12.

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Stavo passando lo shampoo al cioccolato su tutto il corpo quando sentì il campanello.

Continuava persistente e non capivo perché mia madre non aprisse.

-mammaaaaaaa- iniziai a gridare -la portaaaaaa-

Qualche istante e il campanello smise.

Finì di risciaquarmi e uscì dalla doccia, mi misi l'accappatoio e feci per uscire dal bagno

-chi era?- chiesi dal piano superiore sporgendomi sulla ringhiera delle scale.

Vidi Noah con mia madre, lei si arriciolava un boccolo di capelli tra le dita.

-ehi- disse lui

Io avevo ancora l'accappatoio, arrossì, non dissi nulla e scappai in camera.

-devi perdonarla, è una ragazza molto timida- sentì mia madre

-si, lo avevo capito- disse lui

Presi una felpa grigia e un paio di jeans scuri li indossai in fretta cercando di evitare che mia madre potesse mettermi in imbarazzo dicendo qualcos'altro o addirittura filtrando con lui.

Erano le sette di sera e non capivo perché fosse già arrivato.

Scesi le scale, lei gli aveva offerto un bicchiere di vino che lui accettò per non essere scortese.

-mamma Noah è astemio- dissi

Lui mi guardò e sorrise

-te lo ricordi ancora?- disse -io stavo scherzando, non era vero- aggiunse ridendo e sorseggiando il vino

Io lo guardai imbarazzata, ovviamente ricordavo tutto quello che lo riguardava, ma per lui non era tanto ovvio.

-Noah mi stava parlando del vostro progetto scolastico- disse mia madre -perché non me ne hai parlato?- chiese

Io sbarrai gli occhi guardando Noah, non avevo idea di che cosa mia madre stesse parlando.

-il progetto di chimica- disse lui

Io lo assecondai e feci finta di saperne qualcosa.

-ok è il momento di andare- dissi quando mia madre iniziò a raccontargli della mia infanzia senza amici.

-ma tesoro...perché non la mangiate qua la pizza?sarebbe divertente chiamo Paul e...-

-mamma scordatelo- dissi

Mi chiedevo come una donna come lei, invasiva ed eccentrica, avesse partorito una figlia come me, riservata e impacciata.

-vieni con me- dissi a Noah, non potevo lasciarlo un'istante in più con lei ma dovevo ancora prendere il tabacco in camera.

Lui mi seguì al piano di sopra, entrammo in camera e lui iniziò a guardarsi in giro mentre io cercavo il tabacco dentro al mio zaino.

-scusa è un po' disordinata- dissi raccogliendo una maglietta che era finita a terra.

-me lo aspettavo- disse sorridendo.

Io presi il tabacco, le cartine e i filtri e li misi nel tascone della felpa

-possiamo andare- dissi

Lui mi guardò, si avvicinò e mi prese una ciocca di capelli

-non li asciughi?- chiese

Io arrossì di colpo e scossi la testa, facendo qualche passo indietro.

Lui si sedette sul letto

-guarda che sono io in anticipo fai quello che devi- disse aprendo un libro sul comodino.

-come mai?- chiesi

Liberty Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora