9.

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I giorni seguenti a quella notte furono particolari, le persone mi salutavano, erano ragazzi con cui forse avevo parlato una o due volte perché amici di Chloe o semplicemente per qualche compito in classe. Persone che prima di quella sera mi evitavano nei corridoi, non mi salutavano, per il quale non esistevo, ero invisibile.

Lo sapevo che era l'effetto di Noah, sapevo che dopo che lui mi ebbe difeso alla festa, le persone avevano iniziato a considerarmi e a parlarmi. Non era piacevole come credevo, non li conoscevo bene e improvvisamente sorrisi falsi e saluti altrettanto falsi comparivano nella loro voce e nei loro volti.

Noah non si era più fatto vivo, pensavo che forse quella sua improvvisa voglia di salvare qualcuno fosse già scomparsa. Evitai di cercarlo anche se in ogni posto in cui mi trovavo volevo vederlo, anche solo da lontano.

Nella mia testa quella notte si faceva sempre ripetitiva, quel momento aveva intersecato le radici nella mia anima.

In qualche istante avevo la speranzosa voglia di ripetere quella sensazione, di ripetere quel ricordo.

Decisi di voler comprare dell'erba, ma non sapevo da chi o come. Sapevo che Chloe era abituata a fumare, lo faceva anche con me ma io non le avevo mai chiesto di provarla.

La vidi in corridoio durante la pausa tra una un'ora e l'altra.

Le chiesi se conosceva qualcuno

-da quand'è che fumi?- disse lei prendendo i suoi libri e chiudendo il suo armadietto

-da poco- dissi abbassando la testa

Lei mi guardò un'istante.

-ok, vieni con me-

Andammo al secondo piano, lei si avvicinò ad un ragazzo, aveva dei folti capelli ricci, era molto magro ed alto.

Lo salutò con due baci sulle guance.

Io le stavo affianco. Lo avevo già visto assieme a lei qualche volta.

- allora Travis, che ti serve?- disse lui

-non a me, ma a lei- disse Chloe indicandomi

Lui mi guardò negli occhi prima di squadrarmi da testa a piedi.

Ero imbarazzata, era una sensazione strana, aveva qualcosa negli occhi che mi piaceva.

La campanella suonò. Lui guardò la sua classe e vide i suoi compagni entrare.

-ora devo andare, hai da fare oggi per le cinque- disse

Io scossi la testa

-allora ci vediamo davanti al municipio-

Io annuì e lui se ne andò.

-chi te l'ha fatta provare?- disse Chloe mentre scendavamo al piano terra.

-un ragazzo- dissi

-Noah?- chiese

Io annuì

-quindi le voci erano vere, vi sentite?- disse con un sorrisone nel volto

-no assolutamente, quali voci?-

-c'è gente che dice che alla festa della Han siete andati via insieme-

-si ma cosa c'entra, io non gli interesso, siamo...- Non sapevo nemmeno come definirlo, dire che eravamo amici era tanto, troppo. Sentivo che non era così -ci conociamo e basta- dissi

-ok Lib, tranquilla sono solo voci insulse- disse lei, mi diede un bacio sulla guancia per poi entrare nella sua classe.

Erano le quattro e non sapevo ancora se avevo preso la scelta giusta. Sapevo solo che volevo stare tranquilla, le ultime notti non avevo dormito, ero continuamente tesa ed agitata. Non sapevo se la ragione di quello stato fosse l'assenza di Noah, ma non potevo e non volevo già essermi attaccata a lui così. O mi imbottivo di calmanti o fumavo.

Liberty Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora