Stavo passando lo shampoo al cioccolato su tutto il corpo quando sentì il campanello.
Continuava persistente e non capivo perché mia madre non aprisse.
-mammaaaaaaa- iniziai a gridare -la portaaaaaa-
Qualche istante e il campanello smise.
Finì di risciaquarmi e uscì dalla doccia, mi misi l'accappatoio e feci per uscire dal bagno
-chi era?- chiesi dal piano superiore sporgendomi sulla ringhiera delle scale.
Vidi Noah con mia madre, lei si arriciolava un boccolo di capelli tra le dita.
-ehi- disse lui
Io avevo ancora l'accappatoio, arrossì, non dissi nulla e scappai in camera.
-devi perdonarla, è una ragazza molto timida- sentì mia madre
-si, lo avevo capito- disse lui
Presi una felpa grigia e un paio di jeans scuri li indossai in fretta cercando di evitare che mia madre potesse mettermi in imbarazzo dicendo qualcos'altro o addirittura filtrando con lui.
Erano le sette di sera e non capivo perché fosse già arrivato.
Scesi le scale, lei gli aveva offerto un bicchiere di vino che lui accettò per non essere scortese.
-mamma Noah è astemio- dissi
Lui mi guardò e sorrise
-te lo ricordi ancora?- disse -io stavo scherzando, non era vero- aggiunse ridendo e sorseggiando il vino
Io lo guardai imbarazzata, ovviamente ricordavo tutto quello che lo riguardava, ma per lui non era tanto ovvio.
-Noah mi stava parlando del vostro progetto scolastico- disse mia madre -perché non me ne hai parlato?- chiese
Io sbarrai gli occhi guardando Noah, non avevo idea di che cosa mia madre stesse parlando.
-il progetto di chimica- disse lui
Io lo assecondai e feci finta di saperne qualcosa.
-ok è il momento di andare- dissi quando mia madre iniziò a raccontargli della mia infanzia senza amici.
-ma tesoro...perché non la mangiate qua la pizza?sarebbe divertente chiamo Paul e...-
-mamma scordatelo- dissi
Mi chiedevo come una donna come lei, invasiva ed eccentrica, avesse partorito una figlia come me, riservata e impacciata.
-vieni con me- dissi a Noah, non potevo lasciarlo un'istante in più con lei ma dovevo ancora prendere il tabacco in camera.
Lui mi seguì al piano di sopra, entrammo in camera e lui iniziò a guardarsi in giro mentre io cercavo il tabacco dentro al mio zaino.
-scusa è un po' disordinata- dissi raccogliendo una maglietta che era finita a terra.
-me lo aspettavo- disse sorridendo.
Io presi il tabacco, le cartine e i filtri e li misi nel tascone della felpa
-possiamo andare- dissi
Lui mi guardò, si avvicinò e mi prese una ciocca di capelli
-non li asciughi?- chiese
Io arrossì di colpo e scossi la testa, facendo qualche passo indietro.
Lui si sedette sul letto
-guarda che sono io in anticipo fai quello che devi- disse aprendo un libro sul comodino.
-come mai?- chiesi
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Liberty
FanfictionLiberty Sky ha 16 anni, tante paranoie e qualche problema di salute, la sua vita era ferma, nel baratro della noia e della morte, del nulla e del non sentir nulla. Lei la voleva la vita ma non sapeva come raggiungerla, le sue paure, i timori erano...