8.

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Improvvisamente sentì un calore provenirmi dal ventre, era una sensazione strana, il mio petto batteva ma non di paura come le altre volte, quella era euforia. Ero contenta. Contenta perché per una volta qualcuno aveva preso le mie difese e aveva ridicolizzato Alyssa al mio posto.

-grazie- dissi a Noah quando la folla si disperse nuovamente tra alcol e erba.

-è solo un'assaggio di quello che posso fare per te- disse

Era un modo per convincermi, convincermi ad aiutarlo e ad aiutarmi.

-Noah, io ti ringrazio ma non riuscirei a parlarti di ciò che provo a comando- dissi, la mia voce era tranquilla, non ero agitata mentre glielo dicevo.

-io conosco un modo per farti....per farti sciogliere, diciamo- disse passandosi la mano tra i capelli e sorridendo

-non credo esista un modo- dissi io, il suo sorriso mi aveva messo a disagio e riscaldato l'anima contemporaneamente, era tra le cose più belle che avessi mai visto.

-esiste....- si avvicinò al mio orecchio e io sobbalzai, era troppo vicino -l'erba- mi disse per poi guardarmi e sorridere a quella distanza troppo ravvicinata.

-no io Noah...-

-vieni con me- disse prendendomi la mano, mi trascinò per qualche passo e poi mi mise il braccio attorno alle spalle.

-quando fumi, ti liberi da tutto, da tutti i pesi, i pensieri si fanno lontani e il corpo freme- disse gesticolando

-non ho mai fumato non saprei-

-beh c'è una prima volta per tutto- disse aprendo le portiere della jeep

Mise il mio long nei sedili posteriori e poi entrò in macchina, così feci anche io.

Accese il motore e prese la strada per il lago, parcheggiò li vicino e mi disse di scendere.

-ci vengo spesso qui- dissi

-allora è un posto perfetto per la tua prima fumata-

Non ne ero sicura, tra le mille domande che mi facevano i dottori c'era l'abuso di droghe e d'alcol, nelle mie condizioni era molto più facile attaccarsi a rimedi esterni momentanei.

Ma non volevo tornare a casa, non volevo dirgli di no, non volevo stare da sola.

Lui estrasse dalla tasca posteriore un sacchettino per poi sedersi in riva al lago, aprì il portafoglio, prese una cartina lunga ed un filtro di carta, la fece su e l'accese, fece un tiro e mi guardò.

Io stavo ancora in piedi, le braccia incrociate al petto, ero nervosa. Non sapevo come mi sarei comportata, come il mio corpo avrebbe reagito.

-hai intenzione di sederti?- disse

Io mi sedetti affianco a lui, misi le ginocchia al petto e le strinsi, appoggiandoci la testa.

-ho paura-

-non preoccuparti, ti farà del bene, te lo prometto- disse

-ok- lui me la porse, guardai il filtro prima di aspirare, aveva un sapore amaro e speziato, per niente piacevole.

Feci un'altro tiro, un'altro ancora e un'altro ancora.

-ehi piano, sei troppo esile per potertela fumare tutta- disse prendendola dalla mia mano

Fece un tiro per poi fare dei cerchi con il fumo.

La mia testa era strana, tutto iniziava a muoversi e ad esistere in una luce sfocata, non era una sensazione nuova, era molto simile ai miei calmanti.
Ma nel mio corpo sentivo delle vibrazioni, ad ogni respiro, ad ogni movimento.

Liberty Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora