CAPITOLO VI - L'appuntamento

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Battei le mani con forza sul vetro dell'ascensore cercando di attirare la sua attenzione, ma le pareti erano di vetro così spesso che l'unico risultato fu quello di farmi diventare rossi i palmi.

Era lui, non potevo sbagliarmi e, a mano a mano che le due cabine si affiancavano, riuscivo a scorgere nuovi dettagli che me ne davano la conferma: il vistoso anello sul dito, lo strano modo di muovere le mani, la stessa composta eleganza che avevo notato sul ciglio della strada.

Era di spalle, intento a parlare in maniera piuttosto concitata con qualcuno.
«Faaris!» urlai «Faaris!».
Era la sola cosa che conoscevo di lui: il suo nome.
Vestiva abiti normali quella sera, fatta eccezione per il copricapo.
Riuscivo a scorgere il suo profilo importante, il naso grande e tuttavia ben disegnato, ma non riuscivo a captare il suo sguardo.

Era in compagnia di un uomo sulla cinquantina, con una lunga barba nera e un particolare vestito bianco a drappi che mi sembrava quasi cerimoniale.
Fu quell'uomo a guardarmi per primo, ma i suoi occhi sembrarono non mostrare emozione nel vedere una ragazza che si agitava battendo le mani su di un vetro.
Continuò a fissarmi, imperterrito, per alcuni lunghi istanti mentre le due cabine tornavano a disallinearsi, una in discesa verso il piano terra e l'altra verso il ventesimo piano.
Non fece un cenno, né tantomeno avvisò il ragazzo che qualcuno stava cercando di attirare la sua attenzione.

Avevo quasi perso le speranze quando anche Faaris si girò.
Fu solo un attimo, in cui sembrò guardare nella mia direzione.
Mi sbracciai ancora di più, urlai ancora più forte.
Ma lui distolse lo sguardo.
Non mi aveva vista.

Io però avevo visto lui, e non potevo perderlo nuovamente.

Aspettai con trepidazione che le porte si aprissero e, immediatamente, prenotai per il piano terra.
Il tempo sembrava essersi fermato mentre ripercorrevo lo stesso spazio e lo stesso panorama di pochi secondi prima, ma questa volta in discesa.
Finalmente, con un segnale sonoro, le porte si aprirono.
Uscii di corsa nella hall, girando la testa a destra e a sinistra nella speranza di vederlo, ma la sala era ormai deserta, fatta eccezione per ragazza dietro al bancone.
Corsi da lei.
«Mi scusi, ha visto uscire qualcuno pochi secondi fa?» chiesi, trafelata «Sa dirmi in che direzione è andato?»
La ragazza mi guardò, sorpresa da quel mio fare agitato.
«Ho visto due uomini uscire» mi disse «hanno attraversato la strada, ma non ho fatto caso a chi fossero mi dispiace».
«Grazie mille» esclamai, fiondandomi fuori dall'edificio.

Mi guardai attorno con attenzione, ma non riuscii a trovare nessuna traccia di loro.
Posai lo sguardo su auto, passanti, negozi.
Cercavo di scorgere il suo profilo, il suo copricapo.

Fu solo alla fine che li vidi.

Erano a circa duecento metri da me, dal lato opposto della carreggiata, e stavano salendo su un taxi che si trovava nella stessa, identica, posizione di quello che aveva accompagnato me pochi minuti prima. Notai l'uomo che era con lui tirare dentro il suo vestito e chiudere la portiera con forza.
Provai a correre nella loro direzione ma non feci pochi passi che, ormai, erano scomparsi nella notte.

Delusa tornai dentro.
Alessandro doveva essere di sopra, ad aspettarmi.

Decisi di scacciare dalla mente quell'incontro fortuito, di convincermi che quella coincidenza non fosse un segno del destino.
Cominciai a chiedermi il perché mi importasse così tanto di un ragazzo che avevo visto soltanto una volta.
Rintracciai una possibile motivazione nel fatto che mi aveva salvato la vita.
Il suo gesto faceva assumere a quell'incontro un significato speciale, qualcosa di atavico che non riuscivo a spiegare nemmeno a me stessa.
«Tutto bene?» mi chiese la ragazza della reception, vedendomi rientrare con lo sguardo perso nel vuoto.
Le risposi di sì, dicendole che mi sembrava di aver incrociato una persona che conoscevo, ma che non ero riuscita a raggiungerla.
Mi sorrise, comprensiva, ed evitò altre domande.
Ricambiai il sorriso e mi diressi, per la terza volta, verso gli ascensori.

La rosa del desertoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora