25.

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Mi continuò a baciare, fino a spingermi addosso al muro del salotto.

-Noah, non possiamo- continuavo a ripetere mentre la voglia di baciarlo ancora e ancora cresceva. Era un esplorazione naturale di lui, di quel lato di lui che desideravo con foga ma che sapevo mi avrebbe portato alla rovina.

-lasciati andare- mi ripeteva e io mi chiedevo fino a quanto sarei andata oltre, avevo paura di fare sesso ma volevo farlo con lui.

-andiamo in camera tua-disse tenendomi il volto tra le mani

-mia mamma potrebbe tornare a momenti-

Lui sorrise

-conoscendola sarebbe felice che la tua vita sessuale sia attiva, sai-

Intendeva proprio quello, intendeva fare l'amore con me, intendeva toccarmi, intendeva vivermi, intendeva togliermi la verginità.

Io sorrisi abbassando lo sguardo, mi staccai e presi la sua mano, dirigendomi in camera a passo lento.

Lui però non intendeva aspettare, mi prese in braccio e salì le scale di fretta.

Entrò in camera mia e mi appoggiò dolcemente sul letto, mi accarezzò i capelli per poi baciarmi teneramente, senza foga, senza fretta, baci alla fragola come il sapore della sua gomma da masticare che passò nella mia bocca per poi finire nella sua più di una volta.

Sentì il mio cellulare dal salotto squillare, persisteva. Io provai ad alzarmi ma lui non mi lasciava

-non andare-disse

-potrebbe essere mia mamma, se non le rispondo si preoccupa- dissi per poi alzarmi.

Lui appoggiò la testa sul letto e rimase li ad aspettarmi.

-pronto-dissi con il fiatone avendo fatto le scale di corsa.

-tesoro, ti dispiace se rimango a dormire da Paul oggi?-

-nono assolutamente- dissi sorridendo

-ok, noi siamo in pizzeria ti faccio portare una pizza a casa per cena-

-fai due- dissi

-c'è qualcuno?- chiese

-si...cioè io e Noah stiamo finendo un progetto per scuola-

-ok, va bene- disse per poi salutarmi e riattaccare.

Tornai in camera, gli diedi la notizia e lui sorrise

-quindi ti avrò per tutta la notte- disse prendendo le mie mani e tirandomi verso di lui

Io annuì, mi sdraiai accanto a lui di schiena, le sue braccia mi avvolgevano il corpo minuto, sentivo di essere protetta, di essere sicura accanto a lui.

-mi chiedo sempre perché ti vesti come una barbona-disse ridendo vicino al mio orecchio

-eiii- risposi tirandogli una debole gomitata sul ventre.

-non offenderti, ma hai un bel corpo e non capisco perché tu ti copra così tanto-

Mi girai verso di lui

-lo sai vero che non mi apprezzo abbastanza?-

-si ma farei a pugni per vederti con un vestito corto ed un paio di tacchi-

-non mi sentirei a mio agio- dissi

-hai mai provato?- chiese

-no ma mi conosco piuttosto bene-

Lui sorrise

-beh per il momento mi accontento di vederti nuda- disse passando la mano sotto alla mia felpa e stringendo i fianchi verso il suo membro.

Liberty Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora