Capitolo ventidue

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«Posso dire che è un inferno, oppure è vietato anche quello?» Squittì indispettita Dinah, costringendo Ally ad alzare gli occhi al cielo.

Camila si ritrovava per l'ennesima volta impelagata in un alterco fra le due. Scegliere la camera a tre era stato uno sbaglio, adesso lo sapeva. Purtroppo non poteva fare marcia indietro, non solo perché le camere erano esaurite e per nessun motivo al mondo i professori si sarebbero dannati a scambiare alunni fra le stanze, ma anche perché Dinah non glielo avrebbe perdonato mai. Ally si, credendo molto alla redenzione, ma la polinesiana mai.

«Possiamo leggere l'itinerario e basta, per favore?» Domandò sospirando la cubana, fin troppo esausta per fare da pacere.

Le due si lanciarono vicendevolmente uno sguardo diffidente, poi scrollarono le spalle e si assieparono alle spalle della cubana per sbirciare il programma odierno.

«Aspettate, mercoledì hanno programmato il volo dell'angelo, e sarebbe?» Arricciò il naso Ally, mentre il ghigno compiaciuto di Dinah si ingigantì.

«Ti metti a sedere su una carrucola e ti spingono giù da una montagna.» Spiegò coincisa, sortendo l'effetto sperato.

«Che cosa?! Ma siamo pazzi?! Io non lo faccio, tanto è fra le attività facoltative, quindi me ne lavo le mani.» Mise subito in chiaro Ally. Per lei le attività spericolate erano fuori questione, non avrebbe mai potuto arrischiarsi a tanto.

«Non avevamo dubbi, Allison.» La canzonò Dinah, nascondendo il sorrisetto dietro la folta chioma che le ricadde sulla guancia mentre si sporgeva in avanti.

«Oddio, quante visite guidate. Menomale che era un "regalo", a me sembra quasi una tortura. Se anche queste fossero facoltative, non mi presenterei nemmeno ad una.» Sbuffò annoiata Dinah, nemmeno troppo sorpresa di essere finita in trappola, ma alquanto seccata di non aver modo di svignarsela.

«Non avevamo dubbi, Dj.» Sorrise Ally. Beh, se l'era meritato.

Camila roteò gli occhi al cielo, ripiegò il depliant illustrativo, ponendo fine a qualsiasi dissapore, e si diresse verso il bagno.

«Vedete di non uccidervi mentre mi lavo i denti.» Disse scherzosamente, ma non troppo, chiudendo la porta alle sue spalle.

Dopo aver sciacquato il retrogusto di mirtillo che aveva sprigionato la barretta calorica che aveva sgranocchiato in autobus, la cubana si cosparse con un po' di profumo e pettinò i capelli, tremendamente disordinati. Dopodiché ci fu una breve discussione su chi dovesse usufruire del bagno prima fra Dinah ed Ally; Camila risolse lanciando in aria una moneta. Testa: Ally.

Alla fine scesero nella hall dove alcuni studenti erano già in attesa. La prima tappa era un museo, il ritrovo era alle 20. Loro avevano già qualche minuto di ritardo, ma molti altri non si erano ancora degnati di presentarsi. I professori si stavano radunando fuori, chi per fumare, chi per intrattenersi, chi per fare una telefonata. Erano circa cento, forse centoventi alunni, contro dieci insegnanti.

Non vorrei essere nei loro panni... Oddio, forse nei panni di qualcuno entrerei volentieri.. Scosse la testa talmente forte che Dinah pensò stesse scacciando una vespa.

Quando si furono riuniti tutti, vennero divisi per sezione. Raggiunsero il museo a piedi, essendo poco distante. Una guida turistica venne assegnata ad ogni classe, il museo suddiviso in più zone, così da non ingorgare le divaricazioni con un'affluenza incontenibile.

Camila cercò di seguire, ma era molto svagata, con la testa fra le nuvole. Non era chiaro dove planasse il suo pensiero, ma non atterrava mai. Sua madre si era raccomandata di fare foto, quando possibile, di prendere appunti, così avrebbe potuto essere lei per una volta a parlarle d'arte, e non il contrario. La cubana scattò qualche foto, ma non colse nemmeno una parola di quelle che la guida stava proferendo. Dinah era più interessata a quale tonalità di smalto avrebbe scelto la prossima volta dall'estetista, mentre Ally era l'unica che non perdeva il filo.

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