✔Le persone non cambiano da un giorno all'altro #6

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Mi svegliai la mattina dopo con un dolore al petto fastidioso. Aprì gli occhi, e poi capì il perché. Avevo Kol letteralmente sopra di me che arpionava il mio corpo, con la faccia sopra il mio seno come se fosse un cuscino. Non sapevo se svegliarlo o lasciarlo dormire ancora un po' così. Optai per la prima perché avevo molta fame.

"Kol" sussurrai scuotendolo leggermente. Non si mosse neanche per un secondo però.

"Kol" dissi più forte. Niente, non si svegliava, era come me.

Sbuffando, iniziai ad accarezzargli i capelli lentamente. Erano morbidi, molto morbidi. Faceva piacere toccarli, infatti ci giocai per un po', finché finalmente non sentì Kol muoversi.

"Perché mi tocchi i capelli?" chiese ancora con gli occhi chiusi, e con la guancia appoggiata sul mio seno sinistro, che incominciò leggermente a farmi male. "Se non si sposta subito lo butto giù dal letto" pensai ridendo interiormente.

"Perché non ti svegliavi" risposi sospirando "Ora togliti di dosso però, ho male alla tetta sinistra" dissi diretta picchiettandogli la schiena.

"Ecco perché sto così bene rispetto a quando mi sono addormentato" borbottò ridendo leggermente, ma non si spostò neanche di un centimetro.

"Kol se non ti sposti tu, ti sposto io" lo avvertì seria accarezzandogli per un ultima volta i capelli. Lui non mi rispose, imitò solamente il verso di un uomo che russa. "Bene, lo ha voluto lui" pensai per poi spingerlo giù dal letto.

La cosa che mi fece più ridere, fu lui che urlò come una femminuccia appena cadde di culo al suolo. Il suo volto però, era qualcosa di affascinante. Aveva uno sguardo da cucciolo, uno sguardo dolce e buffo.

"Ok me lo sono meritato" disse dopo essersi messo in piedi.
Io intanto smisi di ridere e mi alzai dal letto, avevo proprio bisogno di una doccia.

"Vado in bagno" lo informai sorridendo, per poi aprire la porta del bagno in camera.

"Se vuoi ti faccio compagnia" urlò subito dopo che entrai.

"Col cazzo!" urlai di rimando ridacchiando.
"Che stupido!" pensai.

Mi spogliai ed entrai nella doccia.
Amavo molto l'acqua calda.
Nei momenti in cui ero triste mi rilassava tantissimo, e infatti in quell'istante chiusi gli occhi appoggiando la testa sulle piastrelle. Finì di lavarmi e uscì. Avvolsi un asciugamano sul mio corpo e rientrai in stanza. Non sapevo cosa mettermi, e non mi andava di indossare di nuovo la maglietta di Kol che avevo usato quella notte per dormire.

E così feci una gran cazzata.
Scesi al piano di sotto dove c'era Kol, con solo l'asciugamano addosso. Lo trovai maneggiare con il suo telefono appoggiato di schiena al bancone della cucina. In quel momento sembravo non ragionare, né a cosa dicevo ma soprattutto a cosa facevo.

"Kol" lo chiamai scendendo l'ultimo scalino. Lui sollevò lo sguardo su di me, passò gli occhi dalla mia testa ai piedi. Lo trovavo tremendamente affascinante. Trovavo affascinante il suo modo di guardarmi, quasi tutto di lui, lasciando da parte il suo carattere.

"Non ho vestiti da mettermi" continuai a parlare non ricevendo nessuna risposta.

"Secondo me quelli non serviranno" disse avvicinandosi lentamente, per poi prendere fra le dita i miei fianchi, portandomi proprio al suo petto, con pochissima distanza tra il mio e il suo viso. In quel momento sentivo un tornado dentro, ero a disagio sotto il suo tocco. Non ci ero per niente abituata.

"Kol stai fermo!" sbottai incazzata bloccando la sua mano che stava per salire sul mio seno. Lui mi aveva sempre sottovalutata, mi vedeva sempre come la sorellina del suo migliore amico che non sapeva resistere al sorriso di un ragazzo, e incapace di difendersi. Ma si sbagliava, sbagliava di grosso.

Il nostro amore Impossibile [COMPLETA] [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora