35. Che il gioco abbia inizio!

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Fool!

[Excalibur]

L'appartamento era buio e silenzioso. Le tende ancora tirate bloccavano i pallidi raggi di sole invernale. L'unica luce proveniva dall'albero sintetico talmento carico di addobbi da essere fortunato a reggere ancora. Ai suoi piedi vi erano tre pacchi, ognuno sigillato con una diversa carta da regalo.
Dalla camera provenì un mugugno.
《Non voglio alzarmi》 bofonchiò una voce maschile da sotto le coperte. Una piccola e affusolata mano, percorse con le dita la spina dorsale del ragazzo, procurandogli piacevoli brividi su tutto il corpo.
《Così non vale》 si lamentò il ragazzo, girandosi e sistemandosi sul morbido guanciale.
《Ma è Natale》 protestò lei, allacciando i suoi grandi occhi blu a quelli di lui.
《L'hai già avuto il tuo regalo》 ridacchiò il ragazzo, fallendo miseramente nella sua intenzione di mentirle.
Lei mise il broncio, carezzandogli il busto nudo. Ogni muscolo perfettamente scolpito su quel corpo che avrebbe osservato per tutto il giorno.
《Dai, smettila》 sussurrò lui, sospirando.
《Perchè? Non ti piace?》 chiese lei sfiorandogli l'elastico dei boxer.
Il ragazzo trattenne il respiro, rilasciandolo lentamente tra i denti.
《Non è questo il problema, lo sai》.
《E cosa c'è, allora?》 continuò lei innocentemente.
Lui la sollevò con le braccia, appoggiandola sopra di sè. Lei squittì debolamente, ridacchiando nello stesso tempo. I loro visi a pochi centimetri l'uno dall'altro, mentre il resto dei loro corpi era perfettamente allacciato.
《"Cosa c'è", dice lei》 sbuffò il ragazzo, stringendole le natiche e sospingendole il bacino contro la sua virilità.
La ragazza si imporporò debolmente, facendo risaltare ancor più quegli occhi innocenti.
《Mi fai impazzire》.
Il ragazzo unì le loro labbra in un bacio profondo e passionale, esplorando ogni millimetro di quel delicato corpo.
Alla fine la ragazza aveva ottenuto ciò che voleva.

《Non hai ancora saputo nulla?》. Tsubaki uscì dal cucinino indossando solo un'enorme giacca palesemente non sua.
Black☆Star, ancora a torso nudo, alzò le spalle al cielo. 《Dobbiamo aver fiducia in Soul. Vedrai che ci farà avere sue notizie a breve》.
La corvina gli porse una tazza fumante di cioccolata calda, sedendosi al suo fianco sul divano.
L'azzurro la lasciò sul tavolino, decidendo di aspettare un po' prima di assaporare il forte e dolce gusto della scura bevanda.
《Perchè non ci ha ancora contattato?》 insistette lei preoccupata. Più che per l'albino, era in pensiero per Maka. Perchè se n'era andata senza dire nulla?
La corvina non sopportava tutti quei segreti. Erano amiche, giusto? E allora perchè nasconderle ciò che la impensieriva?
《È Natale. Lascia questi brutti pensieri da parte per il momento. Ora ti faccio vedere come un dio spazza via le preoccupazioni》. Black☆Star le cinse i fianchi, avvicinadola a sè. Si rigirò una delle sue lunghe ciocche corvine tra le dita, mentre lei sistemò le proprie gambe sopra le coscie di lui.
Si scambiarono un delicato contatto con le punte dei nasi, fondendo i loro respiri.
Tsubaki tremò per l'effetto che la vicinanza dell'azzurro aveva su di lei.
《Non avevi detto che avevo già ricevuto il mio regalo?》 sussurrò lei, chiudendo gli occhi.
《Infatti. Questo è il mio regalo di Natale》.

---o---

Betson passò un braccio intorno alle spalle di Maka, facendola irrigidire.
《Angel, bella come sempre》.
Voleva essere un complimento, ma il tono strusciante dell'uomo sortì l'effetto opposto.
La bionda strinse i pugni, impedendosi di allontare il miliardario.
《E tu non hai perso il tuo vizio di allungare le mani》 ribattè velenosa.
L'uomo rise, lasciandola libera. Le porse un calice di champagne (o almeno sembrava champagne) che lei accettò malvolentieri. Fortunatamente la maschera copriva in parte le sue espressioni facciali.
《Chi è il tuo accompagnatore?》 indagò Betson, accennando con la nuca l'albino al buffet.
Maka alzò lo sguardo, posandolo sulla schiena di Soul.
《La mia guardia del corpo》 rispose, ricordando che il ragazzo le aveva accennato di fare quel lavoro.
《Come ha fatto a salire sulla nave senza biglietto?》. Betson era certo di non avergliene mandato alcuno. Aveva accuratamente selezionato tutti gli invitati, scegliendoli tra le centinaia di persone famose con cui era entrato in contatto due anni prima.
Lo irritava che qualcosa fosse fuori dai suoi piani.
《C'è qualche problema?》 sbottò Maka, incrociando le braccia.
Betson ghignò. Doveva ammettere che quell'atteggiamento distaccato non gli dispiaceva in una donna. Spezzare femmine del genere gli piaceva particolarmente.
《No no》 si affrettò a rispondere. 《Mi chiedevo solamente perchè sentissi il bisogno di protezione. Qui sei tra amici》.
Maka assottigliò gli occhi. Di una cosa solo era certa: le persone che si trovavano lì non erano per nulla suoi amici. Non erano nemmeno esseri umani con cui avrebbe passato un secondo della propria vita.
《O forse temi di finire come Sasha?》 gli sussurrò andandosene.
La ragazza si irrigidì, mordendosi il labbro inferiore violentemente.
Che Betson l'avesse scoperta? Ciò che non sapeva era che il miliardario aveva nominato la donna ad ognuno dei suoi ospiti per analizzare le loro reazioni.
《Ehi, Maka!》.
《Quell'idiota!》. La bionda tirò fuori il suo fedele libro e lo lanciò contro la chioma albina che l'aveva appena chiamata per nome.
《Ma che ti prende?!》. Fu un missile a giungere al suo fianco.
La ragazza lo fulminò con lo sguardo, prendendolo per un orecchio. 《Non devi chiamarmi con il mio vero nome》 gli sibilò contro.
《Ho sbagliato, scusa》 disse lui, liberandosi.
《Beh, vedi di non sbagliare più》.
Soul sghignazzò e Maka comprese che il ragazzo aveva in mente qualcosa che non le sarebbe piaciuto.
Le schioccò un fugace bacio a fil di labbra, lasciandola confusa e senza parole. 《Ora posso considerarmi perdonato, vero?》.
Iniziando a elaborare quanto appena accaduto, la bionda arrossì, aprendo la bocca più volte senza produrre alcun suono.
《Chi tace acconsente》 concluse l'albino, addentando un pezzo di salmone cotto al vapore.
《Signore e signori, un attimo di attenzione》.
Tutti si voltarono verso Mister J, in piedi sulla scalinata della villa per essere ben visibile.
《Il Re di Cuori vuole fare un annuncio》.
Soul ridacchiò. Quel tipo era un vero megalomane per auto-dichiararsi "Re". Ci sarebbe voluto Black☆Star per fargli abbassare la cresta.
Betson salì i pochi scalini lentamente, come per permettere ai suoi ospiti di poterlo meglio ammirare.
Il ragazzo percepì la tensione nel corpo della bionda al suo fianco e d'istinto intrecciò le sue mani alle sue. Con sua grande sorpresa, lei rispose a quel contatto stringendo la mano di lui.
《Non siete stati portati qui per nulla》 esordì l'uomo.
《Ci avrei scommesso che ci stava sotto la fregatura》 borbottò Jake alle spalle dei due giovani. Questi si scambiarono un'occhiata di intesa.
《Due anni fa qualcuno ha insinuato che i miei affari fossero condotti in maniera poco... onesta, diciamo》.
Un mormorio si insinuò tra i venti ospiti. Ognuno di loro osservava il vicino con sospetto.
《E dopo varie ricerche, ho ristretto la rosa dei sospetti a queste venti persone》.
Maka strinse ulteriormente la mano dell'albino. Stava parlando di lei.
《Quindi, faremo un piccolo gioco per scoprire questa piccola ape industriosa》.
Il sorriso che riservò ai suoi ospiti, raggelò il sangue nelle vene di tutti. Di tutti tranne quello di Soul.
《Qui si mette male》 gli sussurrò Maka, iniziando a indietreggiare.
《Di quale gioco stai parlando?》 urlò una donna.
Betson allargò le braccia con fare maestoso.
《La nostra piccola Alice si nasconde tra di voi. Trovatela e portatemela, e agli altri sarà concesso di andarsene vivi da quest'isola》.
《Meglio filarsela》 propose Soul a bassa voce. Maka lo bloccò, scuotendo la testa. Allontanarsi sarebbe stato come ammettere la propria colpa.
《E se qualcuno non accettasse questa buffonata?》.
《Speravo qualcuno me lo chiedesse》.
Betson schioccò le dita e i camerieri accumularono degli zaini su una tavola. 《Dovrete sopravvivere con le vostre sole forze nella foresta fino a quando non avrò individuato la mia Alice》.
《Come abbiamo fatto a finire così?》 si chiese Soul. Quella storia aveva dell'assurdo. 《Stiamo parlando di un pazzo, non l'hai ancora capito?》.
《Ricordami come mai hai accettato il suo invito》.
Maka strinse i denti, fissandolo con odio. Non rispose alle domanda di Soul, ma l'albino comprese che la mativazione doveva essere personale.
《Smettiamola con questa storia!》.
《Non starò qui un secondo di più!》.
Le proteste proruppero dalla piccola folla, provocando una risata malata nel miliardario. La disperazione, celata dalla rabbia apparente, lo stava inebriando. Gli ricordava il terrore e gli sguardi privi di speranza dei bambini che lavoravano per lui. Li aveva sottratti alla realtà delle barracopoli per precipitarli in un inferno ancora peggiore. Dovevano comprendere che al mondo vinceva il più forte. Inoltre, erano delle cavie perfette per i suoi esperimenti. Non sarebbe mai riuscito a distillare il Mad Hatter senza di loro.
《Maka!》.
La bionda non fece in tempo a scansarsi e la maschera le scivolò via dal viso, lasciandola scoperta. Mister J reggeva il piccolo indumento di plastica bianco.
Betson catalizzò la propria attenzione sulla ragazza. Aveva ordinato al suo segretario di togliere la maschera alla bionda per puro sfizio. Era curioso di conoscere, prima dell'inizio del gioco, chi vi nascondesse sotto.
Vide solamente una macchia scura. Soul si era sfilato la maglietta alla velocità della luce e gliel'aveva gettata sulla testa prima che chiunque potesse vedere il viso di Maka.
《Grazie Soul》.
《Questo e altro per la mia partner》.
Mister J allungò la mano seccato, ma l'albino gli afferrò il polso, rigirandolo e facendo pressione sul legamento. L'uomo sbuffò dal dolore, ritraendosi.
Betson sollevò un angolo della bocca. Gli piaceva quel ragazzo.
《Che il gioco abbia inizio!》 proclamò l'uomo.
Soul prese Maka per un braccio e se la portó dietro. Andò a prendere uno zaino e si allontanò in fretta dal gruppo.
Gli altri, ancora troppo occupati a protestare, non si erano accorti delle piccole cerbottane di cui erano munite le maid alle spalle di Betson. Soul non era certo avrebbero sparato loro contro qualcosa di letale, ma non ci teneva a scoprirlo.
Qualche urlo proveniente dalle loro spalle diede conferma ai sospetti dell'albino.
《Bastardi!》 imprecò Jake, usando la donna con cui stava filtrando fino a dieci minuti prima come scudo.
《Attenti alle mie Carte di Cuori》 li avvisò Betson ridendo.
I venti ospiti si dispersero sotto i colpi delle maid del miliardario.
《Quanto ci metterà a fare effetto?》.
Mister J controllò l'orologio da polso. 《Non più di mezz'ora》.
《Perfetto》.

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