"Rispondi" urlò non ricevendo una risposta, risvegliandomi dai miei pensieri. Non capivo perché aveva reagito così, e per questo mi fece arrabbiare ancor di più il suo comportamento e i suoi modi.
"No sei tu che devi rispondermi. Conoscevi Jexson si o no?!" risposi usando il suo stesso tono di voce. "Ha qualche problema di comprendonio?" pensai in quel momento, guardando attentamente il suo viso. Quel giorno lo trovavo molto bello, ma non lo avrei mai ammesso. Il mio orgoglio era sempre al primo posto, ed era più forte di ogni altra parte di me.
"Sei una rompi coglioni del cazzo! Dio come fa Luke a sopportarti?!" urlò a sua volta serrando la mascella e lanciandomi un occhiata di fuoco prima di riportare gli occhi sulla strada.
"Ha parlato il sosia di Gesù Cristo!!" sbottai gridando per poi incrociare le braccia al petto e sporgendomi con il corpo nel lato opposto al suo."Dio dammi la forza di fermarmi dal buttarlo fuori dalla macchina attraverso il finestrino!" pensai stringendo i pugni per poi fare dei respiri profondi. In quel momento decisi di ignorarlo, ma fu impossibile.
Mi addormentai subito dopo con il pensiero di una possibile e futura tregua tra me e il ragazzo che avevo accanto. Sognai una cosa strana, una cosa che mi fece gelare il sangue. Sognai Jexson, che mi diceva di essere vivo. "Non può essere possibile, lui è morto, è solo la mia testa che fa brutti scherzi" pensai.
Quando aprì gli occhi, mi ritrovai lo sguardo insistente e preoccupato di Kol addosso. Aveva fermato la macchina e per questo guardai dal finestrino. Ci trovavamo in una villa grande e bianca in mezzo alla campagna.
"Cosa ti è successo?!" mi domandò dopo un po' di silenzio.
"Niente" mentì scrollando le spalle e guardando ovunque tranne che lui.
"Non è niente. Quando ho notato che ti stavi agitando nel sonno ho iniziato a chiamarti e a scuoterti. È stato come se ti rifiutavi di svegliarti e poi lo hai fatto quando lo volevi" disse appoggiando le mani sul volante e fissando il vuoto.
"Dove siamo esattamente?" gli chiesi cambiando discorso e aprendo lo sportello della macchina.
"Fuori città. Nessuno è a conoscenza di questo posto quindi sei al sicuro" imitò il mio gesto e in un batter d'occhio mi ritrovai dentro la villa a cercare di riscaldarmi con le braccia. Stava iniziando a fare un po' freddo e per quanto potesse essere un posto ben curato e raffinato, mancava il riscaldamento.
Lo seguì fino al piano di sopra, dove ad un certo punto aprì una porta. Era una camera da letto. Sperai dentro di me che quella fosse mia per stanotte, ma come al solito, niente era andato come speravo.
"Io dormo qui?!" gli chiesi ispezionado la stanza e stringendomi il più possibile nella mia felpa. Il freddo non faceva altro che aumentare e il mio corpo chiedeva a più non posso del calore, qualsiasi.
"Insieme a me" continuò la mia frase alzando le spalle e chinandosi per sciogliere i lacci delle sue scarpe. Per un momento scossi la testa spaesata.
"Che ha detto?" pensai "Io non dormirò mai con lui!"."Kol io non dormo con te" dissi fissandolo mentre si toglieva la maglietta. "Che diavolo sta facendo!?" mi chiesi quando si tolse anche i jeans. Era in boxer davanti a me e per un momento mi incantai a guardarlo. Aveva sul braccio sinistro tatuata un aquila di un blu scuro, sulla parte destra del petto l'albero della vita in nero e sull'avambraccio destro un sole in arancione.
Era bellissimo.
"C'è solamente una camera da letto, quindi ci toccherà dormire insieme. Ma se proprio non vuoi dormire con me..." si avvicinò a me, con addosso una maglietta e dei pantaloni diversi per la notte. I nostri nasi a poco riuscivano a sfiorarsi, io lo guardai attentamente, non muovendo neanche un muscolo.
"Ti toccherà il divano rovinato macchiato con la merda dei tanti topi che ci sono" in un secondo, uscì dalla stanza ridacchiando leggermente. Forse vedendo la mia faccia completamente scioccata dalla sua ultima frase.
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Il nostro amore Impossibile [COMPLETA] [IN REVISIONE]
Romance•L'odio tra Lorena Mery Parker e Kol Lyon Forest non si è mai saputo come e da cosa è nato. Da tutto o da niente. Si sono ritrovati a odiarsi, forse per orgoglio, forse perché entrambi non sopportano il fatto di non aver ragione, o forse perché devo...