VENTITRÉ

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ATTENZIONE!
Capitolo dai contenuti forti ed espliciti.
Non leggere se non interessati.

Ho passato tutta la giornata a scartabellare fogli di carta inutili sul caso di Sarah,alla ricerca di qualcosa, anche di non cruciale, che potesse tornarmi utile. Ho tracciato una mappa dei suoi spostamenti ma c'è un buco temporale nella vicenda.
Le amiche dicono di averla vista andare via dal locale in cui si trovavano alle 23.30 per andare da Mason, ma dalla testimonianza del ragazzo sembra che Sarah non sia mai arrivata al punto di incontro prefissato.
Ho disegnato un percorso probabile dal punto di incontro al locale. Credo che nei prossimi giorni andrò a dare una controllata.

Il mio piccolo cervello sta per esplodere dalla fatica, per cui decido di uscire a fare la spesa per calmarmi. Non una telefonata, non un dettaglio...
Potrebbe essere stata un'aggressione da parte di uno sconosciuto, ma allora perché il cellulare lo aveva Ivan, che si trovava addirittura in un altro stato?
Che macello.

Entro nel supermercato e cerco di concentrarmi su una delle cose più importanti al momento: il mio non deperimento per la fame.
Compro un po' di schifezze e mi occupo poi di racimolare anche alcune cose sane come verdure varie, uova e carne.

Esco dal supermarket trionfante, felice che nessuno sta volta mi abbia rotto le scatole, e mi avvio tranquillamente verso casa. Chissà se riuscirò a venire a capo della questione in tempi brevi o se ci vorrà più del previsto.
Alzo il cappuccio della mia felpa e mi infilo le cuffie. Ho bisogno di pensare.

Ad un certo punto il mio sguardo distratto ricade su un piccolo Lupin sperduto, che sembra aver marinato la scuola stamattina. Mi fa quasi impressione avere le stesse sue idee in testa. Raccapricciante.

A quanto pare non è da solo: sta parlando con un uomo sulla sessantina, che assomiglia molto a Walter White di Breaking Bad. Altra cosa inquietante. Sembra che i due stiano discutendo animatamente. Non ho intenzione di intromettermi, non sono affari miei.

Ad un certo punto però una scena che sembra quella di un film mi fa drizzare i capelli: di punto in bianco l'uomo molla una cinquina ben assestata al ragazzo, che sembra... Non voler reagire?
Con la rapidità di qualcuno che sicuramente non dovrebbe avere cinquanta e passa anni per come si muove, un calcio nello stomaco ben assestato fa cadere Nathan a terra. Ha uno sguardo strano e sofferente.

Di istinto mi nascondo dietro ad uno dei cespugli presenti sulla strada e aspetto che la scena finisca. Accidenti, ma perché sempre io devo raccattare gente per strada?!

L'uomo se ne va senza voltarsi, ed entra in una macchina parcheggiata lì vicino, per poi partire, lasciando il ragazzo per terra come un sacco di patate. Santo Dio.
Appena sono sicura che il malvivente si sia dileguato esco dal nascondiglio e corro verso Lupin, mollando per strada le buste della spesa.

"Ehi, stai bene?! Dì qualcosa!"

"El.. Eleonore.." balbetta, stringendosi le braccia allo stomaco. Almeno è cosciente.

"Non dovresti essere qui" riesce poi a dire, appoggiando la testa a terra e chiudendo gli occhi.

"La parola giusta è grazie razza di idiota. Andiamo al pronto soccorso immediatamente. Dove hai la macchina?"

" No, niente pronto soccorso"

"Che!? E vuoi rimanere così!? Almeno ti porto a casa dai tuoi se proprio hai fifa degli ospedali! "

"No, lascia stare. Andiamo da te perfavore"

Richiesta più che insolita per uno mezzo morto per strada.

"Ehhh.. Io ti porto a casa mia, ma poi mi spieghi cosa diavolo sta succedendo, con tanto di particolari. Avanti, dov'è l'auto?"

Nathan apre gli occhi e fa un piccolo cenno con la testa indicando al di là della strada.

A WHITE HAIR SECRETDove le storie prendono vita. Scoprilo ora