Midoriya's POV
"Alla fine, l'accusa principale di Todoroki fu trascritta come aggressione, ma successivamente si aggiunse occultamento di prove necessarie ad incastrare un potenziale criminale, per il suo voler coprire Kacchan. Tuttavia, l'essersi costituito e l'aver sventato eventuali altri stupri, giovò molto alla sua causa.
Si prese quindi tre anni, da scontare in riformatorio ed in carcere, una volta divenuto maggiorenne.
Kacchan affrontò il suo processo un paio di settimane dopo.
Fra le parenti e le ragazze più vicine a Todoroki si cercò la vittima del famoso stupro, ma non venne mai fuori la verità.
La mancanza di una vittima e quindi di un testimone diretto permisero a me ed al suo avvocato di metterci d'accordo in segreto per una nuova versione dei fatti secondo la quale io avevo visto tutto ma, parlandone con la vittima, avevo promesso che avrei mantenuto segreta la sua vera identità.
Mi offrì di testimoniare a favore di Kacchan, a patto di rimanere anonimo.
Grazie a me, si beccò cinque anni, invece di dieci.
In seguito, Kacchan perdonò Todoroki per l'aggressione e Todoroki fece lo stesso per il presunto stupro.
Entrambi furono mandati nello stesso buco e da quel che mi raccontarono nelle rispettive lettere, si spalleggiarono a vicenda per farsi rispettare, diventando un duo molto temuto all'interno dell'Istituto.
Quando Todoroki compì diciotto anni, fu trasferito in un carcere serio e lì é rimasto, fino ad oggi.
Io invece, ho continuato il mio studio alla Yuuei ed ora sono un Hero.
Potrà sembrare che io sia andato avanti, ma in realtà mi sono fermato ed ho atteso.
Ho atteso fino ad ora, per poterlo rivedere."
Poso la penna a lato, chiudo il diario e lo nascondo nel cruscotto della macchina non appena vedo tornare mia madre.
Ci siamo fermati temporaneamente per permetterle di fare una commissione, ma una volta rientrata in auto mette subito in moto e riprendiamo assieme la via verso il carcere."Aspettami qui, va bene mamma?" le dico.
"Va bene." dice e, mentre esco, accende la radio.
Scendo per poi chiudere la portiera e dirigermi all'interno del carcere dal quale Shouto uscirà a momenti.
"Todoroki Shouto." Dico in fretta al bancone.
"La preghiamo di attendere nella sala d'aspetto..." l'uomo in divisa dietro il bancone guarda meglio il computer ed aggiunge, "dovrebbe uscire a momenti."
Mi butto letteralmente su di una sedia e fisso la porta con insistenza, il mio cuore va a mille.
Dopo poco la porta si apre cigolando e lui esce.
Un ragazzo di diciott'anni tutto muscoli, dai capelli bicolori e gli occhi etero cromati, con una cicatrice sull'occhio sinistro.
Lo guardo perplesso: si è alzato un sacco ed il suo petto è ormai il doppio rispetto l'ultima volta che l'ho visto. Le sue braccia e le sue gambe sono molto più possenti.
In una mano tiene un cappotto, mentre usa l'altra per stringere una mano ad una guardia e salutarla.
Non appena si gira, vedo chiaramente che la camicia che indossa é troppo piccola e che i bottoni riescono a restare cuciti sulla stoffa per miracolo.
Arrossisco di colpo alla visione di quel corpo così stupendo.
Mi alzo in piedi e sorrido un poco, ma non appena lui mi vede, sbianca.
Tira dritto, fuori dalla porta e fa finta di non notarmi.
Gli corro dietro, fino all'esterno e gli metto una mano sulla spalla, obbligandolo a fermarsi.
"Shouto...che succede? Dove vai?"
"A casa." Risponde.
"E come? A piedi?" Domando scherzando.
"No...mia sorella dovrebbe passare a momenti."
"Shouto, ho chiesto alla tua famiglia di poterti riportare a casa..."
Lui si blocca e smette di strattonare.
"Perché?" Non si gira, nè mi guarda, ma la sua voce è rotta dal pianto.
"Io...volevo parlare con te di..."
"Ti ringrazio per il processo." m'interrompe, "Ma a parte questo io non ho altro da dirti."
Cosa?
E allora io, perché ho aspettato...fino ad ora?
"Ma...perché Shouto? Io...non vedevo l'ora di riabbracciarti, di baciarti, di stare di nuovo con te...dopo tutto questo tempo...ti ho aspettato così tanto...perchè?"
Quella domanda non è tanto per lui, quanto per me.
Perché hai aspettato?
Che cosa pensavi sarebbe accaduto?
Dopo ciò che hai fatto, cosa pensavi sarebbe cambiato?
Inizio a piangere a mia volta. Piangere a dirotto.
"Perché?! Osi anche chiedermelo?!"
Si gira verso di me ed urla:
"Io non ho più niente da spartire con te da quel giorno! Mi hai raccontato una marea di stronzate!"
Indossa la giacca beige che fino ad un secondo prima portava in mano ed urla:
"Mi sono rovinato da solo aggredendo Bakugou, ma il motivo per cui l'ho fatto sei tu!" dice, indicandomi.
"Io ti ho amato, ti amo e ti amerò sempre, ma se stessi con te non avrei altro che dubbi, perenni ed incessanti, a rovinarmi la vita! Vivrei nell'incertezza più totale! In bilico tra i dubbi sulla tua fedeltà ed il desiderio di sapere che tu mi ricambi ancora...ed io, non posso..." fa una pausa e riprende:
"Scusa, ma io non voglio più stare così male per qualcuno che mi ha trattato come un giocattolo, perciò...addio Midoriya. Ti auguro quanta più felicità possibile."
Mi scrolla definitivamente di dosso e torna dentro, probabilmente per chiamare sua sorella.
Non lo so.
Non lo seguo.
Salgo in macchina imponendomi di non piangere di fronte a mia madre e chiudo la portiera, dicendole di partire.
Lei non fa domande. Esegue e basta.
Hai capito tutto mamma, non è forse così?Non lo vedo per i due mesi successivi, e sono letteralmente distrutto.
Distrutto...sì...fino ad oggi, il 20 di Aprile, ovvero, il compleanno di Kacchan.
Compie diciotto anni proprio in questo giorno e sarà trasferito nella stessa prigione dove anche Shouto é stato e dove l'ho visto l'ultima volta.
Decido di andare a fargli visita, domani stesso, sperando che mi riceva.
A pensarci bene, non sono mai riuscito a vedere nessuno dei due, mentre erano ancora dentro...Angolo autrice
Vi lascio con due capitoli perché domani non potrò pubblicare, comunque, spero vi migliorino questo triste giorno di scuola.
Ciauuuu <3P.S. Ho pubblicato ora perché al solito orario non avrei potuto.
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You hate me, don't you? (TodoBakuDeku)
FanfictionTratto dalla storia: "È inevitabile, per me, chiedermi come io possa amare due persone alla volta... Ma ho solo una certezza, ed è che li amo. Li amo entrambi, alla stessa maniera. Ed è per questo che quando la vita mi ha chiamato a scegliere tra lo...