24. Avrei bisogno di un'impresa di pulizie

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If there's anyone teasing you,
Feel free to let me know.
The great Black Star will beat them down.

[Black Star]




La donna si lasciò cadere sulla poltrona. Sopportare quel donnaiolo era ogni giorno più difficile. Iniziava a capire come mai fosse stato lasciato dalla moglie. Certamente, lei non pretendeva la sua fedeltà, ma vederlo provarci spudoratamente con le altre (anche in sua presenza) non le faceva comunque piacere. Inoltre, ogni volta che si toccava il discorso della figlia, iniziava a piagnucolare, urlando che lui amava solo la sua piccola Maka. Eppure non sapeva nemmeno dove si trovasse.

Sperava di trovare la ragazza insieme al genitore, invece era arrivata troppo tardi. Lei era già partita per Monaco e, al ritorno, non aveva voluto dire al padre dove aveva intenzione di andare ad abitare. La bionda era intelligente, quasi quanto la madre, se non di più. E adesso che aveva iniziato ad indagare, non potevano più ignorare la sua presenza. Il suo capo aveva creduto di risolvere la questione sbarazzandosi di Sasha, ma lei l'aveva avvertito che non era la soluzione migliore.

Gli uomini sono testardi e cocciuti. Preferiscono sbattere la testa contro un muro piuttosto che dar retta alle parole di una donna.

Il rosso si precipitò nella stanza, quasi volando. Un'espressione di immensa felicità gli illuminava il volto. Alla donna sembrò quasi di vedere delle scintille nei suoi occhi lacrimosi.

Un vero ruffiano, pensò con disprezzo.

Indossò comunque il suo solito sorriso, chiedendo al compagno cosa fosse accaduto. Lui le mostrò il display del suo cellulare. L'apparecchio vibrava e un telefonino verde si muoveva sullo sfondo nero in attesa che la chiamata venisse accettata. Il nome della figlia dominava la parte superiore. La donna spalancò gli occhi per la sorpresa.

<Cosa aspetti? Rispondi. È da tanto che non senti tua figlia>. Mantenne un tono di voce pacato e cordiale, anche se avrebbe voluto urlargli di smettere di fare il cretino e muoversi a rispondere. Erano mesi che cercava di scoprire dove si fosse trasferita la ragazza, e quella era l'occasione migliore che le fosse capitata fino ad allora.

Spirit annuì e tirò su col naso.

<Pronto, dolce Maka>.

<Ciao, papà> salutò la ragazza priva di alcun entusiasmo.

<Papà ti vuole tanto bene! Perché non hai più chiamato?> piagnucolò Spirit, aggrappandosi ad un muro invisibile di fronte agli occhi perplessi della compagna.

<Non ho tempo da perdere, quindi apri le orecchie e ascolta bene>.

Il rosso iniziò a versare lacrimoni come palline da tennis. La freddezza con cui si rivolgeva a lui la sua piccola e dolce Maka era anche peggio di quando gli urlava contro.

<Ho saputo che c'è gente ancora interessata a Angel. Se qualcuno venisse a chiederti qualsiasi cosa, tu rispondi che non ne sai niente, ok?>.

Spirit scosse la testa, poi si ricordò che non poteva vederla. Lasciò uscire un debole "sì", sedendosi in un angolo della stanza e abbracciandosi le ginocchia con un braccio.

Che scena patetica. La sua compagna era sempre più schifata dall'uomo.

<Stamattina è arrivata una lettera dalla banca. Avvisa che la retta è stata pagata con successo> disse ad un certo punto Spirit, attirando l'attenzione della donna.

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