Camila uscì di casa relativamente presto; malgrado fossero tornati la sera tardi, era riuscita a dormire sette ore di fila, abbastanza per considerarsi rivitalizzata. Sinu era stata incommensurabilmente contenta di rivederla. Le aveva raccontato le ultime notizie alla galleria, sostenendo che a breve avrebbero aperto la nuova ala, dedita ad alcune sue opere che finalmente avrebbero visto la luce. Era nervosa, ma trepidante. Camila le aveva dato il suo appoggio con un abbraccio incoraggiante, poi, però, si era scusata ed era crollata sul letto.Adesso era pronta a tornare a scuola, a riprendere le lezione e, possibilmente, a dimenticare quei giorni fuori porta... Ma non prima di aver restituito l'orecchino a Lauren.
Quando era rientrata in camera, la "refurtiva" giaceva incustodita sul cassettone, dove l'aveva delicatamente deposta. Aveva allungato discretamente la mano e occultato l'orecchino nella tasca della felpa. Come poteva ben immaginare, nessuna delle sue compagne di stanza aveva reclamato l'oggetto. Quindi, non apparteneva a loro. E lei questo lo sapeva bene.
Una volta arrivata a scuola, si intrattenne con alcuni ragazzi che aveva conosciuto in gita, poi Dinah ed Ally si aggregarono alla combriccola è presto si disgiunsero tutte e tre per avviarsi verso le rispettive classi.
«Siope si è fissato che facciamo poco sesso. Dico io, potrei mai farlo mentre ci sono i suoi genitori a casa?» Domandò sbigottita, scuotendo appena la testa.
«Teoricamente...» Incassò le spalle Ally, lasciando la frase in sospeso.
«Tu che fai tanto la Santa, mi stai implicitamente suggerendo di traumatizzare la sua famiglia?» Inarcò un sopracciglio la polinesiana, perplessa e attonita.
«Basta essere silenziosi.» Imbeccò la bionda, alimentando il clamore di Dinah.
«Scusa, ma tu come...?» Sondò il terreno la polinesiana.
L'espressione di Ally diede ad intendere che la sperimentazione sul campo le aveva conferito sufficiente saggezza da poterne dispensare.
«Dio Signore!» Imprecò inorridita Dinah, strizzando gli occhi per spazzare via quell'immagine.
«Dinah!» La rimproverò stizzita la bionda, battendo un piede a terra.
«Fai sul serio? Tu puoi fare sesso con i genitori nell'altra stanza, e io non posso nominare il Signore?» Scimmiottò confusa la polinesiana.
Per quanto Ally potesse essere paziente, aveva perso le speranze con lei, perciò si limitò a bofonchiare e tacere.
«Sempre meglio che farlo e non saperlo.» Mormorò fra se e se Camila, ridacchiando sottovoce. Quando alzò lo sguardo dalla punta delle scarpe, notò gli sguardi delle amiche su di lei, allibiti e sgranati.
Cazzo.
«No, dicevo così.. per dire.» Mentì, smanettando in aria.
«Voi siete strane. Strane forti.» Le etichettò perentoria Dinah, prima di lanciarli uno sguardo crucciato e andarsene.
Ally la seguì a ruota, notando che si stava attardando per la lezione. Camila si incamminò lentamente verso l'aula, avendo alla prima ora una classe alquanto noiosa e una professoressa indulgente.
Si accodò alla marmaglia di studenti che gremivano il corridoio, ciondolando pigramente dietro di loro. Fu quando il viticcio umano si sbrogliò che la cubana rintracciò il casco corvino e le movenze suadenti di Lauren, dirigersi verso l'aula professori. Diede un rapido sguardo davanti a se, incerta se proseguire o virare. Insomma, non aveva fatto molte assenze ed erano state tutte giustificate... Ma no! No, era sbagliato. Poteva recapitare l'orecchino a Lauren in un altro momento. Quel piccolo pezzo affilato con il quale giocava nella tasca della felpa, che tutto ad un tratto pareva incandescente. Voleva adempiere ai suoi doveri, ma quella sensazione di trasgredire le stava inondando ogni arto.
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Hades
FanfictionMille anni fa, dopo un'atroce guerra fra il bene e il male, Zeus, sconfitto, ha scomposto la sua anima e ripartita fra sette comuni mortali per non permettere ad Ade di regnare. Ade, però, ha trovato un modo per liberarsi dagli inferi ed ora vaga s...