Sentirsi in colpa #69

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"Io davvero.. penso di non riuscire più a sopportare questa cosa" sbuffo stringendomi a Kol. Siamo tornati dall'università circa quindici minuti fa, e adesso siamo entrambi coricati nel nostro letto. Un suo braccio è sulla mia vita, la mia testa è poggiata sulla sua spalla e pensando ai bigliettini che mi sono stati mandati, mi avvicino di più a lui.

"Cerca di non pensarci, piccola. Sarà sicuramente uno stupido scherzo. Nessuno ce l'ha più con noi, perché li abbiamo fatti fuori" a sentire le sue parole, rabbrividisco un po'. Tutti quanti, abbiamo fatto cose che non avremmo dovuto fare. Uccidere, rapire, far gesti illegali.
Porto una mano sulla mia pancia, dove in questo momento c'è la mia futura ragione di vita. Non voglio che la sua vita sia come quella che ho vissuto io. Si, è stata bellissima, sorrido a pensarci. Ho fatto cose che non tutti avevano l'opportunità di fare.

Nell'imperfezione della mia vita, mi sono trovata più che bene. Sono contenta e fiera della mia vita, rifarei le stesse cose di nuovo, per mille volte. Ma in parte, non voglio che a mio figlio accada tutto quello che è successo a me. Una volta cresciuto, deve stare alla larga dal passato mio e di Kol. Poi però, non mi sembra giusto, perché ripenso a quando Luke e i miei amici non mi dicevano le cose che erano successe prima del mio famoso coma.

Ci stavo male, rimanevo delusa. Perché avevo il diritto di sapere la verità. Avevo il diritto di sapere le faccende del passato, per quanto pericolose siano state. Quindi, racconterò la storia mia e di Kol a mio figlio, precisando però che non si deve più ripetere. Non esisteranno più gang nella mia famiglia. Non esisterà più niente di illegale.

"Io non penso che sia uno scherzo Kol" mormoro sospirando.

"Non so.. il punto è che sembra così vicina.. ma anche così lontana" ho il tempo di dire questa frase, che nella mia mente si presenta un immagine "Kol!! E se la persona dei bigliettini sia quella che mi ha dato il pugno allo stomaco all'università?? Ciò significa che è una ragazza" mi metto a sedere e lui mi guarda attentamente. Spegne la televisione e si mette come me.

"Beh.. può darsi. Perché quella ragazza non si è neanche fermata a chiederti come stavi. Se nè andata e basta" si passa una mano tra i capelli e a quel punto incomincio a fissare un punto a caso nella stanza. Sto cercando di collegare tutte le cose che sono successe in questo periodo, e ringrazio Dio per avermi dato il lampo di genio.

"Cazzo!! Dovevo aspettarmelo!!" sbotto alzandomi dal letto. Cammino avanti e indietro per la stanza, con lo sguardo fisso di Kol. Mi raggiunge e confuso mi ferma, poggiando le mani sulle mie spalle.

"Di che stai parlando?" mi chiede.

"Pensaci Kol! Chi altro può avercela con me e con te? Chi è stato ferito da noi due, inconsapevolmente?" cerco di farglielo capire, e quando alza il viso di scatto, con gli occhi sbarrati, capisco che ha capito. Infatti, contemporaneamente diciamo:

"Steph!"

"Non ci posso credere!! Brutta stronza" Kol si passa le mani tra i capelli in modo arrabbiato. Mi avvicino a lui, e gli accarezzo le braccia.

"È tutta colpa mia" sussurra. Aggrotto le sopracciglia e gli sollevo il viso, in modo tale da poterlo guardare negli occhi.

"Non è colpa tua" gli lascio un bacio sulla fronte "Perché mai dovrebbe esserlo?"

"Perché l'ho usata" mi guarda, con gli occhi lucidi "L'ho usata per dimenticarti. Perché credevo di non rivederti più, di non poterti stare più vicino. Per un periodo mi sono allontanato da tutti quanti. Ho incominciato a bere, fumare qualsiasi cosa, a picchiare gente a caso senza un motivo. Il dolore mi stava uccidendo l'anima. In ogni secondo di quei due anni che non ci sei stata, ti vedevo nella mia mente. Il tuo sorriso, i tuoi occhi, la tua risata, il tuo corpo, i tuoi baci, i tuoi abbracci, il tuo modo di parlare. Tu. Non riuscivo a smettere, anche se mi faceva ancora più male. Ho ricominciato a rivivere ogni notte tutta la nostra storia, dall'inizio. Da come ci siamo conosciuti, cioè da bambini, fino a quel giorno. E non avrei voluto cambiare nulla. Neanche le cose orrende. Perché è grazie a quelle se adesso siamo dove siamo. Ho incontrato Steph, e l'ho voluta con me. All'inizio, quando l'ho vista pensavo che eri tu. Ma appena me la sono ritrovata davanti, ho capito che non ci poteva essere neanche un minimo di paragone. Caratterialmente ti somigliava molto, per quello è stata accanto a me, fino a diventare la mia ragazza. Un giorno poi, è venuta a casa mia, con un test di gravidanza in mano. Me lo aveva fatto vedere e, beh, aspettava un bambino. Dopo un mese, ci siamo sposati, e sei arrivata tu. Un'altro mese è passato, e ho sentito Steph parlare al telefono con sua madre, dove le confidava che lei non era veramente incinta, che quel test era di una sua amica e non suo. In quell'istante, abbiamo divorziato. Mi sentivo obbligato a stare con lei per quel bambino. Ma quando ho saputo che quel bambino non esisteva, non ho esitato neanche un secondo per lasciarla, per iscrivermi nella tua stessa università, e rimettermi con te. E adesso, la colpa è mia se lei ce l'ha con te, e con il nostro bambino. Il fatto di aspettare un figlio da me l'avrà fatta andare fuori di testa. Perché voleva che succedesse a me e a lei. È stata lei, a dirmi di controllare il tuo computer quella sera che ho scoperto del bambino. Non so come ha fatto a saperlo, ma mi aveva mandato un messaggio mentre stavamo mangiando.. si Lorena, è solo mia la colpa"

Il nostro amore Impossibile [COMPLETA] [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora