Midoriya's POV
Il mio cervello torna a quella volta in cui eravamo soli, a tutti i pensieri assurdi e a tutte le cose sconce che avevamo fatto quel giorno.
"Ehm..eh..."
"Dai, chiediglielo. Scrivimi se dice di no, altrimenti ti aspetto a casa mia."
Torno in cucina. Mia madre sta lavando i piatti.
"Mamma, scusa, so che è una cosa un po' improvvisa, ma...un mio amico sta dando una festa, chi partecipa può dormire lì, per comodità...posso andare? Non devi neache venirmi a prendere..."
Mamma mia, da quando so mentire così spudoratamente?
Lei prende uno straccio e si asciuga le mani.
"Perché non me lo hai detto prima?"
"Perché è una cosa dell'ultimo minuto...scusa, anche a me l'hanno detto solo ora..." Dico, portandomi una mano dietro la testa.
"Va bene, puoi andare." Dice.
"Ah! Grazie!" Sorrido e le salto al collo, lei ricambia l'abbraccio e dice:
"Fai solo in modo di prendere tutto il necessario per la notte okay?"
"Sì." Detto fatto. Corro in camera e prendo tutto il necessario, lo ficco in uno zaino ed esco dalla camera.
Do un bacio sulla guancia a mia madre e la saluto, lei ricambia, ripetendomi di stare attento e di comportarmi bene.
Esco e scendo le scale dell'appartamento, per poi iniziare a correre tra la neve fresca verso la casa di Todoroki. È freddo attorno a me, ma sono così felice di vedere Shouto, che quasi non lo sento.Arrivato a casa sua, suono il campanello, sperando che sia lui ad aprirmi e non qualcun'altro.
Puntualmente mi apre sua sorella.
"Ah ciao," dice gentilmente, "che cosa desideri?"
"Ah ecco..." Cavolo, avevo capito che saremmo stati soli, "Shouto mi ha invit..." Vengo interrotto dalla voce di Shouto, in fondo al corridoio:
"Ah! Midoriya! Bene sei arrivato, dammi solo un secondo."
Si rivolge a sua sorella:
"Tranquilla Fuyumi, qui me la sbrigo io."
Lei annuisce e torna in quella che credo essere la sua stanza.
Resto un attimo interdetto quando lui prende il suo giubbotto, si mette uno zaino in spalla e s'infila le scarpe. Mi spinge con cura fuori dalla porta e dice:
"Allora io vado!"
"A domattina, Shouto!" Risponde sua sorella.
"A domattina? Ma cosa..." Vado per chiedere.
"Ti spiego tutto dopo." Dice, e mi spinge a proseguire.
Camminiamo in silenzio. Mi lascio condurre da lui, sebbene non capisca dove stia andando.
Dopo mezz'oretta, arriviamo in una sorta di motel, il quale però sembra essere molto più curato rispetto a quelli squallidi che si vedono nei film.
Capisco tutto.
In un istante realizzo quello che vuole fare.
Il cuore mi martella il petto e la mente si riempie di domande: sarò in grado? Sarò all'altezza delle sue aspettative? Ma, più importante, farà davvero male come dicono?
Inizio ad essere agitato.
Lui va alla reception, reclama la chiave ed assieme raggiungiamo la stanza. Si rivela essere una stanza normalissima, il letto, il bagno, tutto pulito e ben tenuto.
Lui butta a terra lo zaino, appende la giacca ancora bagnata per via della neve scolta e si stravacca sul letto, con il telecomando in mano. Accende la TV e comincia a girare per i vari canali.
Appoggio a mia volta lo zaino per terra ed appendo la giacca. Sono nervoso, ho le budella tutte attorcigliate. Spengo la luce della stanza e con l'aiuto di quella proiettata dallo schermo, accedno una delle lampade accanto al letto.
Mi stendo al suo fianco dopo essermi tolto le scarpe ed appoggio la testa sul suo petto, lo sguardo rivolto verso lo schermo del televisore.
La sua mano sale ed inizia ad accarezzarmi i capelli, dolcemente, quasi com'era solita fare mia madre per calmarmi.
Lui sa che sono nervoso, lo sa bene.
"Perché siamo venuti qui?" Chiedo.
Lui aspetta un po' prima di rispondere. É indeciso se fare una battuta o meno, probabilmente.
"Perché se avessimo aspettato di avere casa libera, non avremmo mai potuto dormire assieme." Spiega gentilmente.
"Quanto hai speso per questa stanza?"
"Ho speso quello che vale una notte passata con te."
"E quanto vale?"
"Mai abbastanza." Sussurra.
"Non me lo dirai, vero?"
"No."
"Avremmo potuto dividerci la spesa..."
"Volevo che fosse una sorpresa." Dice solo.
Voglio prendere più tempo possibile prima cha accada ciò che deve accadere, perciò chiedo:
"Cos'hai detto alla tua famiglia?"
"Un pigiama party." Dice, "Ho anche preso un sacco a pelo per non destare sospetti. Mi ha occupato i 3/4 dello zaino." Sbuffa.
Aspetto un po'. Oddio, oddio sono impanicatissimo.
"Stai tremando, va tutto bene?" Ah, se n'è accorto!
"Eh? Ah, si si." Mi limito a dire.
Sento la sua mano sul mio viso, "Sei bollente..." afferma.
"Ah sì..credo sia..." Vado per dire, ma lui m'interrompe:
"Izuku," mi costringe a guardarlo negli occhi, "non farò nulla, se tu non vorrai."
Ah..io, non ho mai pensato a quello che voglio, però...
Mi avvicino a lui, alle sue labbra, siamo ad un palmo l'uno dall'altro. Arrossisco vistosamente.
Raccolgo quanto più coraggio possibile e dico:
"Io...io desidero provare, qualcosa di più, rispetto all'ultima volta..."
STAI LEGGENDO
You hate me, don't you? (TodoBakuDeku)
FanfictionTratto dalla storia: "È inevitabile, per me, chiedermi come io possa amare due persone alla volta... Ma ho solo una certezza, ed è che li amo. Li amo entrambi, alla stessa maniera. Ed è per questo che quando la vita mi ha chiamato a scegliere tra lo...