30.

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Il sole splendeva e non sembrava nemmeno una giornata autunnale, mi alzai dal letto e riuscì a carpire che non ero in camera mia ma che ero ancora a casa della nonna di Noah.

Sentì il profumo di pancake provenire dalla cucina al piano di sotto, uscì dalla stanza.

Andai nel bagno vicino alla mia stanza, notai che la porta era chiusa a chiave.

Feci per dirigermi nell'altro bagno quando sentì la serratura aprirsi, Noah uscì senza maglietta.

Strofinai gli occhi per ammirarlo un po' meglio.

-buongiorno- si avvicinò e mi diede un bacio.

Controllò che sua nonna non stesse venendo al piano di sopra per poi prendere la mia mano e facendomi entrare in bagno, chiuse a chiave.

Iniziò a baciarmi e mi fece appoggiare alla porta del bagno, spingendo il suo corpo verso di me.

-sapere che tu stavi nella stanza affianco ma che non potevo toccarti è stata dura- disse con le labbra ad un soffio dalle mie.

Io sorrisi

-una vera tortura- dissi ironica.

Lui annuì per poi baciarmi nuovamente, la sua mano passò dalla mia schiena al mio sedere e lo strinse.

Io lo spostai delicatamente.

-Noah è meglio se esci- dissi

-lo so lo so ma non voglio-

Mi spostai di qualche passo avvicinandomi al lavandino, mi guardai allo specchio, avevo una faccia orrenda, passai la mano sul volto. Lui mi guardava.

-se vuoi dopo possiamo andare a fare un po' di shopping-disse

-devi prendere qualcosa? - chiesi

-no, in realtà volevo prenderti un vestito, stasera mia nonna fa una cena per il ringraziamento e credo che passerà qualche parente-

Io annuì

-sicuramente una felpa e un paio di jeans non sono adatti- il mio tono fu più acido di quel che intendevo

-non solo quello, vorrei vederti con un vestito elegante-

-è un tuo sogno masochista Centineo? Hai un livello proprio basso di Christian Grey in te-

Lui sorrise

-mi stai chiedendo indirettamente del sesso alla Christian Grey ed Anastasia Steele? -

Io arrossì.

-non era quello che intendevo, hai capito- dissi gesticolando imbarazzata

Lui mi prese le mani e le mise sul suo petto, mise le sue mani sul mio volto per poi darmi un bacio sul naso.

-è meglio se esco, tutto questo parlare di sesso mi fa venir voglia-

Io arrossì nuovamente e lui uscì dal bagno.

Mi legai i capelli e mi feci una doccia cercando di non bagnarli, mi rivestì ed andai in cucina.

Noah era seduto al tavolo e stava mangiando, sua nonna stava risciaquando la sua tazza.

-buongiorno tesoro-disse sorridendomi

Io vidi sul tavolo un piatto pieno di pancake.

-siediti quella è la tua colazione-

Io guardai bene il piatto e contai i pancake, erano 5, se tutto andava bene riuscivo a finirne uno.

-io in realtà al mattino non mangio molto- dissi

Noah mi guardò mentre beveva la sua aranciata.

-è meglio se mangi- disse

Io lo fulminai con lo sguardo, continuavo ad odiare la pressa che mi si metteva nel cibo.

Lei si asciugò le mani e venne verso di me, tirò indietro la sedia

-tesoro la colazione è il piatto più importante della giornata, una buona e piena colazione fa in modo che tu stia bene per tutta la giornata-continuò a parlare cercando di convincermi di mangiare, prese il sciroppo d'acero e lo avvicinò al mio piatto.

-nonono- dissi cercando di evitare che lo mettesse sui pancake.

-ma da soli sono troppo asciutti amore- disse lei insistendo

-nono a me piacciono- dissi forzando un sorriso

Lei lo appoggiò al tavolo.

-ok- disse

Noah mi fissava, conoscendo sia me che lei, sapeva che sarebbe stata una lunga colazione, fatta delle iniziative di sua nonna per farmi mangiare e di miei rifiuti.

Ne mangiai uno, lei insistette nel mangiare gli altri ma non riuscivo, tutta quella pressione non mi faceva bene e stavo iniziando ad agitarmi.

-nonna non vuole, lascia stare- disse Noah cercando di salvarmi da quella situazione ormai ridicola.

Sua nonna alzò le mani in segno di resa e si spostò dalla cucina al salotto.

-grazie- dissi a Noah

-dovresti mangiare di più, ha ragione-

-per favore Noah, non iniziare tu ora- lo supplicai.

Lui fece un cenno con la testa alzando le spalle per poi finire la sua aranciata ed alzarsi dal tavolo.

Mise il piatto ed il bicchiere nella lavastoviglie.

-vado a cambiarmi e poi usciamo ok?-

-ok- dissi alzandomi dal tavolo

Qualche minuto dopo tornò.

-nonna non torniamo per pranzo, ci vediamo più tardi, ok? -

-cosa? - disse lei sconvolta - tu vieni a trovarmi una volta ogni due anni e non rimani a pranzo? -

-si, abbiamo un paio di cose da fare, torniamo prima di cena, sicuro-

-dovete, verrà anche tua sorella--disse

-Taylor?-

-si ha chiamato stamattina, riferendomi di preparare una portata in più per lei-

-non mi aveva detto nulla-

-beh non importa, l'importante che saremmo tutti insieme-

Lui annuì, le diede un bacio sulla guancia e la salutò uscendo, seguito da me.

Entrammo in macchina ed accese il motore, arrivammo vicino ad un parco e lui parcheggiò.

Guardò fuori dal finestrino un'istante, incantato, prima di scendere dall'auto.

Io rimasi un'istante in macchina prima di scendere, lo conoscevo quel parco, lui me ne aveva parlato molto. Mi aveva raccontato di quella volta da piccolo quando aveva trovato una rana vicino allo scivolo, l'aveva presa in mano e l'aveva portata a sua mamma che era seduta a leggere un libro e l'avevano portata nel laghetto li vicino.

Non credevo che mi avrebbe portato li, non pensavo concretamente di valere così tanto da poter condividere quel suo pezzo di infanzia così profondamente dolorosa.

Scesi dall'auto e mi avvicinai a lui, uno sguardo malinconico cercava di concentrarsi su di me, fallendo per la grande quantità di ricordi ed emozioni che quel posto gli portava.

Intrecciai le sua dita tra le mie e strinsi la sua enorme mano, volevo che capisse che ero lì, lì per lui e che poteva stare tranquillo.

Liberty Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora