"Lorena che hai?" la voce di mio padre e la sua mano che mi smuove un po' mi da il coraggio di chinarmi sul pavimento e prendere il telefono in mano, Kol ha staccato la chiamata.
Devo prendere respiri profondi, devo cercare di stare calma. Ma non ci riesco. Mio fratello e mia sorella sono nelle mani di due fottuti bastardi, che a quanto pare non hanno imparato per niente la lezione. Bene, adesso vedranno."Dovete restare qui con Lucas" dico ai miei genitori per poi correre al piano di sopra. Chiudo la porta di fretta e furia e prendo dal mio armadio i soliti vestiti che mettevo per queste situazioni. È così strano che dopo due anni sto per fare una cosa come ai vecchi tempi. Già, i vecchi tempi.
Sento come sempre l'adrenalina crescere pian piano dentro di me. Le emozioni lentamente si mischiano fra di loro facendomi accelerare il battito cardiaco.
Mi lascio i jeans neri strappati addosso, ma cambio la maglietta mettendone una bianca a bratelle scollata, stretta e corta. Levo le infradito dai piedi e metto degli stivaletti neri col tacco alto. Lego velocemente i miei capelli in uno chignon che viene molto bene, e poi mi precipito giù per le scale.
Mi ero truccata già prima che venivano i miei genitori, con matita e mascara neri e con un rossetto bordeaux. Mi ero messa anche dei miei vecchi orecchini a cerchio argentati.
Arrivata al piano di sotto apro la porta dello sgabuzzino accanto alle scale e prendo velocemente due pistole mettendole nelle tasche posteriori dei jeans. Arrivo in salotto, dove trovo i miei genitori in piedi con in braccio Lucas.
"Lorena.." dice mia madre fissandomi "Credevo che avessi smesso con.. quelle e altro" indica col mento le pistole ed io sospiro chiudendo leggermente gli occhi. Ha gli occhi lucidi, ed è nervosa, lo capisco da come stringe a sé Lucas.
"È così infatti ma c'è stato un imprevisto che devo risolvere. Devo andare adesso" dico velocemente per poi mettermi di fronte a loro, lascio un bacio sulla fronte di Lucas e guardo un attimo i miei genitori.
"Stai attenta" dice mio padre piano "Vorrei tanto non esser entrato alla vostra età nelle gang. Non volevo che i miei figli un giorno prendessero le mie orme, ma è successo" mormora malinconico fissando il vuoto. Scuoto la testa.
"Io sono felice del fatto che è successo. La mia vita è più bella adesso, e sono fiera di aver fatto nella mia adolescenza cose che gli altri forse non hanno potuto fare. Vi devo dire grazie per questo" afferro le sue mani sorridendo leggermente. Sta passando troppo tempo, il pericolo per Luke e Layla cresce sempre di più.
"Devo andare" dico allontanandomi da loro. Annuiscono anche se un po' incerti, mi lasciano uscire di casa dopo avermi salutato leggermente con la mano.
Un sorriso per niente normale si forma sulle mie labbra a vedere la mia cara e vecchia moto proprio di fronte a me. Dopo averla toccata e squadrata attentamente, ci salgo subito. Sciolgo lo chignon e metto sul polso destro l'elastico. Parto a tutta velocità come i vecchi tempi, fregandomene di tutto quello che mi circonda. Il vento mi scompiglia i capelli in un modo che ho sempre amato.
Non pensavo che tutto questo mi potesse mancare così tanto.
Dopo aver provato il lusso della libertà, dell'avventura e del pericolo.. poi è difficile a non farne più uso. Si crea una specie di dipendenza, che poi è complicata da togliere.Arrivo all'indirizzo che Kol mi ha mandato sul telefono. È un posto in mezzo alla campagna, completamente isolato da New York. Un po' più in là vedo un enorme magazzino in condizioni disastrose. Steph e Kevin hanno proprio buon gusto. Parcheggio la moto accanto a delle altre, sono quelle dei miei amici.
Scendo dalla moto e prendo una pistola dalla tasca posteriore dei jeans. Inizio a camminare in modo deciso guardandomi attentamente intorno.
Si torna alle origini.
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Il nostro amore Impossibile [COMPLETA] [IN REVISIONE]
Romansa•L'odio tra Lorena Mery Parker e Kol Lyon Forest non si è mai saputo come e da cosa è nato. Da tutto o da niente. Si sono ritrovati a odiarsi, forse per orgoglio, forse perché entrambi non sopportano il fatto di non aver ragione, o forse perché devo...