Le risposte si trovano dove tutto è iniziato #57

2.1K 52 0
                                    


"Lorena.. dove stiamo andando?" Ryder si guarda intorno incuriosito, si vede che è stato a Londra, ma che non l'ha mai visitata. Da quando siamo entrati in macchina, io ho guidato in silenzio, e lui mi ha fatto tante domande, a cui io non ho risposto. Solamente perché devo concentrarmi su cosa fare e su cosa dire, sto entrando praticamente nella tana dell'orso, ma ne vale la pena.

"Siamo arrivati. Scendiamo" dico appena parcheggio la macchina. Ryder sbianca quando vede la scritta dell'enorme edificio. Chiudo lo sportello della macchina e incomincio a camminare verso l'entrata.

"Carcere? Siamo partiti da New York a Londra per entrare dentro un carcere? Si può sapere cosa vuoi fare?" mi bombarda di domande quando mi affianca. Se sapevo che Ryder è uno con la parlantina mi sarei portata qualcun'altro, o meglio, sarei andata da sola. Che ormai, posso fidarmi solo di me stessa a questo punto.

"No Ryder. Non si può sapere. Sei voluto venire con me? Bene, dato quel che è successo non fiatare, che proprio oggi, Santa Lucia io non sono" trattiene una risata alla mia battuta, mentre io, rimango impassibile. La mia mente è sempre a Kol, non se ne va. So, che qui troverò le risposte che mi servono. È da lui, che i problemi sono arrivati, ed è da lui che finiranno.

"Salve.. dovrei fare visita a Beck Forest" dico alla guardia che c'è proprio appena si entra. Mi squadra da testa a piedi, si schiarisce la voce e fa cenno a me e Ryder di seguirlo. Mentalmente sorrido, sapendo che indossare dei jeans attillati ed una maglietta corta, scollata, sarebbe stato davvero utile. Dato che non mi ha nemmeno chiesto chi sono e che legami ho col carcerato.

"Ecco. Aspetti qui signorina" annuisco sorridendo e senza farsi vedere dagli altri, neanche da Ryder, mi fa l'occhiolino. Sussurro a Ryder di aspettarmi fuori e per fortuna, senza ribattere accetta. Mi siedo sulla sedia di fronte a me, guardo alla mia destra, dove vedo una signora più o meno anziana stringere le mani di un ragazzo verso la trentina. Grazie a Dio, c'è una parete di vetro che divide le stanze e in basso solo un piccolo spazio, per appunto avere del contatto con le persone.

La porta davanti a me, si apre lentamente e non riesco a non fremere leggermente alla vista dell'uomo che ha causato tanto dolore a me, alla mia famiglia, ai miei amici. A tutti. Indossa un tuta unita color arancione accesso, scuote i polsi energicamente a cui ha le manette. Il colore della sua pelle è, olivastra, per niente uguale a quella di Elia e Kol. I capelli neri, sono imbrattati di sudore, e quasi mi viene il voltastomaco. Appena alza il viso su di me, si blocca evidentemente sorpreso. Si siede di fronte a me, con uno stupido sorrisetto. Ora so Kol da chi ha preso.

"Chi si rivede! Lorena Mery Parker, quale onore" si appoggia allo schienale della sedia e mi guarda con quello sguardo impertinente, come a cercare di capire prima del dovuto il motivo per cui sono venuta a visitarlo.

"L'onore è solo tuo" sputo acida mettendomi comoda anche io "Preferirei avere di fronte un branco di lupi affamati che te, credimi" ridacchia scuotendo leggermente la testa.

"Bellezza di tua madre. Carattere di tuo padre. Sei unica Lorena" stavolta sono io a ridacchiare per la sua affermazione.

"Non ho bisogno dei tuoi complimenti, ne ricevo già abbastanza e so già che sono unica. Non ho bisogno che me lo dicono gli altri tantomeno tu!" ribatto incrociando le braccia al petto e sbuffando.

"Beh, non credo che sei venuta da New York a Londra solo per insultarmi" mi sorride, quando mi vede sbiancare e sbarrare gli occhi. Mi avvicino al vetro, così da guardarlo più che bene negli occhi.

"Come cazzo fai a sapere che sono a New York?" la mia pazienza, sta andando letteralmente a farsi fottere e non so se riuscirò a controllarmi per non spaccare questo vetro e tirargli un pugno.

"Oh Lorena, io so molte cose anche da lontano. Tu e i tuoi amici vi trovate bene alla NYU?" fa finta di sbadigliare e a quel punto sbatto le mani sul tavolo.

"Chi lavora per te?! Chi è la spia nel mio gruppo di amici, dimmelo!" lo fisso intensamente negli occhi e mi guarda sorpreso.

"Vedo che lo hai capito. Sapevo già che non eri stupida-"

"Non lo sono mai stata. E adesso non me ne andrò da qui finché non saprò i nomi degli assassini di Kol!!!" lo interrompo e mi alzo di scatto facendo cadere la sedia a terra.

"A-assassini di Kol? Lui, che c'entra? Non può essere morto" si agita sul posto e scatta in piedi "Hunter lavora per me e già lo sai. Ma non gli ho detto io di fare questo. Nel tuo gruppo ci sono due persone che fin dall'inizio ti hanno tradito e che anche loro lavorano per me"

"Bene" vado per andarmene ma la sua voce mi chiama.

"Lorena. C'è un'altra persona coinvolta" abbassa lo sguardo e a quel punto rivado vicino a lui. Che significa?

"Voglio sapere i nomi dei miei amici che mi stanno tradendo" dico con rabbia, che aumenta quando vedo un sorriso formarsi sulle sue labbra.

"Io non te li dirò. Dovrai scoprirli tu, sei intelligente, capirai subito chi" ad un tratto diventa serio "C'è un'altra persona che è contro di voi, non lavora per me. Non so chi è, e te lo direi se lo sapessi, credimi. Ma non ne ho idea, so solo che è assetato di vendetta"

Vendetta? Che vendetta? Non abbiamo mai fatto niente, perché una persona sconosciuta dovrebbe avercela con me e gli altri?

Faccio qualche passo indietro e decido di dire, le parole che probabilmente gli farà aprire gli occhi.

"Io, non ti perdono per avermi rapito due anni fa per quella stupida USB, non ti perdono per aver fatto soffrire Kol e Elia, non ti perdono per averli abbandonati, non ti perdono per quando quattro anni fa hai portato Elia via da me causando l'incidente in moto. Non ti perdono di niente, e neanche loro lo faranno"

Segue ogni mia parola attentamente. E per poco riesco a leggere la tristezza nei suoi occhi.

"Ma so che Kol dopo che si risvegliarà dal coma verrà qui a parlarti insieme ad Elia, per perdonarti di tutto. Anche del fatto che non sei stato un padre decente per loro" mi sorprendo della freddezza e della profondità delle parole che ho detto. E capisco di aver fatto centro al mio obbiettivo quando vedo due lacrime uscire dai suoi occhi.

"A me dispiace avergli rovinato l'infanzia. Io.. me ne rendo conto solo adesso. Lorena, io li voglio bene. E ti prego di star vicina a Kol, adesso che non sta bene" annuisco e abbozza un sorriso. Quando esco dall'enorme stanza. Sento una frase che mi fa concentrare di più per capire chi ha sempre avuto la doppia faccia.

"Vendicati Lorena! Sei forte e ce la farai. Fallo per Kol"

Una volta uscita dal carcere, trovo Ryder appoggiato alla macchina. Ci entro senza dire una parola e subito dopo lui mi imita.

"Torniamo a New York"

Stavolta è Ryder alla guida, quindi annuisce e fa partire l'auto. Per tutto il tragitto per andare all'aereoporto, penso sempre a quel che mi ha detto. Chi può aver tradito la mia fiducia per tutti questi anni?

Il nostro amore Impossibile [COMPLETA] [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora