«Non vedo l'ora ch questa vacanza finisca.» Sbuffò la cubana, lasciandosi cadere a peso morto sul letto.Dinah e Ally si scambiarono un'occhiata complice, confusa. Camila era stata quella più entusiasta del viaggio, e ora non vedeva l'ora di tornare a casa. Qualcosa non quadrava.
«Stai bene, si?» La interrogò la polinesiana, lasciando perdere la rivista di gossip che sostava sotto il suo naso. Le ultime mode stavano alimentando molta pressione sul suo portafoglio.
Ally chiuse il libro che stava leggendo da quando erano partite. Un autore straniero tradotto in lingua inglese che l'appassionava molto. Il cibo, il sonno e le amiche erano le uniche ragioni per cui poteva rinunciare ad una buona lettura.
«Benissimo, sono solo.. stanca di questo posto.» Mentì Camila, ma fu una mezza bugia, dato che dopo quel sogno ogni angolo dell'albergo era divenuto un potenziale rischio.
«Tu ami viaggiare, non ti lamenti mai.» Insinuò Dinah, ricordando di quanto euforica fosse Camila quando Sinu ricevette in omaggio due giorni fuori città per una mostra d'arte e Camila la seguì a ruota. C'erano tanti momenti che la inducevano a pensare che Camila fosse un'amante accanita degli aeroporti, stazioni o autostrade, ma ora pareva che tutto le facesse venire il voltastomaco.
«Che devo dirvi! Non mi piace, non voglio stare qui.» Sospirò esasperata.
Avvertiva una pulsazione angosciosa proliferarle nel petto.
Quell'inevitabile senso di terrore, terrore puro, di non poter scappare, di non poter correre. Era come essere rinchiusa in una camera iperbarica e non poter uscire finché l'aria non si fosse depressurizzata.«Voglio andarmene e basta.» Dichiarò infine.
«Mila, senti, perché non facciamo un giro? Così parlano un po', che dici?» Propose Dinah, ma la cubana rifiutò gentilmente, sostenendo che preferiva stare sola.
«Pizza?» Domandò Ally, ma anche stavolta non andò a buon fine l'inventiva.
La sua mente era tutta concentrata su Lauren. Quel sogno era talmente reale, le sentiva ancora addosso le sensazioni, se chiudeva le palpebre. Ma solo dietro di loro, dietro le palpebre, la scena esisteva, il ricordo era solo una pia illusione.
Non le era mai capitato di desiderare così tanto che qualcuno la volesse, che quei sogni si animassero. Voleva soltanto sapere se ciò che immaginava fosse molto caricato o fosse più sfumato di quanto credesse.
Provò a dormire, ma più desiderava appisolarsi più il sonno si allontanava da lei. Quella rincorsa vana la stizzì oltremisura, al punto che litigò un'ultima volta con il cuscino prima di pugnalarlo con un affondo diretto.
«Vado a prendere una boccata d'aria.» Sentenziò inalberata la cubana, prima di scendere dal letto.
«Vuoi che veng...»
«Ahia!» Esclamò Camila, raggiungendo la pianta del piede con la mano.
«Che è successo?!» Si preoccupò subito Dinah, issandosi sul letto.
La cubana sfilò L'orecchino dorato a forma di rosa che le si era conficcato nella pelle.
«Cazzo, almeno state attente a dove lasciate le vostre fottute cose!» Poi lasciò la stanza senza aggiungere una parola.
Dinah strabuzzò gli occhi, visibilmente esterrefatta. Camila non aveva mai avuto eccessi di rabbia, ma nelle ultime settimane sembrava una pentola a pressione pronta ad erompere. Ally, attonita quanto la polinesiana, si chiese se non fosse il momento di porgere una preghiera per la cubana, ma Dinah suggerì che un esorcismo era più appropriato.
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Hades
FanfictionMille anni fa, dopo un'atroce guerra fra il bene e il male, Zeus, sconfitto, ha scomposto la sua anima e ripartita fra sette comuni mortali per non permettere ad Ade di regnare. Ade, però, ha trovato un modo per liberarsi dagli inferi ed ora vaga s...