2. Quando prendi un impegno, non puoi tirarti indietro

325 25 24
                                    

One must take time to think!
Rushing forward without considering
things beforehand is the hight of
foolishness.
[Excalibur]


Soul parcheggiò la sua moto di fronte all'enorme palazzo di vetro ed acciaio. Si perse un istante ad ammirare quell'immenso edificio. Non poteva credere che esistesse qualcosa del genere a poca distanza da casa sua.
Non si era mai interessato di quelle cose, e adesso si pentiva di non essersi un minimo informato.
Non conosceva nemmeno il nome della star cui voleva fare da guardia del corpo.

Tutto ciò non è per nulla fico.

L'albino attraversò le porte scorrevoli e gli si parò di fronte un mondo talmente frenetico che, in confronto, un alveare era nulla.
Inservienti che correvano da una parte all'altra, telefoni che squillavano, tizi con gli abiti più strani del mondo che chiacchieravano innondando l'androne con le loro voci.
Soul rimase interdetto.

In che razza di posto sono finito?

Fermò un ragazzo che sembrava avere poco più di vent'anni.
Aveva i capelli biondo-castano disordinati, con le ciocche che scendevano di fronte agli occhi, protetti da un paio di occhiali.

<Sono qui per il lavoro da bodyguard...>.

<Ah sì! Certo! Allora... Caspita, come faccio a spiegarti? Anzi no. Vieni che ti porto io>. Il ragazzo partì come un razzo. L'albino aveva capito metà di quello che aveva detto.
<Forza, seguimi> lo richiamò il tipo dal fondo dell'androne.

Porco cazzo. Non si capisce nulla qui dentro.

Soul arrancò tra i corridoi straripanti di gente. Gli sembrava di essere un pesce che cercava con tutte le proprie forze di nuotare contro corrente. E, ad ogni passo, c'era qualcuno che gli sbatteva contro, facendolo imprecare.
Stava cominciando a pensare di girare i tacchi e andarsene.

<Mettiti qui e attendi il tuo turno. Buona fortuna>. Il ragazzo gli sussurrò l'ultima parte rivolgendogli un sorriso incoraggiante.
Soul guardò di fronte a sè e notò una fila interminabile di soggetti di genere maschile.

Ma che cazzo...?

Non poteva credere fossero tutti lì per il colloquio. Ma poi udì i due di fronte a lui parlare.

<Spero proprio scelgano me>.

<Ma tu lo sai perchè il precedente bodyguard si è licenziato? Ho sentito che la ragazzina ha un bel caratterino. Lo faceva impazzire con i suoi capricci>.

<Ci serve polso con le bambine. Sono sicuro che con me non si comporterebbe così>.

<Ma poi hai visto quanto è carina? Se fossi la sua guardia del corpo ne approfitterei. Oltretutto è anche ricca e famosa>.

Soul digrignò i denti. Uomini di quell'età che facevano discorsi del genere? Non era per niente fico. Non aveva mica voglia di passare tutto il pomeriggio ad ascoltare quei due.

L'albino si allontanò alla ricerca di una macchinetta. Avrebbe atteso che la fila si smaltisse un po' prima di tornare.

<Non mi interessa! Ho detto che non lo voglio fare e non lo farò!>. Come un tuono rimbomba nel cielo colmandolo con il suo suono cupe e profondo, così furono quelle parole urlate in uno dei pochi corridoi tranquilli.

Soul non era uno che si impicciava dei fatti altrui, ma era curioso di sapere cosa stesse succedendo.
Si sporse e vide il distributore di bibite che stava cercando. Solo che davanti c'era il ragazzo che prima l'aveva aiutato. Aveva gli occhi bassi e si tormentava nervosamente gli occhiali.

La Melodia dell'AnimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora