Chapter seventeen: Protezione che profuma di casa

3.7K 166 167
                                    

NO, NON È SABATO... SORPRESA! 🙊
Ho avuto un sacco di tempo per scrivere in queste sere e ho praticamente già finito il capitolo, quindi... perché aspettare?
Spero ne siate contente!

Consiglio: Questa settimana ho scritto sulle note di Hold On - Chord Overstreet. Ve la lascio qui sopra come sempre.
Avvertenza: Capitolo veramente carico di feelings e forse, qualcosa che non vi aspettate...
Fate un bel respiro, perché vi servirà, e...
Buona lettura.
______________

______________

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

P.O.V. Millie

<<Miss Brown mi raccomando, deve ancora prestare attenzione per qualche settimana.>> mi avvertì il medico, mentre scendevo giù dal lettino e mi avvicinavo alla sua scrivania, sedendomi cautamente sulla sedia di fronte a lui.
Quella mattina era stata finalmente la mattina. Avevo finalmente tolto il tutore al mio ginocchio, che ormai si poteva considerare quasi completamente guarito.

Annuii risoluta:<<Lo so dottore, lo farò ovviamente.>>
Il Dott. Clarke davanti a me mi sorrise compiaciuto:<<Bene. Direi che per oggi non abbiamo più niente da dirci!>>
Sorrisi genuinamente a quelle parole.
<<Possiamo andare quindi?>> chiese mia madre accanto a me, che in tutto quel tempo non si era seduta neanche un attimo.
Era stata così in ansia, neanche fosse lei quella con un ginocchio mezzo rotto.
<<Sì, Mrs Brown, potete andare.>> confermò il medico, alzandosi dalla sua poltrona e sporgendosi oltre la scrivania per dare una veloce stretta di mano a mia madre, che a sua volta ricambiò e finalmente sembrò rilassarsi almeno un po'.

<<Non si scordi l'appuntamento tra due settimane!>> ci richiamò all'ultimo secondo il medico, mentre ormai eravamo quasi fuori dalla porta.
Mia madre rispose velocemente che di sicuro non lo avremmo dimenticato, e finalmente ci richiudemmo la porta alle spalle.
Gettai un sospiro di sollievo e guardai mia madre. Il suo sguardo di felicità sembrava il riflesso del mio.
<<Finalmente.>> dicemmo contemporaneamente, scoppiando poi a ridere entrambe.

Finalmente potevo ricominciare a respirare e vivere la mia vita. Avrei rivisto i miei amici, ricominciato le riprese, sarei potuta tornare alla normalità, tornare ad Atlanta, avrei potuto... lasciare Jacob.
Era il momento, non avevo più scuse. Continuare quella relazione sarebbe stato inutile... Sapevo di doverlo fare.

<<Tesoro, tutto bene?>> mi chiese mia madre, mentre entravamo nell'ascensore dell'ospedale che in quel momento era affollatissimo.
Feci per premere il pulsante nero che segnava il piano zero, il piano terra in cui c'erano i parcheggi, ma notando che era già illuminato di rosso, segno che qualcuno lo avesse già fatto, feci scivolare nuovamente la mano lungo i miei fianchi.
Io e mia mamma entrammo con difficoltà, facendoci spazio tra le persone che brulicavano nell'ascensore e, una volta che le porte si chiusero, finalmente iniziammo la lunga discesa.
Intanto mia madre mi guardava con aria interrogativa, aspettandosi una risposta.
<<Oh sì, certo che sto bene.>> risposi sospirando.
<<Me lo domandi almeno una dozzina di volte al giorno per ora, cosa c'è? Ti sembra che io non stia bene?>> chiesi nel modo più naturale possibile, fingendo indifferenza.
Possibile che a mia madre non sfuggiva mai nulla?

Every breath you take, I'll be watching you | FILLIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora