3. Non ho bisogno della tua elemosina, Evans

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The fear of interacting
with people...
Even I understan that one.

[Soul "Eater" Evans]

Quando l'albino entrò in classe, trovò Black☆Star in piedi sopra al tavolo con un pennarello davanti alla bocca.
<SONO BLACK☆STAR E UN GIORNO SUPERERÒ PERSINO DIO! AH AH AH AH AH AH!>.
Tsubaki, al suo fianco, cercava timidamente di farlo smettere.

Soul scosse la testa.
Quei due non sarebbero mai cambiati. Era così dai tempi delle elementari e sembrava che a loro andasse bene lasciare le cose come stavano. D'altro canto Tsubaki era l'unica che riuscisse a sopportare il carattere arrogante e pieno di sè dell'azzurro.

<Ehilà!> li salutò l'albino con un cenno della mano.

<Soul! Come è andata ieri?>. Star fu immediatamente al suo fianco, con i pugni appoggiati ai fianchi. La corvina li raggiunse sospirando. L'esuberanza dell'azzurro la sfiancava, sebbene fosse ciò che di lui apprezzava maggiormente.

L'albino alzò un pollice, sorridendo.
<Mi hanno assunto> li informò senza lasciar trapelare troppo entusiasmo. In fondo, un fico come lui non poteva di certo tornare sconfitto.

<Così potrai comprarti la macchina. Sono felice per te> si congratulò Tsubaki.

<Sai cosa vuol dire questo, vero?> gli chiese Star ammiccando e circondandogli le spalle con un braccio. L'amico ghignò.

<Chupa Cabras questo pomeriggio?>.

<Chupa Cabras> confermò l'azzurro.

<Siete incorreggibili> commentò la ragazza sorridendo.


♤♤♤


KILL DON DAN DON!

Maka accolse di buon grado il suono della campanella quel giorno. Non vedeva l'ora di tornare a casa, sebbene sapesse che l'aspettava un pomeriggio carico di impegni.

Come sempre, del resto.

Black☆Star stava nuovamente annunciando a gran voce la sua immensa grandezza. Maka proprio non sopportava quel tipo. Troppo appariscente. Lui sì che sarebbe stato bene nel mondo dello spettacolo e della televisione.
Ma ancora di più non sopportava il suo amico: Soul "Eater" Evans. L'aveva soprannominato così perchè sembrava quasi divorasse le anime delle ragazze, soggiogandole e facendole cadere ai suoi piedi.

"Un gran fico". Così gli piaceva autodichiararsi. Ma lei conosceva gli uomini come lui. Dei dongiovanni senza alcuna sostanza. Tutto fumo e nessun valore.

E infine c'era Tsubaki, l'unica che sembrava normale in quel gruppetto. Maka non riusciva proprio a capacitarsi di come potesse accompagnarsi a due sconcuassati come Star e Evans. Anche se una piccola idea se l'era fatta.

Fu proprio quest'ultima ad avvicinarsi alla biondina. La salutò timidamente, porgendole una mano.
Maka la osservò senza sapere come interpretare quel gesto.

<Non penso di essermi mai presentata. Sono Tsubaki Nakatsukasa>.

Ah, ecco cosa voleva dire quella mano.

<Maka Albarn. Comunque sono due mesi che sono in questa classe. Il tuo nome lo coscevo già> precisò la ragazza, cercando di essere il meno acida possibile. Non le piaceva relazionarsi con le persone.

<Oh, hai ragione>. La corvina rise delicatamente. Era impressionante come qualsiasi cosa facesse o dicesse Tsubaki assumesse la sfumatura leggiadra di un fiore delicato. Ricordava in tutto e per tutto una camelia.

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