9. Nicholas Pov's

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Spaccherò la testa a quel coglione. Come cazzo si permette?
Entro di corsa in discoteca e mi dirigo nelle camere. Entro in ogni camera, fino a trovare, dentro una camera,un ragazzo che sta dormendo. Osservo la camera e vedo le scarpe di Marilyn.
È lui.
Mi metto a cavalcioni e comincio a dargli pugni, fino a farlo sanguinare.
«Che cazzo...» dice stordito e dolorante.
«Come ti sei permesso a violentarla!» grido, furioso.
Non so nemmeno perché sono così incazzato. Non provo niente per lei, però mi sento in dovere di farlo.
Continuo a dargli pugni, finché nin vedo il sangue uscire da ogni parte della sua faccia.
Mi dirigo a casa di Marilyn.

Dopo circa 10 minuti arrivo e vado a suonare. Mi apre una Marilyn stanca e con gli occhi gonfi dal pianto.
Mi sorride tristemente e mi fa accomodare.
«Stai un po' meglio?» dico, preoccupato e lei annuisce.
Raggiungo gli altri e noto che a terra ci sono sei sacchi a pelo.
«Dormiamo tutti insieme» dice Mari, notando, sicuramente, la mia espressione confusa.
«Ah, va bene» dico sorridendogli.
Va in cucina.
«Nick...» mi chiama Mari e io la raggiungo.
«Come mi hai chiamato?» dico sorridendo.
Lei arrossisce.
«Eh? Ehm...Volevo dire Nicholas. Si...» dice imbarazzata.
Quanto è carina quando è imbarazzata.
«Solo tu puoi chiamarmi così, te lo concedo» dico sorridendo dolcemente e lei ricambia.
«Comunque...cosa gli hai fatto?» dice, giocando con le sue dita.
«Nulla, gli ho parlato» dico nervosamente.
Mi guarda male e poi continua.
«Non ti credo» dice guardandomi con sospetto. Sbuffo.
«Ok...gli ho dato qualche pugno» dico, passandomi la mano ai capelli.
«Lo hai fatto male?» dice in modo spaventato.
«Cazzo, Marilyn. Ti ha violentata. Che dici, gli andavo a fare le congratulazioni e gli facevo la statua?» dico alzando il tono di voce.
Lei mi guarda con dispiacere abbassa lo sguardo.
«Scusa..» dico, mettendomi le mani in faccia.
«Tranquillo» dice andando di là.
La blocco, prendendola per il polso.
Si stacca da me, di scatto, guardando la mia mano.
È rimasta scioccata dalla violenza subita. Come biasimarla?
Mi fa una tenerezza immensa. È così piccola e indifesa, anche avendo 18 anni.
La abbraccio, accarezzandole i capelli.
«Mari, ti devo fare una domanda...» dico incerto e lei annuisce, sorridendo.
«Prima di...essere violentata, eri vergine?» dico abbassando il capo.
«Si...» dice, facendo scivolare qualche lacrima sulle sue guance.
«Non piangere» dico sorridendo.
Deve essere bruttissimo perdere la verginità con una persona che non si ama.
Lei sorride e va in salotto.
«Guardiamo un film?» dice sorridendo. È una ragazza forte. Nonostante tutto, trova la voglia di sorridere.
Tutti la guardando tristemente.
«Smettetela di guardarmi così, cazzo!» sbotta, innervosita.
«Così come?» chiede Cole, sorridendo timidamente.
«Cazzo, Cole! Sono sempre la stessa. Non trattatemi come se avessi la peste» dice, andando in cucina.
«E che cazzo, raga!» dico sbuffando.
«Vado da lei» dice Justin, raggiungendola in cucina. Lo guardo male e Kian scoppia a ridere.
«Che cazzo ridi?» dico, incazzato.
«Sei cotto, amico» sorride.
«Ma che cotto? Sto cercando di essere suo amico» dico andando a fumare una sigaretta fuori.

«Come mai tutto solo» mi raggiunge Mari.
«Fumavo» dico, guardandola a malapena.
Mi toglie la sigaretta e se la porta alle labbra.
«Il fumo fa male. Non dovresti fumare» dice buttando il fumo, lentamente.
Ammiro la sua figura. È una cazzo di dea.
«Lo stai facendo pure tu» dico ridendo.
«Io posso rovinarmi, tu...bhe tu no» dice schiacciando la sigaretta a terra.
«E perché mai?» dico ridendo. Lei non riponde. Mi sorride ed entra.
Sorrido nella sua direzione e la seguo.

Appena entriamo vediamo tutti i nostri amici nei loro sacchi a pelo.
«Perché non guardiamo un bel film... horror?» dice Mari ghignando.
Sorrido prendendo il porta DVD.
Lo apro e lo porgo a Marilyn.
«Sceglilo tu» dico, sorridendo verso i miei amici.
«Che cazzo fai» Cole guarda prima me e poi lei.
«Ehm... Non credo sia una buona idea» sorride imbarazzato Tyler.
«Dai, Mari. Facci morire dalla paura» afferma Justin.
In questo periodo mi sta sopra le palle.
Lo guardo malissimo e Tyler mi raggiunge.
«Cosa ti succede?» mi chiede, sussurrando, il mio migliore amico.
«Nulla» guardo il pavimento che ad un tratto è diventato molto interessante.
«Sembra che tu ce l'abbia con Justin» dice ridendo.
«In questo periodo si» sbuffo.
«Dal momento in cui Marilyn è entrata a fare parte del nostro gruppo» precisa il mio amico.
«Ma ti sei bevuto il cervello? Non sono innamorato e non lo sarò mai. Né di lei e né di nessuna» dico abbassando lo sguardo.
«Hai deciso di non provare più niente per nessuna dopo Kimberly, vero?» appena sento quel nome, la tristezza mi invade.
Avvicino il mio viso a quello di Tyler.
«Non nominarla»
Alza le mani in segno di resa.

Kimberly non era solo la mia ragazza. Lei era la mia migliore amica, il mio punto di forza. Pensavo di potermi fidare, ma non è stato così.
Mi tradì con il suo migliore amico. Decisi di non fidarmi più di nessuna ragazza.

Perché dovrei fidarmi di lei?

Faccio partire il film horror scelto da Mari.
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Il film è stato davvero pauroso.
Io e i miei amici saltavano ogni due secondi, mentre Marilyn rideva come una pazza, guardando noi che saltavamo dal divano.
«È stato stupendo» dice Marilyn con area sognante.
«Magnifico» ironizza Cole.
Marilyn scoppia a ridere.
«Ragazzi, andiamo a letto» dice Justin, prendendo il suo sacco a pelo.
Marilyn lo imita, mettendolo vicino al suo. Io prendo il mio e lo metto di fronte a lei, Kian vicino a me e Tyler vicino Kian. Infine Cole prende il suo sacco a pelo e lo butta in un angolo della casa, prendendosi il divano.
«Ma sei uno stronzo» dice ridendo Marilyn e Justin la imita.
Ma è una cazzo di sanguisuga.
Tyler si gira verso me, con un'espressione di divertimento sul volto.
Gli faccio il medio e mi sistemo per dormire.

Passano le ore, ma non riesco a dormire.
Tutti dormono, ma sento Mari lamentarsi.
Starà facendo un incubo.
«AHHH» si alza di scatto, mettendosi seduta.
Mi avvicino al suo sacco a pelo e mi sdraio vicino a lei.
Appoggia la testa sulla mia spalla e io le cingo i fianchi con le mie mani.
Ci addormentiamo così.
Per una volta in vita mia, dopo Kimberly, mi sono sentito a mio agio con una ragazza.

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