo andati molto vicini, ma questo dettaglio credo che me lo terrò per me. Mason potrebbe avere un mancamento.

"Beh, in ogni caso è stata una vittoria, per cui stasera festeggiare è d'obbligo!" esclama il chitarrista.

Arriviamo a scuola e io mi dirigo immediatamente alle macchinette, dato che senza un caffè non penso di poter superare la giornata. Appena arrivo però, caso vuole che io venga intercettata dal rompimento di cazzo supremo, alias Juliette. Arriva, non mi saluta neanche, e mi sbatte in faccia una foto presente sul suo cellulare. Siamo... Io e Nathan all'appuntamento di ieri?!

"Ma che diavolo.."

"Tu... Sei... Finita" ringhia.

"Sai che è illegale scattare foto alla gente e farle vedere in giro, vero?"

"Spiritosa.. La legge sarà l'ultimo dei tuoi problemi d'ora in poi"

Non faccio in tempo a rispondere che sento una voce provenire da non so bene dove.

"Foto per il giornalino!"

Un flash accecante mi fa strabuzzare gli occhi.

"Accidenti!" esclamo. Per poco non rimanevo cieca.

"Non finisce qui!" urla la psicopatica, andandosene di fretta insieme alle sue amiche stupide come dei comodini.

"Ma perché tutte a me" sbuffo.

Riesco a recuperare il mio caffè, e mi dirigo verso il mio armadietto. Come al solito è bloccato e mi ci vuole qualche colpo per aprirlo. Che palle.
Inizio a prendere i libri della mattinata e i miei pensieri divagano. Mi soffermo un secondo su quello che ha detto Alan poco prima. Nathan è stato con un sacco di ragazze, e io... Ho zero esperienza in questo campo. Potrebbe essere un problema. Non ho neanche modo di approfondire dato che non è che posso prendere uno a caso e chiedergli si scusa non è che possiamo fare sesso dato che devo fare pratica per quello che mi piace?
È una follia.

"Ciao"

Al risuonare di quella voce nelle mie orecchie mi prende un colpo e dallo spavento mi cade il caffè per terra.
Rimango a bocca aperta e miei occhi si incastrano in quelli di Nathan, che avuto la brillante idea di arrivarmi alle spalle. Risultato: ho rovesciato tutto.

"Ciao! Ehm.." cerco di fare finta di niente, ma è praticamente impossibile dato che c'è caffè ovunque.

"Non pensavo di fare paura" ridacchia lui, vedendo il mio disastro.

Sbuffo sonoramente.

"No, sono io che penso a cose a cui non dovrei pensare" dico, con tono di rimprovero per me stessa.

"Se stavi pensando a cosa ti farò se mai dovessi venire a letto con te capisco la reazione"

Sgrano gli occhi e divento viola in faccia. Nathan scoppia a ridere fragorosamente, mentre io gli do un buffetto sulla spalla e richiudo l'armadietto.

"Eddai, scherzavo"

"Come punizione per aver detto questa cosa ad alta voce mi aiuterai a pulire. Forza, scattare!"

Nathan solleva gli occhi al cielo e mi segue. Entriamo nel primo sgabuzzino disponibile, alla ricerca dello spazzolone, o di un rotolo di scottex.

Mi guardo in giro, e finalmente lo vedo: un pacco di rotoli di scottex sta proprio in bilico sopra all'ultimo scaffale.

"Vuoi arrivare fin lassù?" mi domanda il ragazzo, scettico.

"Vedi altra roba che potrebbe aiutarci a pulire?"

"Touché"

Detto questo, senza che me lo aspettassi, mi afferra dalle cosce e mi alza fino al pacchetto di scottex. Mi viene quasi da ridere.

"Non farmi cadere!"

"Ti tengo, tranquilla"

Afferro il pacchetto ma la plastica si spacca all'ultimo e come risultato ci vola addosso tutto, tanto che cadiamo entrambi, io sopra Nathan e il pacchetto di rotoli di scottex su di me.

"Auuch" si lamenta il ragazzo, scoppiando poi a ridere.

"Forse non è stata una grande idea" borbotto.

"Tu dici?"

Cerco di girarmi goffamente, levandomi i rotoli di scottex di dosso, ma grazie alla mia agilità da istrice obesa mi ritrovo esattamente sopra di lui, in una posizione piuttosto equivoca.
Vedo gli occhi del ragazzo perdersi per qualche attimo nei miei. È veramente bello. Per un secondo sembra che perda la lucidità: lo vedo scattare su con la schiena e afferrarmi vogliosamente. Un bacio quasi disperato mi fa sgranare gli occhi, e anche se forse non dovrei, mi lascio trasportare dalla sensazione di piacere. Le sue mani mi afferrano i fianchi da sotto la maglia e la presa fa scontrare i nostri bacini, provocandomi un piccolo gemito di eccitazione. Appena questo succede però, Nathan si stacca da me all'improvviso. Mi stringe in un abbraccio, quasi a tenermi ferma, mentre avverto il battito del suo cuore, che sembra stia per esplodere. Smette di muoversi, e per un attimo mi viene il dubbio di aver fatto qualche cazzata. Una frase detta subito dopo però mi illumina.

"Usciamo, altrimenti è la fine"

"Usciamo, altrimenti è la fine"

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