Chapter fiveteen (part I): Dimmi che mi ami

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Consiglio: Questa settimana ho scritto il capitolo sulle note di Titanium. Non la versione originale, ma una molto più tranquilla, dolce e malinconica.
Vi stra-consiglio di ascoltarla mentre leggete 🎧, perché calza a pennello. Nel caso voleste farlo, ve la lascio qui sù. ⬆️

Avvertenza: Capitolo lungo e... abbastanza carico di tensione. Quindi mettetevi comodi, fate un bel respiro, e...
Buona lettura.

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P.O.V. Millie

Lo sentite?
Il mondo che si sta disfacendo in miliardi di milioni di pezzi e mi sta crollando addosso?
Riuscite a sentirlo?
Perché io sì.

<<Ho interrotto qualcosa per caso?>>
Jacob se ne stava impalato davanti alla porta, e i suoi occhi facevano avanti e indietro tra me e Finn, visibilmente indeciso su chi puntarli.

<<No!>> esclamai, forse troppo velocemente, perché Jacob mi rivolse uno sguardo scettico.

Finn se ne stava impalato sulla soglia della porta. Non potevo scorgere la sua espressione perché mi dava le spalle, ma non aveva proferito parola, era come rimasto... bloccato.
Sperai con tutto il cuore che non stesse guardando male Jacob, e che quest'ultimo non si accorgesse di quanto Finn potesse essere strambo, paralizzato sulla porta come se qualcuno gli avesse lanciato un incantesimo Petrificus Totalus bello potente.
Non potei fare a meno di notare i muscoli della schiena rigidi , in tensione, attraverso la leggera t-shirt bianca che aveva indosso. Lui intanto continuava a non muovere un muscolo.
Terra chiama Finn!

<<Posso entrare quindi?>> parlò nuovamente Jacob, questa volta guardando Finn, che paralizzato sull'uscio della porta bloccava letteralmente l'entrata.

Senza che Jacob se ne accorgesse, diedi un leggero pizzicotto alla schiena della statua di fronte a me e Finn sembrò uscire dalla trance perché sobbalzò.

<<Sì... certo, scusami.>> farfugliò, mentre si metteva di lato per fare entrare Jacob.

Finalmente potei guardarlo in faccia, ma il suo viso era come... di pietra. Non aveva nessuna espressione, non lasciava penetrava nessuna emozione, e aveva lo sguardo perso nel vuoto, in quel momento  sembrava come nel suo mondo.

Jacob entrò lentamente nella stanza, con uno sguardo a dir poco confuso, diede una rapida occhiata alla roulotte intorno a sé e poi, finalmente, si girò verso di me.
<<Credo di non capire...>> iniziò, guardandomi spaesato.

<<Cosa?>> dissi io, sperando che non si notasse il tono preoccupato della mia voce, che però si era alzata involontariamente di qualche ottava.

Every breath you take, I'll be watching you | FILLIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora