31.

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Sentivo che tremava mentre avanzava un passo alla volta, misi il braccio attorno al suo e gli sorrisi, cercando di non sembrare preoccupata per lui.

Ci sedemmo in una panchina, davanti a noi c'erano due bambini sui quattro anni, erano gemelli e si rincorrevano mentre la mamma cullava un neonato tra le braccia.

-ti piacerebbe avere dei gemelli? - chiese

Io guardai a terra, notai che un laccio della scarpa era sciolto e lo annodai.

-in realtà non ho mai pensato ad avere dei figli- dissi

-pensaci adesso- sorrise

-non lo so- scossi la testa - non saprei se sono in grado di essere madre-

-per me saresti una madre perfetta-

-penso un po' troppo a me stessa per improvvisamente riuscire a pensare a qualcun'altro-

-non è vero, tu ti preoccupi di me, se no non saresti qui, ora-

-penso che l'amore che si prova per qualcuno non abbia molto a che fare con l'amore per i figli-

-perché? -

-per il legame di sangue, lo so sembra stupido, ma una volta quando ero da mia zia in Alabama, mi disse qualcosa di particolare, a metà tra il rassicurante e l'inquietante, la figlia di mio cugino non si voleva avvicinare a me però mi fissava, tutto il tempo, cosa che con mia madre non succedeva, li per li pensai che avesse solo paura, che forse la mia negatività la spaventava, invece quando mi avvicinai lei sorrise e iniziò a giocare con me, quando cercai di tornare a fare la brava ospite sedendomi vicino a mia madre, lei continuò a fissarmi e fu lì che mi zia mi disse "ti guarda perché sente il profumo del sangue", ho pensato e ripensato a quella frase-

-è inquietante si- disse sorridendomi

Io lo guardai era bello come sempre, con quel filo di malinconia e tristezza negli occhi, ma ero fiera di lui, fiera che fosse lì, fiera che non avesse fatto in modo di evitare i suoi sentimenti ma che stava provando ad affrontarli.

-andiamo sull'altalena?- chiesi

-si-disse sorridendo

Lo vidi dondolare, ed era come se in quel momento io facessi parte di un pezzo della sua infanzia, che non vivevo solo nel suo presente ma che ero viva anche nel suo passato, iniziò a dondolare più forte mentre io cercavo di sembrare l'adulto tra i due.

Lui si lanciò facendo un salto di un paio di metri, cadde in piedi per poi lasciarsi andare sdraiandosi sul parto.

Io mi alzai di colpo credendo che si fosse fatto male.

-Noah, tutto bene?- chiesi con tono preoccupato

-si- sorrise - aiutami ad alzarmi-disse allungando un braccio verso di me

Io presi la mano credendo di aiutarlo, invece lui mi tirò a sé facendomi cadere sopra di lui.

Avvolse il braccio dietro la schiena e iniziò a ridere.

Iniziò a farmi il solletico e io non riuscivo più a smettere di ridere, cercavo di fermarlo ma era impossibile, ci eravamo mossi e lui stava sopra di me. Si fermò, mi guardò un'istante, una lacrima scese dal suo occhio destro, mi diede un bacio per nasconderla, poi un'altro ed un'altro ancora, sentivo il suo membro battere sulla mia gamba destra.

-scusate ragazzi ma ci sono dei bambini- sentì una voce estranea riferirsi a noi.

Ci girammo entrambi a guardare, era la madre dei due gemelli con in braccio il neonato.

Liberty Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora