Camila arrivò alla galleria una decina di minuti dopo. Sembrava tutto buio. Tintinnò il mazzo di chiavi davanti agli occhi, poi fece scattare la serratura. Fece un passo avanti e stranamente l'allarme non scattò. Eppure, doveva essere inserito. Quando la galleria era completamente vuota, l'allarme era costantemente in vigore. Beh, forse una dimenticanza. Avevano bevuto diverse bollicine, perciò.I passi della cubana riecheggiarono nell'androne ormai brullo. Il suono rimbalzava sulle pareti, ma tutti i quadri dormivano sereni.
Camila si diresse spedita verso il guardaroba. La porta era chiusa, ma lei aveva la chiave. Entrò all'interno dello sgabuzzino e passò in rassegna gli stand finché non scovò il suo cappotto, l'unico rimasto. Lo appoggiò sulle spalle e poi uscì dall'angusta stanza, richiudendo a chiave la porta.
Fu quando si voltò che trasalì dalla paura.
Nel fitto buio c'era una sagoma che definiva i contorni dell'oscurità. Camila a primo impatto ebbe il terrore che i suoi incubi fossero tornata a tormentarla, ma quando essa fece un passo avanti, individuò immediatamente le sinuosità del suo corpo.
«Lauren?» Le sfuggì dalle labbra, ricordandosi troppo tardi di aver mancato di Formalità.
«Camila, che ci fai qui?» Anche l'altra sembrava essersi dimenticata il loro tacito accordo riguardo le norme di saluto.
«Avevo dimenticato il cappotto.» Si giustificò la cubana, porgendole la stessa domanda.
«Stavo finendo il vino.» Rispose onestamente Lauren, strappando un tenue sorriso alla cubana.
Ovviamente.
Ora, mentre tutte le opere d'arte tacevano, le luci si erano affievolite e la notte filtrava dalla vetrata, loro due erano le uniche protagoniste stagliate sullo scenario. Camila trastullava nervosamente le dita, mentre Lauren era pietrificata nel suo usuale atteggiamento inattaccabile.
«Che coincidenza che tu sia stata così generosa con la galleria di mia madre. Pensa, a New York ci sono più di duecentomila gallerie, eppure...» Alluse sonoramente la cubana, abbozzando un sorriso che la diceva lunga.
Lauren incassò il colpo con grazia, senza perdere il suo aplomb «È stata proprio una coincidenza.»
«Certo.» Rispose ormai disillusa Camila, assolutamente certa che ci fosse sotto qualcosa, ancora «Allora buonanotte.» La salutò, ma l'integrità della corvina era stata intaccata e non c'era cosa che le facesse perdere maggiormente le staffe.
Camila contò mentalmente i secondi che avrebbe impiegato Lauren per tirare fuori gli artigli.
Uno, due... tr...
«Non mi credi?» Domandò rapidamente Lauren, avanzando un passo verso di lei.
«Sto solo ammettendo che sia strano. Penso sia lo stesso per te, scoprire che la tua partner in affari è la mamma di una tua alunna, no?» Cancellò il sorriso da sotto i baffi prima di voltarsi verso Lauren e sostenere il suo sinistro sguardo.
La corvina abbreviò nuovamente le distanze, costringendo Camila a retrocedere verso la parete.
«Pensavo ci dessimo del lei.» Sibilò Lauren, ancheggiando ancora qualche metro.
La boria di Camila si era assottigliata notevolmente, il groppo in gola aumentava ogni volta che la corvina proseguiva.
«Scusa..scusi.» Balbettò la cubana, trovandosi alle perse.
Stava succedendo di nuovo, aveva permesso a Lauren di interpretare quel sarcasmo tagliente sotto una luce provocatoria, e adesso sapeva di essersi rovinata con le sue stessi mani.
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Hades
FanfictionMille anni fa, dopo un'atroce guerra fra il bene e il male, Zeus, sconfitto, ha scomposto la sua anima e ripartita fra sette comuni mortali per non permettere ad Ade di regnare. Ade, però, ha trovato un modo per liberarsi dagli inferi ed ora vaga s...