Camila si trascinò fino alla sua stanza, cadde a peso morte sul letto e restò inerme per una manciata di minuti.Doveva ancora metabolizzare tutta la successione di eventi che aveva imperversato in quella prima metà mattina. I brutti voti non era difficile digerirli, dato che già da qualche settimana il suo resoconto era pressoché scadente, ma la vera magagna quella che custodiva nella tasca dei pantaloni.
Rotolò sul fianco e si distese supina sul materasso. Estrasse il foglietto ripiegato, lo sollevò in alto e lesse fino alla noia l'indirizzo trascritto sulla carta stropicciata.
Si sentiva un cappio alla gola ogni volta che si prospettava l'idea di profanare casa Jauregui. Un topo in gabbia, ecco come si sentiva. E non perché avesse ancora paura di lei, ma solo per il motivo più banale a cui si possa pensare. Un'alunna nella casa della sua profesoressa. Quanto imbarazzante poteva essere?
Sbuffò frustrata, schiacciando il naso contro il foglio. Lo ripose dentro una fessura del portafogli, poi decise che si sarebbe macerata l'indomani. Quella giornata non era ancora finita e lei doveva celebrare la sua vittoria in grande stile... Pane e nutella accoppiato ad un bicchiere di succo all'arancia rossa.
Scese in cucina saltellando per le scale a ritmo della musica che le si riproduceva in testa e che lambiva le sue scalpitanti labbra.
Spalmò due strati di nutella su entrambe le fette, poi le unì e con un solo morso dimezzò la fetta. La crema di nocciole si amalgamava perfettamente alla mollica e la crosta smorzava adeguatamente il boccone che altrimenti avrebbe stuccato le papille, a lungo andare.
Non si concedeva quei "peccati" spesso. Non per una questione di linea, ma perché non sapeva come gestirsi di fronte a tanta perdizione e diventava perniciosamente ingorda. Una volta le era perdurata la nausea per quattro giorni. Le peggiore ore che avesse mai sperimentato. Per questo evitava.
Durante il pomeriggio svolse con tenacia i compiti, nonostante il suo indice umorale fosse a terra. Perché dannarsi tanto se poi otteneva risultati insufficienti? Per ottenerne di sufficienti, le suggeriva una vocina dentro di lei. E per quanto rognosa e banale fosse, era proprio quello l'intento.
Alle dieci e mezzo di sera Sofia si assopì sulla sua spalla. Alejandro guardò l'ultimo touchdown della partita registrata due giorni addietro, poi si alzò mugolando per il dolore che gli irrigidiva la schiena, bofonchiò qualcosa sommessamente e salutò Camila un bacio sulla fronte prima di sollevare la sorella minore con una smorfia addolorata e scortarla nel suo letto. Sinu, a quel punto, doveva essere già rincasata da ore, ma ultimamente il suo lavoro si stava protraendo più del previsto perché stava discutendo dei piani lavorativi con il suo investitore. Il nuovo spazio alla galleria era un progetto più che attuabile e concreto, ora che stavano per dimettere gli ultimi cavilli burocratici.
Camila era abbastanza spossata e interdetta: non sapeva se quella fosse una giornata memorabile per la vittoria ottenuta, o una giornata da dimenticare per l'insuccesso scolastico. Doveva ancora decidere, ma dopo un sonno ritemprante tutto si sarebbe accomodato da solo.
Si infilò sotto le coperte alle undici e quarantacinque in punto, dieci minuti dopo era già sprofondata in un meritevole sonno. Ma il suo idillio ebbe vita breve.
Non era in una stanza, nessuna parete, ma tutto intorno a lei era nero. Nero pece. Quello poteva significare solo una cosa. L'Ombra era tornata.
Camila avvertì l'ansia serrarle la gola. Non poteva essere, lei aveva vinto, l'aveva sconfitta. Una risata lontana e gracchiante smembrò il buio, risuonando nell'oscurità come un bagliore indistinto. Camila perlustrò febbrilmente ogni lato, ma non captò nulla oltre dei movimenti labili e vaporosi, vesti che si muovevano come il fil di fumo in una stanza, ma più veloci.
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Hades
FanfictionMille anni fa, dopo un'atroce guerra fra il bene e il male, Zeus, sconfitto, ha scomposto la sua anima e ripartita fra sette comuni mortali per non permettere ad Ade di regnare. Ade, però, ha trovato un modo per liberarsi dagli inferi ed ora vaga s...