VENTUNO

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"E guai a voi se provate a mollarmi di nuovo da sola in un posto del genere!" sbotto in faccia ai quattro disgraziati che hanno subito la mia collera fino ad ora.

"Te l'abbiamo detto, pensavamo ti stessi dando da fare con ..."

"Non dirlo! Mi viene ribrezzo solo al pensiero"

"Beh non è che tu abbia proprio un tipo di ragazzo ideale a cui possiamo fare riferimento per capire se ti piace qualcuno o meno"

Mi passo una mano sulla faccia in segno di disperazione. Mi manderanno al manicomio.

"Voi non dovete capire, mi bastava che aspettaste 5 minuti di numero"

"Beh, ma almeno te lo sei fatto o no?" domanda Alan, incuriosito.

Non so perché mi passa davanti agli occhi l'immagine di Nathan coi pantaloni slacciati. Stupidi ormoni adolescenziali.

"Certo che no, non voglio mica prendermi la mononucleosi sai?"

"Eppure sei tutta rossa in faccia" osserva Mason.

Spalanco la bocca per dire qualcosa, ma per la prima volta in diciotto lunghi anni non ho niente da dire. Incredibile. Mi sto rammollendo.

"Uuh, a quanto pare Eleonore si è presa una cotta per qualcuno alla festa" mi prende in giro Ben.

In casi di emergenza come questo c'è una sola cosa da fare: negare fino alla morte.

"Non è vero, è solo che ho bevuto un po' tutto qui"

"Dicono tutte così... Certo che proprio il drogato del villaggio.. Avevo troppe speranze nel tuo buongusto" bonfonchia Alan.

"NON È PASTICCA CHE MI PIACE, PIANTALA!"

I quattro si soffermano un secondo e vedo i loro minuscoli cervelli intenti ad analizzare quello che ho appena detto.
Comincio a preoccuparmi quando vedo dei sorrisi maliziosi comparire uno dopo l'altro.

"Quindi avevamo ragione, c'è qualcuno che ti piace" ridacchia Wade.

"Eleonore è innamorata" gallineggia Ben.

"Adesso hai l'obbligo morale di dirci chi è" sorride maligno Alan.

Mason ride di gusto vedendo il mio spirito venire torturato in questo modo. Begli amici.

"La volete piantare? Non mi piace nessuno qui, e di sicuro non mi prenderò una cotta proprio mentre sto lavorando!" mi rendo conto delle parole che mi sono uscite dalla bocca solo quando ormai ho gli occhi dubbiosi dei quattro addosso come delle calamite.

" Lavorando? " ripete Mason.

" Beh sì, lavorando. Mi sto impegnando tanto per la scuola e per ambientarmi e non voglio rovinare tutto. È un lavoro faticoso"

Salvata in corner.

"Sarà anche una rottura, ma ai sentimenti non si comanda" mi risponde Alan.

"Già, se ti sei presa una cotta non è colpa di nessuno e non è detto che sia un male" mi sorride Mason.

Sospiro. Ormai si sono fissati. Non arretreranno mai.

"Tanto non ve lo dico chi è"

Questo li terrà impegnati. Per un po' dovrebbero lasciarmi in pace.

"Ma come!?"

"Adesso devi dircelo!"

"Avanti, così non vale!"

"E poi possiamo aiutarti a fare la tua prossima mossa!"

A quanto pare la mia decisione ha sortito l'effetto contrario, per cui la piccola me interiore si sta lentamente disperando e sta pregando nostro Signore che questo supplizio da interrogatorio di quart'ordine finisca in fretta.

" Non vi dirò niente, così imparate a lasciarmi da sola"

Addento il mio Mcchicken con tutta la foga che il cibo mi fornisce. Dopo una serata del genere non poteva mancare una sosta da McDonald alle 3 del mattino. Non so come farò ad andare a scuola domani, ma di sicuro sarà una bella rogna.

Non faccio in tempo a gustare tutto il mio panino che una voce tremendamente assillante mi perfora i timpani.

Vicino alla nostra auto accosta un altra macchina, con a bordo quattro persone. Alla guida c'è niente poco di meno che il fratello malvagio di Mason, che naturalmente è passato da ragazzo oscuro e tormentato a galletto della serata in meno di cinque minuti dopo esserci parlati. Non avevo dubbi.
Al suo fianco una Juliette trionfante ci squadra dalla testa ai piedi e sembra volermi trafiggere con lo sguardo. Si brava, hai vinto, ti stai per fare Lupin, tutti contenti.

"Ciao ragazzi! Anche voi qui"

Io la devo uccidere prima o poi. Devo controllare se tra le scorte ho ancora un po' di veleno.

"Ciao anche a te cosa" borbotto.

"Cos'è, visto che non hai concluso niente stasera ti ammazzi di hamburger per non pensare alla tua disastrosa vita sessuale?"

Mentre dice questa boiata gigantesca Nathan scende dall'auto e le si affianca.

"Sempre che ci sia qualcuno in grado di sfondare quel muro di arroganza e convinzione che ti ritrovi al posto della personalità" conclude poi.

"Quella bibita che ti ho rovesciato in testa non è stata sufficiente a far tornare il tuo cervello dal mondo dei morti vedo. Non che avessi particolari speranze" rispondo a tono, bevendo un sorso abbondante di coca cola.

"Veramente qualcuno che le interessa c'è eccome" se ne esce Ben, cercando di fare un'uscita trionfale per zittire Juliette.

Per poco io non mi strozzo, vomitando la coca cola dal naso e cominciando a tossire come una tossica. Ma che cazzo gli è preso!?

Alan termina un polmone di Ben con una gomitata in una costola, ma ormai il danno è bello che fatto.

"Ma davvero?" chiede Coglionathan, con un sorriso compiaciuto sulla faccia.

"Sicuramente sarà qualche sfigato di terza categoria. D'altronde è il massimo che ti puoi aspettare"

"Oh avanti non può essere così male"

"MI SONO APPENA RICORDATA DI ESSERE LESBICA. ANDIAMO A CASA!?" strillo come una papera isterica.

I miei quattro accompagnatori si fiondano in macchina, e io li seguo a ruota. Di male in peggio. Cos'altro potrebbe andare storto in questo paese di pecorai?!

A WHITE HAIR SECRETDove le storie prendono vita. Scoprilo ora