QUARANTOTTO

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Torniamo dalla giornata vunci e distrutti. Abbiamo passato praticamente tutta la giornata a fare biologia, o meglio giardinaggio. Non so che razza di scuola porta le proprie classi quarte e quinte a fare simili attività. Conoscendo il preside la risposta sarebbe è un ottimo modo per imparare il rispetto della natura alla vecchia maniera. Stupido vecchio.

Ho appena finito di vestirmi dopo la doccia e sto cercando il mio cellulare, ma stranamente non lo ritrovo attaccato alla spina dove lo avevo lasciato. Iniziamo male.

"Qualcuno ha visto il mio telefono?" chiedo.

"Alan ha detto che gli avevi detto che poteva prenderlo. Ce lo ha chiesto dieci minuti fa" commenta Betty.

"Sarà meglio che vada a controllare che sia ancora intero"

Esco dal bungalow per andare a recuperare il cellulare, pregando che non si tratti di un altro scherzo di quei beoti deficenti. Arrivo al bungalow dei quattro e noto che la porta è aperta e qualcuno dentro sta ridendo come un matto. Ma che succede?

Metto il naso dentro e scopro la provenienza della risata: Mason ha quasi le lacrime agli occhi dal ridere. Sollevo lo sguardo e mi ci vuole poco per capire la fonte del divertimento: Alan è in mutande, in piedi sul letto, con la testa vicino alle pale della stanza. Attaccato alle pale c'è un omino da vestiti, con sopra appeso un altro paio di mutande. Praticamente ci sono delle mutande volanti che girano per il soffitto dato che le pale sono accese. Ottimo.

"Darwin si rivolta nella tomba ogni giorno più velocemente" commento, attirando gli sguardi su di me.

"Ehi, guarda chi si vede, il nemico!" commenta quello in piedi sul letto e in biancheria.

"Ciao El" mi salutano gli altri.

"Sono venuta a riprendermi il cellulare"

Per fortuna dopo l'ultima volta che Alan ci ha messo le mani ho criptato tutte le informazioni importanti. Almeno anche se ci hanno ficcato il naso so di non essere nei pasticci.

"Scusa, i nostri erano scarichi" commenta Mason.

"La prossima volta chiedete però" li rimprovero. 

"Tutto è lecito in guerra e in amore" mi dice Alan, porgendomi il cellulare con fare principesco.

Glielo levo di mano con espressione annoiata, dopo di che li saluto e torno nei miei alloggi. Quei quattro mi tireranno scema prima o poi.

La cena passa stranamente veloce, senza che nessuno cominci a tirarsi il cibo o cose del genere, per cui decidiamo di ritirarci presto e di stare un po' tra di noi. Serata tra ragazze insomma. Invitiamo alcune nostre compagne nel nostro bungalow e mentre spettegoliamo del più e del meno cominciamo a giocare a poker. Vinco a mani basse tre volte. Non si imbroglia l'imbrogliona.

"Ma come fai?!" si lamenta Betty.

"Attenzione, faccia di tolla e un bel po' di culo"

Siamo sul pianerottolo del bungalow e ormai si è fatto buio.

"Sei bravissima accidenti" si complimenta Lisa.

"Se stessimo giocando a soldi sarei già diventata povera" commenta una delle ragazze unitesi a noi, che ho capito chiamarsi Faith.

"Comunque è strano" dice Alice ad un certo punto.

"Che cosa?" chiedo.

"Quei beoti sono stati tranquilli tutto il giorno"

"Già.."

Rimango in silenzio per qualche secondo.

"Stanno tramando qualcosa, eh?"

"Probabile"

"Forse è meglio..."

Alice non fa in tempo a finire di parlare che la quiete della giornata trova subito la sua fine. Un grido di battaglia ci fa capire che saremmo dovute essere pronte al peggio.

"CARICAA!"

In un millisecondo la via viene invasa da ragazzi in pantaloncini, con in mano dei secchi.

"Ma che.."

Decine di proiettili cominciano ad arrivarci addosso. Gavettoni pieni di qualcosa di bianco e pastoso.
Tra i guerriglieri ritrovo la mia arcinemesi, che mi guarda soddisfatto e mi lancia addosso un palloncino, che mi investe, lavandomi da capo a piedi.

"Aaaah! Che schifooo" urlano le ragazze.

Un odore familiare mi raggiunge appena vengo investita dalla poltiglia bianca. Sapone?
Riusciamo a ripararci in qualche modo dall'attacco, ma ormai siamo belle che fradice. I ragazzi,una volta finite le munizioni, si ritirano così come erano arrivati. Bastardi.

Una volta finita la battaglia noto che sul nostro pianerottolo è rimasto un gavettone inesploso. Lo sollevo davanti alla faccia delle altre.

" È un..." comincia a dire Betty.

"Preservativo pieno di shampoo" finisco io, ringhiando.
Ci hanno bombardato di preservativi pieni di shampoo per capelli. Che colpo basso.

In quello stesso momento sento il mio cellulare vibrare. È un messaggio dal nemico.

Due a uno per noi. A te la palla Parker.
O forse dovrei dire il preservativo.
Nathan

A WHITE HAIR SECRETDove le storie prendono vita. Scoprilo ora