22.

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Il mattino seguente mia madre passò, aveva l'aria stanca e le occhiaie le scavavano il volto. Mi aveva portato qualcosa per cambiarmi e notai che tra quei vestiti c'era anche il mio quaderno delle poesie.

-come hai fatto a trovarlo?- dissi

-era in mezzo ai tuoi vestiti, sono molto belle Liberty perché non me ne hai mai parlato?-

-le hai lette?-

Lei annuì

-è solo uno stupido hobby, per sfogarmi nulla di che-

-potremo vedere se c'è qualche editoria interessata, sai per venderle-

-dici davvero?-

Lei annuì sorridendomi, si avvicinò, mi diede un bacio sulla fronte mentre mi accarezzava i capelli.

Io rimasi ferma, la testa appoggiata al suo seno, sentivo il suo profumo, non artificiale, ma quello di madre che mi accompagna da sempre nei ricordi.

-non te lo dico spesso, ma ti voglio bene Liberty, sei tutto quello che ho-

Quelle parole mi scaldarono il cuore, lei non me lo diceva mai, lei aveva un suo modo di dimostrarmi affetto che a volte si perdeva in materialità del quale non avevo bisogno.

Si sedette affianco a me.

-le infermiere mi hanno detto della crisi che hai avuto ierinotte-
Io abbassai la testa e iniziai a giocare con le mani.

-sei innamorata di Noah, vero?- il suo tono era pacato ed affettuoso, non c'erano attacchi o frecciatine, era naturale

Io continuai a non dir nulla.

-sai quando incontrai tuo padre per la prima volta, ricordo che ero proprio come te, faticavo ad ammettere che lui mi piaceva eppure avevo bisogno di lui ogni istante-

Alzai la testa e la guardai, lei fissava il tavolino di fronte

-non era stato il mio primo ragazzo, non era stato nemmeno il mio primo amore,quindi pensavo di essere esperta nella gestione dei miei sentimenti e invece con lui era diverso, era come assaporare qualcosa per la prima volta, lui era palesemente preso da me ma io credevo che lui non mi potesse piacere nonostante con lui provavo cose che non avevo mai provato con nessuno, un giorno lo vidi in macchina con una ragazza, andai fuori di testa, aprì la sua portiera e gli tirai uno schiaffo, mi sentivo tradita perché anche se non lo ammettevo  per me lui era già mio. Quella sera passò da me e riuscì a dirlo ad alta voce, riuscì a dirgli guardandolo negli occhi, ti amo, e non ci fu sensazione più liberatoria, più straordinaria, e non era l'amore, ma l'accettazione di quell'amore. Rischiamo sempre di perdere tempo prezioso che togliamo a cose importanti, rischiamo sempre di credere che i nostri sentimenti siano sbagliati e contorti, quando loro hanno già deciso per noi, e a noi, non rimane che accettarli e riuscire a gestirli nella maniera più naturale, credo che sia questo il segreto, il segreto di tutto sta nel comprendere, accettare chi siamo e ciò che proviamo. Se questo ragazzo è così importante e così legato a te capirà, e se non ricambierà i tuoi sentimenti dovrai accettarlo dovrai prendere in mano quel dolore e viverlo, accettarlo come parte della tua vita, se lo rifiuterai ne....- si soffermò  -morirai di mano tuo-

Rimasi in silenzio, quelle parole erano forti e decise, sentivo il dolore, il dolore per il fatto che papà se ne era andato, sentivo la sua nostalgia di quei tempi e sentivo anche l'amore che continuava a provare per lui.

Come sentivo il suo discorso sull'accettazione, io non mi ero mai accettata, volevo accettarmi ma era difficile, tanto difficile.

-non lo so come andranno le cose mamma- dissi appoggiando la testa sulla sua spalla.

Noah's pov

Non facevo che pensare a lei, era distruttivo vederla li dentro, era doloroso affrontare l'idea di quello che aveva provato a fare.

Era diventata essenziale per me, sapevo che lei mi comprendeva come nessun'altro, sapevo che con lei potevo parlare di tutto, che i suoi occhi mi avrebbero scrutato di nascosto, senza farsi notare, ma comprensivi e tenui mi avrebbero ascoltato.

Era la mia migliore amica, quella persona rara che brilla di luce propria, nonostante quella luce lei non la vedesse. Era brillante ed intelligente, sensibile ed ironica quanto era triste ed apatica, soggiogata dai suoi stessi pensieri.

Era strano entrare là dentro, mio padre ci aveva raccontato quella volta in cui mia madre era stata ricoverata, era strano dover fare quei passi, quelle scale, era strano dover guardare dentro a quelle stanze e sapere che tutto quello i miei genitori lo avevano già vissuto, era strano che io mi fossi attaccato ad una persona come lei, non ne avevo mai conosciute, le ragazze della nostra età erano troppo indaffarate a cercare l'ultimo capo che andava di moda, la festa a cui partecipare, i like su instagram, la luce perfetta per lo scatto perfetto, la palestra e a come trovare i soldi per rifarsi il naso alla bella hadid.

Liberty no.

Liberty non sapeva nemmeno che cosa significasse il termine gonna, non sapeva truccarsi così come detestava instagram e facebook, ribadendo che erano il fallimento della modernità.

Iniziai a vederla la sua bellezza, la vidi con il tempo, quando un giorno eravamo al lago, seduti a terra a fumare uno spinello, e c'era vento, quel vento che ti da la pelle d'oca e i suoi capelli legati in una coda bassa si erano scompigliati sul suo viso, continuava imperterrita a sistemarli dietro alle orecchie ma il vento non la lasciava in pace, ed è lì, che mi resi conto che lei era bella, di una bellezza particolare, semplice ed innocente, e la particolarità stava proprio nella sua naturalità.

E mi rendevo conto che il me di qualche mese prima non l'avrebbe nemmeno presa in considerazione, ma lei, la sua mente avevano in qualche maniera influenzato il modo in cui i miei occhi la guardavano.

-ti ho portato i cruciverba- dissi entrando nella sua stanza al pomeriggio

-è la cosa più triste che un 17enne abbia mai fatto per me, grazie Noah- disse lei sorridendo

-beh puoi sempre scaricarti cooking mama dal telefono- dissi

-neanche morta- disse per poi mettere la sigaretta tra le labbra ed alzarsi

Andammo in sala fumo, ma lei si era dimenticata di prendere l'accendino e io lo avevo lasciato in macchina, io mi offrì di tornare in camera per recuperarlo.

Era sul tavolino sopra ad una quadernetto, lo riconobbi  era il quaderno delle sue poesie, aprì una pagina a caso dopo aver controllato che non stesse venendo in camera.

ho provato a nasconderti,
Noah,
tra i fogli di carta bianchi,
tra i cassetti colmi di niente,
ma vaccilavi sempre vicino al mio cuore
così da strapparne un pezzo alla volta,
fino a deteriorarlo.

-Noah?- la sentì chiamare mentre si avvicinava alla stanza, chiusi il quaderno, lo misi apposto e tornai da lei.

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Spazio Autrice:

Ciao ragazze/i volevo ringraziarvi per l'affetto ricevuto nei confronti di questa storia.

Volevo precisare che questa è una storia inventata ma che cose come i disturbi della personalità e l'anoressia sono argomenti molto delicati che vanno affrontati in maniera seria con l'aiuto di dottori, ci tenevo a dirlo perché per me non è un argomento da prendere sotto gamba, anzi.

Comuuuuuuunque se vi va di dare un voto alla storia o comunque di farmi delle critiche costruttive su alcuni passaggi che magari non sono lineari o sono poco comprensibili fate pure, accetto sempre molto volentieri, un bacione a tutti ♡♡

Liberty Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora