Chapter four: Non andare via, ti prego.

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P.O.V. Millie

Mia madre mi aveva convinta a cenare fuori quella sera, e dopo averle dato buca per il pranzo, non me la sentivo di rifilarle un no per la seconda volta, dopotutto mi sentivo anche in dovere di passare del tempo con lei.

Così adesso ci ritrovavamo lì, in quel ristorantino di sushi, a parlare del più e del meno, con davanti dei piatti che sembravano deliziosi.

All'inizio avevo pensato che la stanchezza avesse messo a freno anche il mio appetito, ma non appena quel ben di Dio mi venne poggiato davanti, il mio stomaco brontolò rumorosamente.

No Mills, ancora neanche la stanchezza riesce a frenare la tua fame da donna del terzo mondo pensai.

Mia madre mi stava chiedendo della mia giornata, che a dir la verità non vedevo l'ora finisse. Mi era sembrata interminabile, come se fosse stata di 72h, invece che da 24h.

Per non parlare delle molteplici figure penose che avevo fatto con lui... Giornata da dimenticare.

Ma si sa, quando parli del diavolo...

Stavo giusto per rispondere a mia madre all'ennesima domanda, quando i suoi occhi guizzarono dietro di me e un sorriso le illuminò il volto.

Non feci in tempo a girarmi per capire chi avesse visto, che sentii una mano accarezzarmi impercettibilmente i capelli, scendere fino alle punte, annodarsi una ciocca tra le dita e tirarmeli lievemente.

Stavo per girarmi, sicura che la mia lingua lunga avrebbe trovato delle parole spiacevoli per chiunque mi avesse tirato i capelli, ma quelle stesse parole mi morirono in gola quando vidi quel sorriso.

Proprio davanti a me, con quel suo maledetto sorriso sghembo, c'era Finn Wolfhard in tutto il suo splendore.

Per un secondo restai talmente sorpresa che non seppi davvero cosa dire, ma mi ripresi subito (o quantomeno ci provai!).

<<Finn!>> esclamai sorridente, alzandomi per salutarlo. Ma lui mi mise una mano sulla spalla per bloccarmi e mi rispinse sulla sedia: <<No, non alzarti.>> e così facendo si abbassò e mi diede un lieve bacio sulla guancia, quasi neanche le appoggiò le labbra, mi sfiorò solamente, ma quel contatto bastò per mandarmi le guance in fiamme.

Si rimise dritto e mi disse:<<Ciao.>>

Stavo per rispondergli, ma lui si allontanò velocemente, andando dall'altro lato del tavolo e salutando mia madre, che invece si era già alzata e lo aspettava a braccia aperte.

Every breath you take, I'll be watching you | FILLIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora