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Mi svegliai, il suo volto era vicino al mio, faceva dei sospiri lievi, le occhiaie erano ben visibili e i capelli erano scompigliati, il suo braccio era appoggiato sul mio fianco, eravamo nudi entrambi e quel disagio perenne del mio corpo era come lievemente svanito, non volevo alzarmi e coprirmi, volevo solo rimanere lì pelle a pelle con lui.

Mi avvicinai al suo volto, volevo guardarlo meglio, sul mento la barba stava ricrescendo, guardavo i piccoli peli sbucarli dalla pelle, li accarezzai la guancia e lui mormorò qualcosa prima di aprire piano gli occhi.

- buongiorno - sussurrai

Lui rimase a guardarmi per qualche istante in silenzio.

- hai fame? - chiese

- sto bene così -

- facciamo così - disse alzando la testa ed appoggiandola alla sua mano - facciamo un po' di sesso mattutino e poi andiamo a fare colazione - si avvicinò alle mie labbra e mi lasciò un bacio per poi spostarsi sopra di me.

- e se non faccio colazione? - chiesi abbassando lo sguardo

- niente sesso - disse alzandosi

Gli afferrai un braccio

- no va bene - dissi

- due brioches? -

- stai patteggiando? -

- due brioches e faccio quella cosa che ti è piaciuta molto ieri sera - disse con sguardo malizioso

- come fai a sapere cosa mi è piaciuto -

- guarda che sono un esperto, lo so perfettamente cosa ti piace anche se non me lo dici -

- e cosa sarebbe? -

- te lo mostro se prometti di mangiare due brioches -

Abbassai lo sguardo, sapevo che qualsiasi cosa facesse mi piaceva

- integrali però -

Lui mise la mano sul mento, fingendo di pensarci, poi sorrise

- va bene - disse avvicinandosi e baciandomi.

Sentivo l'anima in fiamme, volevo ritirarmi tra quelle braccia per sempre, non alzarmi dal letto, non sentire alcun altro profumo se non il suo, quella stanza aveva chiuso fuori il dolore che sentivo, le ansie e le paure.

Era quella la fine del mondo, quando tutto ciò che stava al di fuori di quella stanza non aveva ben che minimo valore, quell'egoismo che solo l'amore riusciva a darne un senso, quella sensazione di tutt'uno con un'altra anima, quando il mio corpo accoglieva il suo, quando il suo corpo accoglieva il mio, quando i miei occhi scrutavano la sua pelle per poi incastrarsi alle sue iridi scure, quella era la fine del mondo, riuscire a sapere che sarei potuta morire lì, senza pensieri, senza preoccupazioni, chiudere gli occhi per sempre e sapere che il suo volto stanco e le sue occhiaie marcate fossero la cosa più bella che io abbia mai visto.

Ero terribilmente innamorata di lui, ogni suo respiro faceva parte di me ormai, ogni suo gesto era vitale per me, l'unica fame piacevole che avevo provato per tutta la vita era lui.

Divorai le brioches al bar, senza farmi problemi, senza contare le calorie, lui mi prendeva in giro e ricordo solo molte risate quel mattino, mi sentivo leggera, dopo un infinità di tempo, non sentivo il peso delle mie ossa o delle mie braccia in movimento, non sentivo pensieri attaccarmi, mi sentivo come una piuma che cade dal cielo.

Ma come ogni piuma anche io avrei raggiunto il suolo nuovamente.

Arrivai al suolo quando lui parcheggiò davanti a casa mia e chiuse le portiere.

- ti devo parlare - disse

Io straniata lo guardai, non capivo che mi dovesse dire.

- non so come dirtelo, volevo fartelo sapere ieri sera ma dopo tutto il casino con i miei, ho pensato di dirtelo oggi -

- noah che succede? -

lui guardò fuori dal finestrino, non ebbe il coraggio di guardarmi negli occhi, forse era meglio così, forse voleva solo risparmiarmi il suo sguardo, il ricordo del suo sguardo.

- mi hanno diagnosticato il glioblastoma -

Non mi resi conto istantaneamente del peso di quelle parole, forse perché non sapevo in cosa consistesse la malattia, ricordo solo tanta rabbia, non con lui, non ero arrabbiata con lui, ero arrabbiata con ciò che manteneva in piedi il mio universo, quella forza tale che riusciva a tenerlo in piedi e poi distruggerlo a piacimento.

Sentivo l'aria mancarmi, la pelle bruciarmi, lo stomaco impazzire e il cuore che voleva uscire dal petto. Non sapevo che dire eppure il mio corpo prendeva posizione al posto delle parole.

Gli occhi si gonfiarono di lacrime nello stesso istante in cui pensai ad una vita senza di lui, a lui senza una vita

-no.. Lib, non piangere per favore-
ma ormai era tardi, mi accolse in un abbraccio, stringeva le mani sulla mia schiena.

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Ciao ragazze allora questo è un capitolo introduttivo al prossimo libro, piccolo spoiler ho intenzione di scriverlo tutto dal punto di vista di Noah.
Vi chiedo infinitamente perdono per l'assenza e probabilmente il prossimo libro sarà tra un bel po' però prima o poi lo inizio lol bacioni a tutte

Liberty Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora