CINQUANTACINQUE

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Sono nella mia stanza e continuo a toccarmi il capelli nervosamente. Stamattina sono riuscita a riportare a casa Nathan, ma in compenso mi sono beccata una lavata di testa da Scott dato che siamo praticamente scomparsi per una notte.

"Visto che è la prima volta che ti salta in testa una cosa del genere passi, ma giuro che la prossima volta ti chiudo in casa per un mese in punizione!" aveva detto, alla fine della ramanzina. Mi dispiace di averlo fatto preoccupare, ma mi sono lasciata trascinare e ho perso la cognizione del tempo.

Dopo la sgridata però, avevo raccontato a Scott cosa fosse successo di preciso. O meglio, facendo due più due lo aveva capito da solo. Mai avessi tirato in ballo l'argomento: hai usato le protezioni? Gli hai chiesto se avesse malattie prima? Guarda che i ragazzi di oggi sono degli irresponsabili. Nathan mi sta simpatico, ma il sapere che ha violato la mia bambina mi fa leggermente venire voglia di mettergli un localizzatore nel telefono.

Il tutto naturalmente seguito da un piagnisteo su quanto la sua bambina fosse cresciuta e su quanto lui non se ne fosse accorto. Non so se i genitori normali reagiscono così, ma il mio è decisamente fin troppo strambo a volte.

Dopo la nostra bravata però devo dire che Mason invece mi ha comunque ringraziato per aver convinto Nathan a tornare. Spero che quella testa dura abbia parlato con sua madre e sia riuscito a chiarire le cose. A quella famiglia serve un po' di tranquillità.

I miei pensieri vengono interrotti dal citofono che suona. Dopo la nostra notte da dispersi abbiamo deciso di comune accordo di uscire ufficialmente come una coppia. All'inizio ero contenta della cosa, ma ora non so bene come reagire. Sembra che un pitone mi stia stritolando lo stomaco da quanto sono nervosa.

Tiro un grande sospiro.

"O la va o la spacca" commento, uscendo dalla mia camera e imboccando le scale.

Sulla soglia trovo Nathan e Scott, intenti a parlare del più e del meno. Scott ha un sorriso di cortesia abbastanza strano. Spero non stia pensando di fare una ramanzina anche a Nathan, perché potrei scavare un buco e sotterrarmi in salotto dalla vergogna. Certe volte se ne esce con delle cose allucinanti.

"Ehi" mi saluta Nathan. Ha uno sguardo dolce e penetrante, tanto che le mie ginocchia si trasformano presto in budino.

"Ehi" rispondo, cercando di essere il più naturale possibile.

"Noi andiamo" dico poi, rivolgendomi a Scott.

"Cercate di non sparire di nuovo voi due! E USATE IL PRESERVATIVO, SONO TROPPO GIOVANE PER DIVENTARE NONNO" urla Scott, mentre siamo ormai fuori dalla porta.
Mi passo una mano sulla faccia in segno di resa.
Nathan scoppia a ridere fragorosamente una volta che la porta di casa mia viene definitivamente chiusa.

"Imbarazzante" commento io.

"Fa spaccare, darei oro per avere dei genitori come lui" continua a dire, ridendo.

"Prova tu a sopportarlo quando comincia a volerti spiegare come funziona l'utero, poi ne riparliamo"

Scoppiamo a ridere entrambi, dopodiché ci lasciamo andare ad un piccolo bacio di saluto.

"Allora, dove andiamo di bello?" chiedo.

"Sorpresa Brontolo" mi dice lui, facendomi l'occhiolino e cingendomi con un braccio.

"Credevo che il soprannome Brontolo fosse caduto in disuso" commento.

"Se vuoi posso chiamarti piccola ma quello è più un nomignolo che uso con le ragazze di cui non mi ricordo il nome"

"Di cui non ti ricordi il nome?"

"Beh si, metti che sei nel bel mezzo di una sveltina ma l'hai appena conosciuta come fai a chiamarla? E poi..."

"Lasciaaamo stare, Brontolo va più che bene" ritratto.

Nathan solleva le sopracciglia.

"Sei gelosa per caso?"

"No, è solo che non mi va di sentire i racconti delle tue performance con altre ragazze" puntualizzo.

Lo vedo ridere sotto i baffi. Forse non gli dispiace che sia un pochino gelosa.

"Tranquilla Brontolo, le mie carte migliori sono pronte solo per te" mi prende in giro.

Divento ancora più rossa di quanto non fossi già dato che mi passano davanti varie immagini della performance del giorno prima.

"Ti sembrano cose da dire ad alta voce!?" mi lamento, sottovoce.

"No, volevo solo godermi la tua faccia bordeaux. Sei bellissima quando ti imbarazzi"

Gli mollo un buffetto su un braccio, ma non posso fare a meno di scoppiare a ridere.
Saliamo in auto e finalmente partiamo alla volta del nostro primo appuntamento ufficiale.

Nathan Bennet, dove mi porterà la tua pazzia?

A WHITE HAIR SECRETDove le storie prendono vita. Scoprilo ora