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Lo guardai, lui era rimasto pietrificato. Pensavo di averlo spaventato, pensavo che avrebbe avuto paura di me e così la mia prima reazione istintiva fu quella di correre via, di scappare da quelli occhi verdi che mi scrutavano spaventati.

Salì sul tetto della scuola, li nessuno mi avrebbe trovato. Ma non sapevo che lui mi aveva seguito.

Qualche istante dopo, la porta metallica che collegava alle scale si aprì e Lukas si avvicinò a me.

I miei occhi erano ancora lucidi, ancora gonfi, il mio respiro affannato e le mie guance rosse.

Il suo passo era fermo e veloce, i suoi occhi erano diversi da qualche minuto prima. Non era piu spaventato da quel che vedeva ma sembrava ne fosse attratto.

A passo svelto arrivò davanti a me. Mi guardò è io cercai di trattenere lo sguardo su di lui, ma ero imbarazzata e mi vergognavo da morire e così guardai in basso, cercando di evitare quelli istanti, cercando di non sentire la sua presenza così vicina a me.

Non disse nulla, appoggiò le mani sul mio volto e si avvicinò fino a farmi sentire il suo respiro tra le labbra, non mi lasciò lo spazio di guardare qualcosa oltre ai suoi occhi e la mia solitudine non riusciva a rifiutare quel bacio che qualche istante dopo mi diede.

Fu un bacio a sapor di lacrime, il mio primo bacio.

Si staccò da me per poi abbracciarmi, stringermi come nessuno aveva mai fatto prima. Aveva piegato la sua testa sulla mia spalla, e rimaneva li, senza dire nulla.

Avrei voluto allontanarlo e ripeterli che quello non era giusto, che se lo volevo accanto era per conforto alla solitudine e non perché volevo lui ma non lo feci, troppo spaventata dal rimanere sola un'altra volta che lo lasciai fare, nonostante l'idea che fosse il fratello di Alyssa mi terrorizzava ancora.

Si staccò da quell'abbraccio di un infinito finito e mi chiese se stavo bene

Io annuì con la testa bassa.

Pensavo che dopo quel bacio magari l'imbarazzo fosse calato, ma non fu così, il mio sguardo rimaneva basso così come le mie braccia rimanevano incrociate.

-che cosa è successo?- chiese

Mi tornò in mente la scena disgustosa di Noah e Clair mentre facevano sesso sotto alle gradinate.

Come potevo spiegargli la gelosia che provavo, come potevo spiegargli ciò che provavo per Noah o perché mi fossi legata a lui, dovevo raccontargli di sua sorella e di me, dovevo cominciare dall'inizio, ma era troppo da poter dire ad alta voce.

-niente- dissi

Lui si passò una mano tra i capeli ricci.

-cos'erano quelle pastiglie che hai preso?- disse

-calmanti, a volte mi agito troppo-

-e perché ti sei agitata?-

-perché non sono impassibile- dissi smorzando un sorriso e riferendomi a ciò che aveva detto quel pomeriggio di qualche giorno prima

-delle persone che sembrano impassibili mi piace scoprire che non lo sono-

Lo guardavo distrattamente mentre si metteva una sigaretta tra le labbra, lui non lo sapeva che erano state le prime a sfiorare le mie, mi tenevo gelosamente quel segreto.

Solo oggi ripensandoci trovo che ci siano più primi baci, quello era di quello rubati, perché sapevo che per quanto fosse stato gentile e dolce con me, a lui mancava qualcosa, qualcosa di inspiegabile ad alta voce, inspiegabile nemmeno nei miei pensieri; è che non lo sentivo alla bocca dello stomaco.

Liberty Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora