Camila era veramente intontita quando si svegliò al mattino. I suoi incubi si erano spogliati di ogni velo, denudandosi completamente, mostrando quello che non avrebbe mai immaginato: magnanimità.In realtà, forse doveva essere angosciata, o forse addirittura allarmata perché quella rosa rossa non era scontato fosse un segno di pace. Poteva anche essere interpretata come un'avvisaglia infida. Il rosso le richiamava subito l'accostamento al sangue, il che non era propriamente consolatorio.
Ma, per quanto si sforzasse di scovare un'accezione minacciosa, non riusciva a visualizzare quel gesto su un piano pericoloso. Le pareva solo un accenno di bontà, forse anche di compassione, probabile, ma non rilevava alcun simbolismo malefico nella levità dei petali lussureggianti.
La seconda sveglia la calciò fuori dal letto, riluttante e ingrugnita. Non aveva alcun desiderio di lasciare il gradevole tepore delle coperte per trascinarsi fra le strade gelate di New York.
Quella mattina era particolarmente freddo, l'aria traspirava attraverso gli spiragli della stanza rarefacendola. Camila arrivò al bagno sfregando le mani contro le braccia e saltellando sulle punte dei piedi per proteggersi dal pavimento ghiacciato.
Prima di entrare nella toilette, si armò di calzini, poi eseguì il rituale mattutino; a questo punto si vestì e scese al piano di sotto dove il suo pranzo era in bella vista. Lo insaccò nello zaino ed uscì di casa.
Il refolo che le scompigliò i capelli era più astrale di quel che si era prefigurata. Chiuse la zip del giubbotto e si strinse nelle spalle, maledicendosi per aver optato per una giacca in pelle invece che per una giacchetta in piuma d'oca.
L'autobus era già fermo al capolinea. Camila accelerò il passo, nonostante il vento le remasse contro. Non era pronta ad affrontare una giornata così siderale. Aveva arrabattato dei conti sommari e previsto che la stagione si sarebbe incrinata circa a metà ottobre, invece era appena fine settembre e già le condizioni meteorologiche colavano a picco.
La corsa fu breve e indolore, dato che a quell'ora la mattina l'autobus era abbastanza sgombro. Il grattacapo era quando usciva da scuola, allora si che tutte le linee strabuzzavano studenti anche dai tubi di scappamento.
Quel giorno comunque non doveva angustiarsi per il ritorno, perché Lauren l'avrebbe accompagnata verso casa sua, per le ripetizioni settimanali. Forse -sicuramente- all'inizio era scettica riguardo i ripassi extra scolastici, ma adesso doveva ammettere, a malincuore, che l'avevano spalleggiata moltissimo nelle ultime settimane. I voti non avevano subito un'impennata vertiginosa, ma comunque erano in rapida ascesa, e gran parte del merito era da attribuirsi a Lauren. Non le aveva soltanto impartito nozioni, ma anche insegnato un metodo più che valido per applicarsi anche alle altre materie. In fondo, malgrado le divergenze, era una brava professoressa, e le doveva molto, non solo a livello scolastico.
Non l'aveva ancora ringraziata per quella notte di terrore che aveva prontamente sventato. Da una parte riteneva che non fosse il caso di rinvangare quel giorno, girando il coltello nella piaga, ma dall'altra si sentiva quasi in obbligo di farlo. Non era però un obbligo convenzionale, quanto più istintivo o morale. Ne avvertiva la pura necessità. Ogni volta che la intravedeva in solitudine fra i corridoi, percepiva lo slancio afferrarla e indurla ad aprire bocca, ma poi taceva.
Quella era la prima giornata che trascorrevano di nuovo in solitudine dopo la turbolenta nottata al pub, forse era la volta buona per ringraziarla a dovere.
Questa solida convinzione rimase inveterata in lei fin quando non varcò la soglia di scuola e rivide il professor Ripple. Le immagini di qualche giorno addietro le baluginarono in testa come flash stordenti. La sua mente aveva archiviato l'avvenimento, forse perché non voleva rassegnarsi all'idea di non valere niente per la corvina, o forse perché era irrilevante.. Ma contando il cipiglio e l'increspatura acida delle labbra della cubana, l'opzione numero uno era la più gettonata al momento.
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Hades
FanfictionMille anni fa, dopo un'atroce guerra fra il bene e il male, Zeus, sconfitto, ha scomposto la sua anima e ripartita fra sette comuni mortali per non permettere ad Ade di regnare. Ade, però, ha trovato un modo per liberarsi dagli inferi ed ora vaga s...