QUATTORDICI

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"In punizione?! Dice sul serio?!" sbotto.

Mi hanno chiamato in presidenza da due minuti e già sto dando di matto. Una punizione di cinque pomeriggi a scuola per una stupida porta decrepita?! E io come dovrei fare ad indagare?!

"Signorina Parker, il suo comportamento è già degenerato dopo la prima settimana. Il crimine della porta rotta è rimasto impunito per ben due settimane, ma ieri qualcuno si è deciso a parlare finalmente. La punizione serve a ricordarle che non siamo allo zoo, ma in una scuola" dice il preside, pacato. Nano occhialuto bastardo.

"Quelle mi ci hanno chiuso dentro apposta!"

"Quelle sono tra le migliori studentesse del nostro istituto, mentre lei è qui da quattro giorni. Secondo lei quale versione é più attendibile per me?"

Sbuffo e mi lascio andare sulla sedia. Nei guai dopo neanche tre settimane.

Esco dalla presidenza scimmiottando il preside e vedo la rappresentate di istuto affacciata alla segreteria. Si chiamava... come ha detto che si chiamava?

"Ehi" dico solo.

Lei si gira, ed appena mi vede mi sorride amabilmente. Il suo sorriso è più finto di me quando dico che non ho fame, ma pazienza.

"Ehi ragazza nuova! Come posso aiutarti"

"Okay Ally, ehm..."

"È Molly" dice, timida.

"Come?"

"Molly. Mi chiamo Molly"

Accidenti. Non ci azzecco mai coi nomi.

"Si, si hai ragione... senti, tu sai dov'è la sede del giornalino?"

Lei annuisce e mi indica col dito una direzione.

"Su per la scala, aula 3D, primo piano"

Sorrido in modo inquietante. Devo vendicarmi di una personcina fastidiosa.

"Grazie Mandy" dico distrattamente, e mi fiondo su per le scale in maniera rapida.
Sento la tizia urlarmi qualcosa, ma non ci faccio troppo caso.

Trovo l'aula in poco tempo e spalanco la porta senza neanche bussare. Mi basta mettere un piede dentro alla stanza per intercettare il mio obbiettivo. Il ragazzino minuto dell'altro giorno con la macchina fotografica è seduto dietro un banco di lavoro a fare non so che cosa, ma appena solleva lo sguardo lo vedo sgranare gli occhi.

Mi avvicino velocemente con l'intenzione di spaccargli la testa, ma appena mi capita a tiro lo vedo ranicchiarsi e coprirsi con le braccia.

"No, no, ti prego! Non picchiarmi! Farò tutto quello che vuoi" piagnucola. È talmente indifeso che se gli tirassi una sberla finirebbe in coma probabilmente.

Sospiro vistosamente. Nella stanza ci sono altre due o tre ragazze, ma non ci faccio troppo caso. Loro però si sono più che accorte di me dato che sono entrata con la pacatezza dell'uragano Kathrina.

"Volevo farlo, ma non credo che lo farò a questo punto" dico, annoiata.

Il ragazzo smette di tremare e si toglie piano piano le braccia da davanti alla faccia.

"Tu non vuoi picchiarmi?"

"Non ho detto che non voglio, ho detto che non lo farò. Allora nano, come ti è venuto in mente di fare quella foto, eh? E in prima pagina soprattutto" ringhio.

"Io sono un giornalista! Devo documentare tutti i fatti più eclatanti"

"No, tu devi vendere copie del giornalino. Il problema è che a me non importa niente: se ti ribecco a farmi foto a tradimento ti blocco la crescita, chiaro?"

Lui rimane basito a guardarmi e annuisce.
Gli rivolgo un ultimo sguardo di noia e me ne esco come sono entrata.

Mi aspettano altre ore di lezione e poi la fantasmagorica ed esilarante punizione.

Forse posso sfruttare il momento per fare qualche domanda qui e là su Sarah Jones. Prima o poi qualcuno saprà dirmi qualcosa.

Operazione indagine in punizione: cominciata.

A WHITE HAIR SECRETDove le storie prendono vita. Scoprilo ora